FUORI ELINA DOPO 10 VITTORIE – Le due ore e un quarto di scambi tiratissimi, vincenti, difese forsennate e tensione crescente fra Elina Svitolina e Victoria Azarenka si concludono con l’affermazione di Vika che recupera salvando un match point sotto 2-5 nel terzo set e la sconfitta di Elina dopo dieci vittorie consecutive al Foro. Per il suo incontro d’esordio, la bi-campionessa in carica avrebbe sicuramente preferito un’avversaria meno impegnativa della bielorussa che, a dispetto di qualche problema fisico, è tornata a esprimersi su ottimi livelli, per quanto manchi quella continuità che l’aveva portata al vertice del tennis. Elina non si presenta al meglio a questa edizione degli Internazionali, con i problemi al ginocchio iniziati a febbraio che non sono ancora alle spalle. La regina di Roma mette piede sul Centrale e sembra risorgere, ma la vittoria le sfugge di un soffio, anzi, di un appoggio al volo.
L’incontro di cartello del programma femminile non delude le attese: entrambe iniziano tirando a tutto braccio, ma Svitolina si posiziona ben dietro la linea di fondo, confidando sia sulla propria superiorità atletica sia sui maggiori rischi che caratterizzano il tennis di Azarenka, dal canto suo più vicina al campo, appunto alla ricerca di una chiusura rapida dello scambio. Come previsto, gli errori bielorussi arrivano più numerosi di quelli ucraini, ma lo stesso vale per i punti vinti in spinta grazie ai quali recupera immediatamente il break subito al quarto game. La palla viaggia veloce e rende il match godibile, nascondendo al contempo l’assenza di variazioni e una maggiore ricerca di angoli, cosa che ci si aspetterebbe da Elina, che ha comunque tre opportunità del 4-2, ma un passante largo e tre gratuiti sembrano portare l’inerzia a favore dell’avversaria. La pressione di Vika diventa insostenibile, ma qualche imprecisione consente a Svitolina di salvare il turno di servizio e, soprattutto, di ritrovare il proprio ritmo e l’equilibrio negli scambi.
Il parziale si decide quando Azarenka, servendo sotto 4-5, concede un paio di regali; Elina ci mette del suo ribaltando uno scambio con una catenata di dritto dalla “zona Thiem” e si prende il set pareggiando il numero dei vincenti (8), ma limitando a 11 i gratuiti, meno di metà dell’avversaria.
Fa freddo, il vento soffia deciso, le gocce d’acqua cadono sempre più fitte e l’ucraina tira il fiato, cedendo subito il servizio. Poco male dal suo punto di vista, perché la sospensione per pioggia di una decina di minuti ha l’effetto di far ripartire altrettanto male Azarenka che, tuttavia, riprende a martellare efficacemente e sale 4-1. La ventiquattrenne di Odessa sembra non avere armi per arginarla, quando la pioggia torna a cadere copiosa e ci si ferma di nuovo, questa volta per un’ora e mezza.
Vika riprende centratissima da dove ha lasciato, mentre sorprende l’atteggiamento di Svitolina che dà l’idea di voler andare subito al set decisivo, proposito che realizza in una manciata di minuti. La tattica si rivela azzeccata perché la bielorussa, chiamata improvvisamente a giocare qualche colpo in più praticamente dopo due ore, azzarda soluzioni portatrici di errori che si sommano alla crescente fiducia di Elina, a partire dalla risposta, che lascia andare completamente il braccio da cui escono vincenti a ripetizione. Il match point arriva servendo sul 5-2, ma Elina commette una follia a rete sparando fuori il dritto al volo e l’incontro si riapre, anzi, si chiude, perché Vika torna a comandare gli scambi conquistando cinque giochi consecutivi. Una Vika a tratti irresistibile (33-34 il saldo vincenti-gratuiti contro il 23-28 di Elina), che deve venire a patti con gli errori imposti dal suo gioco troppo spesso al limite, si può godere un giorno di riposo in attesa della sfida tra Garbiñe Muguruza e Danielle Collins.
Michelangelo Sottili
AHIA, CARO – Amaro e prematuro l’epilogo della corsa romana di Caroline Wozniacki. Sotto gli occhi attenti di Francesca Schiavone, la danese ha ceduto più ai propri problemi fisici che al tennis di Danielle Collins. Wozniacki è entrata in campo con una vistosa fasciatura al polpaccio sinistro, segno evidente di un problema muscolare che, a dispetto dell’iniziale break a suo favore, ha manifestato subito i suoi strascichi. La danese si è infatti ritrovata sotto 5-2 in men che non si dica e ha richiesto l’intervento della fisioterapista per farsi trattare la gamba interessata. Al rientro in campo, ha sfruttato un calo di concentrazione di Collins per riportarsi in scia e agguantare il tiebreak. Qui la statunitense però si è ricomposta, costringendo Wozniacki a spostarsi molto e portando a casa il primo set. La prospettiva di dover lottare e correre per altri due parziali ha forzato Wozniacki ad andare a stringere la mano alla sua avversaria.
