La sconfitta contro Stefanos Tsitsipas sembra aver lasciato qualche segno su Rafael Nadal, che in conferenza stampa è apparso piuttosto abbattuto. Lo spagnolo è ancora secco di titoli nel 2019 (l’ultimo successo risale al torneo di Toronto 2018) e, soprattutto, finora ha raccolto poco o niente sull’amata terra battuta. Certo, tre semifinali in tre tornei sarebbero un risultato rispettabile, se non ottimo, per la maggior parte dei tennisti, ma per Rafa, che decisamente non è come la maggior parte dei tennisti, è tutto fuorché un bilancio positivo. Negli ultimi quindici anni è stato abituato a cannibalizzare questa parte di stagione come nessuno mai, costruendo la sua classifica, soprattutto nelle ultime due o tre stagioni, quasi esclusivamente sul bottino di punti primaverili.
Adesso però sono arrivate tre sconfitte, l’ultima delle quali davvero inaspettata. Contro quel ragazzotto greco che aveva sempre portato a scuola, dalle lezioni di Barcellona e Toronto fino alla quasi umiliazione australiana, Rafa non è riuscito a imporsi e a imporre il proprio ritmo. Invitato ad un commento sulla partita, Nadal tende a far prevalere le proprie mancanze sui meriti dell’avversario. “Penso che molto sia dipeso da me stasera. Lui è giovane, sta migliorando e ha talento, ma non vedo come avrei potuto perdere questa partita se avessi giocato come a Barcellona nel 2018 o come in Australia quest’anno. Avevo la sensazione di non fargli male con il dritto. Ovviamente lui ha giocato molto bene, potente e aggressivo, ma sulle palle interlocutorie, sulle palle ‘normali’, non sono stato in grado di farlo soffrire quando colpivo col dritto“.
Chiamato a riflettere sul significato di questa eliminazione, Nadal si incupisce un po’ e si lancia in un piccolo sfogo. “Era una delle ultime possibilità di giocare una finale in un torneo importante e che adoro. Ho perso questa possibilità. Significa che domani (oggi, ndr) non sarò là fuori a giocare un altro match di fronte a questo pubblico straordinario“. Parole da cui traspare un certo senso d’urgenza, come se queste sconfitte sul rosso lo avessero messo davanti, per la prima volta, ad una dura realtà: il tempo stringe.
Nadal dice di essere pronto ad affrontare vittorie e sconfitte nello stesso modo, come insegna Kipling, ma tra le righe si può leggere un po’ di inquietudine per il futuro, per quello che sarà. “Il tennis è solo questione di vincere o perdere. Sono stato in grado di vincere molto e per molti anni su questa superficie. Quest’anno non sembra essere così. Ci vado vicino ma non riesco a farcela. Devo accettarlo, ma accettare le cose non significa non provare a cambiarle. Per tutta la vita ho accettato le vittorie in maniera naturale e lo stesso farò con le sconfitte. Cosa vuol dire per il futuro? Vedremo. Ora non ve lo so dire. Spero di elaborare bene questa sconfitta e poi vedremo cosa accadrà la prossima settimana”.
Come sempre Rafa conosce un solo modo di risolvere i problemi: continuare a lavorare. Stavolta però non sembra sprizzare fiducia da tutti i pori. “Giocherò qualche partita e poi andrò a Parigi. Vedremo cosa succederà là e poi settimana dopo settimana, giorno dopo giorno. Cercherò di lavorare bene e con un atteggiamento positivo e poi di credere in me stesso e che le cose finalmente torneranno a funzionare“. Roma e Parigi sono alle porte e là i nodi verranno al pettine. In caso di sconfitte premature, quale sarà il morale del maiorchino, come affronterà il resto della stagione?