J. Konta b. [6] K. Bertens 5-7 7-5 6-2
Si arresta in semifinale il percorso di Kiki Bertens verso quello che avrebbe potuto essere il suo secondo titolo Mandatory/Five consecutivo. Dopo un primo set ben giocato nel quale ha imbrigliato Jo Konta con i suoi schemi da fondocampo, sia offensivi sia difensivi, ha perso via via smalto per poi subire la rimonta dell’avversaria dopo che, giunta a due punti dalla sconfitta, si è scrollata di dosso le sue incertezze ed ha sfoderato un terzo set di grande livello.
Entrambi i precedenti a livello WTA si erano disputati sul cemento nord-americano e Kiki avevaconquistato la sfida più recente a Indian Wells di quest’anno. A questa partita l’olandese ci si è presentata dopo aver disputato solamente due match (secondo e terzo turno, tra l’altro nello stesso giorno) con un tempo totale di gioco di circa quattro ore, mentre la britannica ne ha giocate il doppio restando in campo per 7 ore e 3 minuti.
Bertens ha impostato il gioco puntando prevalentemente sullo schema servizio e dritto, le sue due armi principali oltre al back di rovescio, ma Konta oggi particolarmente mobile sul laterale, è riuscita a difendersi così bene de poter spesso crearsi l’occasione per passare al contrattacco. Le sue palle corte di rovescio hanno mandato in crisi la n.4 del mondo (che sul 3-3 è anche scivolata in un tentativo di recupero) e a rete Johanna si è presentata più spesso del solito e si è comportata con grande disinvoltura. Purtroppo per lei, però, è mancata nel momento decisivo, quando ha avuto la chance di servire per il set sul 5-4, anche perché Bertens ha fatto vedere, soprattutto in quel frangente, grandi doti di difesa.
Perso il primo set, Konta ha fallito anche la chance di consolidare il break ottenuto in apertura di secondo parziale dopo essere andata 30-0, ma invece di annegare nei rimpianti durante la pausa avvenuta sull’1-1 per soccorrere uno spettatore in difficoltà sugli spalti, la tennista britannica è riuscita a cancellare le occasioni appena perdute continuando nel suo tennis di pressione. Nonostante due palle break mancate sul 3-3, una delle quali con una palla corta di diritto messa malamente in rete, Konta ha tenuto il servizio sul 4-5, grazie a due punti anche un po’ fortunati (uno smash colpito molto male rimasto sulla riga e un corpo a corpo a rete) ed ha approfittato di un brutto game di battuta di Bertens per piazzare la zampata vincente nel secondo set.
Una volta passata la paura (era stata a due punti dalla sconfitta, e quello smash scentrato avrebbe mandato Bertens al match point) ed equalizzato il punteggio, Konta ha progressivamente ma inesorabilmente preso il comando della partita, portando il suo gioco ad un livello che Bertens ha mostrato di non avere nella giornata specifica. L’unico momento di incertezza nel set finale si è avuto quando nel corso di un recupero Kiki Bertens ha perso il controllo della racchetta che ha colpito un giudice di linea: il giudice di sedia Kader Nouni non ha avuto dubbio nel considerare l’episodio come un’azione di gioco accidentale e il set è continuato normalmente, lasciando che Johanna Konta completasse in grande stile il match otto minuti prima dello scoccare delle tre ore di gioco.
È la prima finale a Roma per Konta, che non aveva mai superato il terzo turno in tre partecipazioni agli Internazionali BNL d’Italia e che per la prima volta arriva all’atto conclusivo di un torneo Premier 5 dopo le due finali ai Premier Mandatory di Pechino nel 2016 e di Miami nel 2017 dove ha vinto il suo titolo più prestigioso. Per Bertens arriva alla fine una cavalcata che le ha regalato il titolo al Mutua Madrid Open e, da lunedì prossimo, il n.3 della classifica mondiale (se Pliskova non alzerà il trofeo domani) alla vigilia di uno Slam che può sicuramente giocarsi da protagonista.
Vanni Gibertini
[4] K. Pliskova b. [Q] 6-4 6-4
La semifinale tra Karolina Pliskova e Maria Sakkari aveva un unico precedente disputato proprio qui a Roma 12 mesi fa il quale non era affatto passato inosservato. Pliskova era uscita sconfitta tra mille polemiche e lei stessa ha ammesso ieri che “persino io non vedeva l’ora che si disputasse questa partita. Già in un paio di tornei recentemente stava per accadere ma lei aveva perso prima, forse aveva paura di affrontarmi.” Poi però ha smorzato i toni riconoscendo il grande valore del tennis fatto vedere dalla n. 39 del mondo, la quale però oggi forse, se non paura, sicuramente ha sentito la pressione.
Sarà stato per via delle condizioni meteo poco favorevoli (cielo grigio, vento, e pioggia che ha interrotto il match in una occasione a metà primo set), o forse per il precedente burrascoso o ancora per il gioco monocorde da fondo che entrambe propongono, fatto sta che la seconda semifinale femminile non ha entusiasmato particolarmente il pubblico romano che ha sonnecchiato tutto il tempo, fatta eccezione per il gruppetto di greci già fattosi sentire nel match di Tsitsipas. Sakkari però, come il suo compatriota, è stata fallosissima e anche la ceca avrebbe avuto altrettanti problemi nel vincere game se non avesse potuto contare su una battuta così efficiente. Karolina infatti guida con leggero distacco la classifica del conteggio degli ace in stagione (247 contro i 246 di Bertens) e oggi l’aiuto arrivatogli con questo colpo è stato a dir poco fondamentale.
Anche quando Maria riusciva a rispondere alla prima della ceca, entrare nello scambio per lei è stato complicatissimo e il suo andamento altalenante non l’ha certo agevolata. Nel primo set sono stati due break in rapida successione ottenuti al rientro in campo dopo la pioggia, mentre nel secondo la zampata decisiva è arrivata nell’undicesimo game con Sakkari che non può certo essere contenta del suo tennis, diametralmente opposto a ciò che aveva fatto vedere meno di 24 ore prima. Una Pliskova non brillantissima quindi diventa la prima ceca dal 1982 a contendersi il titolo a Roma dopo Hana Mandlíková, e per la n. 7 del mondo sarà la quarta finale in un Premier Mandatory/Five in carriera (1-2 il record). Con Konta Pliskovaè in vantaggio 5-1 nei precedenti.
da Roma, Paolo Di Lorito