Una semifinale emozionante, capace di strappare nel corso di oltre due ore e mezzo numerosissimi applausi al pubblico spagnolo – entusiasta alla fine nonostante la sconfitta dell’amato campione locale- incorona Stefanos Tsitsipas come giocatore già pronto a vincere qualcosa d’importante, anche sulla terra rossa. Del resto il campione greco è sceso in campo nella fresca serata madrilena reduce da sette vittorie consecutive – la settimana scorsa aveva vinto il titolo di Estoril – e più in generale con alle spalle ben ventisette vittorie nel 2019, come nessun altro tennista è riuscito a fare quest’anno. Il greco ha vinto non solo giocando con il tennis pulito e a tutto campo ormai noto a tutti, ma anche con carattere e coraggio nei momenti difficili della partita, qualità indispensabili perché si concretizzi quella grande carriera che tanti gli hanno vaticinato.
Non è solo la sfrontatezza di chi ha vent’anni ad averlo aiutato a sconfiggere un mito del tennis che aveva dalla sua parte 12.500 persone, escludendo le otto nel suo box: tante volte Stefanos non ha esitato a contestare le chiamate dei giudici di linea, a far scendere a controllare e litigare con il giudice di sedia, l’irlandese Fergus Murphy, incurante dei fischi che lo subissavano ogni volta.
Nuovamente semaforo rosso in semifinale in un torneo sulla terra per Nadal: rispetto a Barcellona e soprattutto Monte Carlo è in ripresa – e sebbene conti poco se non nulla, ha comunque vinto più punti del greco – ma nessuno è abituato a vederlo arrivare a Roma senza un titolo, che continua a mancare dagli Open del Canada dello scorso agosto, un digiuno che deve divenire sempre più pesante per lui. Gli applausi a scena aperta che gli ha riservato il pubblico spagnolo nonostante la sconfitta devono però rincuorarlo che è sulla strada giusta per tornare quel che era per l’appuntamento più importante della sua stagione, il Roland Garros.
Primo set difficilissimo da raccontare: pochissime volte in una semifinale di un torneo maschile di questo livello si sono visti ben otto giochi caratterizzati da palle break e ben cinque esiti contro il servizio. Sono completamente cambiate le condizioni di gioco rispetto alla prima semifinale tra Djokovic e Thiem: nel primo pomeriggio si sfioravano i 30 gradi e il vento era assente, durante questa serata madrilena siamo appena sopra ai 20 e tira un vento che gonfia le magliette dei tennisti, quando si piegano per rispondere. Nonostante una situazione a contorno non ideale, l’atmosfera delle grandi occasioni (non riusciamo a intravedere un seggiolino vuoto tra i 12.500 del Manolo Santana) fa sì che i giocatori mettano in scena un primo set appassionante.
C’è grande equilibrio sin da subito, il servizio incide pochissimo (Nadal chiuderà il parziale avendo vinto meno del 50% dei punti con la prima) e le palle break sono numerosissime (in totale tredici). Tsitsipas e Nadal si strappano vicendevolmente il servizio tra il primo e il secondo gioco e il sesto e il settimo. Sul 4-3 per il greco, avviene l’allungo che decide il set: sulla seconda palla break a suo favore nel game, Stefanos centra una risposta che fulmina Nadal. Il campione maiorchino ha un’occasione per riequilibrare nuovamente il set nel decimo gioco, ma il greco con coraggio la annulla venendo a rete a chiudere con una volée di dritto. Sempre a rete, però con il rovescio, Tsitsipas dopo 57 minuti porta a casa il primo set.
Nel secondo parziale decide il sesto gioco: fa tutto (e male) il greco che sbaglia tanto e, sulla palla break manda il dritto in corridoio. Questa è la fase del match giocata meglio da Nadal, in fiducia e sospinto da un pubblico – c’è persino l’ex re Juan Carlos (ha abdicato nel 2014 per il figlio) a sostenerlo, ed è impressionante l’accoglienza che il pubblico gli riserva – che ha ripreso entusiasmo. Il numero 2 del mondo strappa nuovamente il servizio al suo avversario nel corso dell’ottavo gioco: una stecca di rovescio manda, dopo quasi un’ora e quaranta, la partita al terzo e decisivo set.
Nadal è il primo ad avere la grande occasione di indirizzare definitivamente la partita: si ritrova nel secondo gioco ad avere due palle break, ma le gioca brillantemente Tsitsipas e non ha molto da rimproverarsi. Nel game successivo Rafa infiamma il Manolo Santana annullando a sua volta due palle break che avrebbero permesso l’allungo al greco. Il numero 2 del mondo si spegne qui: sbaglia tanto e diventa più lento, lasciando margine al greco di brekkarlo due volte e portarsi sul 5-2 e servizio. Il celebre orgoglio dello spagnolo fa sì che lo svantaggio si riduca poi di un break, ma l’11 volte campione del Roland Garros va avanti soprattutto con la voglia di vincere, però non ne ha più.
Resta il tempo per infiammare il pubblico con tre match point annullati con bravura e coraggio, ma il destino della partita è ormai segnato e, sul quarto, un rovescio affossato in rete di Rafa, permette a Tsitsipas, di guadagnare l’accesso alla seconda finale in un Masters 1000, dopo quella di Toronto l’anno scorso. L’unico precedente con Djokovic – gli ottavi proprio in Canada nel 2018 – gli danno fiducia per la finale.