Ancor più disastroso l’esordio di Aryna Sabalenka, testa di serie numero nove. La bielorussa si è resa protagonista di una prestazione estremamente fallosa e discontinua. Nel primo set semplicemente Sabalenka non ha messo una palla in campo, offrendo su un piatto d’argento ad Alizé Cornet un rapido 6-1. Nel secondo parziale, aggiustata un po’ la mira, si è portata avanti di un break, salvo poi ripiombare subito in un vortice di errori non forzati (saranno 40 a fine match, con ben 12 doppi falli). Cornet è invece rimasta solida e concentrata, veleggiando senza patemi verso il 6-4 che ha chiuso la partita.
E se la fiducia nel tennis è davvero tutto Belinda Bencic è la testimonial perfetta dell’assunto: perso il primo, bruttino, gravido di erroracci, contro Anastasija Sevastova, la giocatrice da Flawil s’è ricordata dei bei momenti di crescita vissuti in questa stagione dopo anni molto bui, insinuando contemporaneamente nella lettone il pensiero del periodaccio di cui è protagonista e producendo la tanto sperata, e a lungo impensata, rimonta. Rimonta, anzi rimontona, che è riuscita anche a Vondrousova nell’insidioso derby ceco contro Barbora Strycova: Marketa, attesa a grandi risultati nel medio periodo, sulla terra sta ancora facendo apprendistato, dunque il roboante recupero da due a cinque sotto nel terzo set chiuso con un tie break d’autorità fa ancora più impressione.
Restando sulle giovanotte, fuori Dayana Yastremska al terzo dopo un secondo set dominato con Carla Suarez Navarro e fuori anche Viktoria Kuzmova, abile comunque a spaventare moltissimo Ashleigh Barty, alla quale ha tolto un set, il primo, e preso un break di vantaggio nel terzo per cedere alla distanza, anche se solo al fotofinish. Molto più semplice del preventivabile la vittoria ottenuta da Kiki Mladenovic nell’altro derby di giornata contro la personale miglior nemica Caroline Garcia, demolita in un’oretta che non deve aver lasciato buone sensazioni all’ex favorita di Andy Murray, mentre ci si poteva attendere, per quanto l’insondabilità della protagonista non regali mai certezze granitiche, il successo in due strappato da Karolina Pliskova su Ajla Tomljanovic.
‘PENKO’ IN PICCHIATA – Resta da segnalare il KO, non inaspettato visti i tempi che corrono, patito da Aljona Ostapenko contro la pur sempre incerottata Buzarnescu: ritiratasi (il terzo della giornata dopo quello di Wozniacki e quello annunciato da Serena per domani) sotto 0-15 nel decimo game della seconda frazione e impossibilitata a difendere i quarti raggiunti lo scorso anno, la ventiduenne di Riga perderà ulteriore terreno in classifica e lunedì prossimo si assesterà intorno alla posizione trentasette, il che significa niente testa di serie all’adorato Roland Garros vinto a sorpresa due anni orsono.
Emmanuel Marian e Lorenzo Colle
Risultati:
D. Collins b. [11] C. Wozniacki 7-6(5) rit.
[Q] A. Cornet b. [9] A. Sabalenka 6-1 6-4
[8] A. Barty b. V. Kuzmova 4-6 6-3 6-4
[4] K. Pliskova b. A. Tomljanovic 6-3 6-3
[WC] V. Azarenka b. [5] E. Svitolina 4-6 6-1 7-5
B. Bencic b. [12] A. Sevastova 2-6 6-3 6-2
[Q] M. Sakkari b. A. Pavlyuchenkova 6-1 7-5
M. Buzarnescu b. J. Ostapenko 6-2 5-4 rit.
[Q] K. Mladenovic b. C. Garcia 6-1 6-2
D. Kasatkina b. [Q] I.C. Begu 6-2 7-6(5)
[16] J. Goerges b. S.W. Hsieh 6-3 6-4
C. Suarez Navarro b. D. Yastremska 6-4 1-6 6-3
M. Vondrousova b. B. Strycova 1-6 6-4 7-6(4)
Il tabellone femminile
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