Heibronn (terra battuta, montepremi 92.040 euro)
KRAJINOVIC, RITORNO AL SUCCESSO – Dopo le due finali raggiunte nei due precedenti tornei, al Challenger di Sophia Antipolis e a Budapest (ATP 250, sconfitto da Berrettini), Filip Krajinovic torna a conquistare un trofeo che mancava dal 2017, la sua annata d’oro conclusa con la splendida finale nel Masters 1000 di Bercy. Il serbo in questo 2019 sembra essersi finalmente ritrovato e dopo un 2018 costellato da infortuni e da prestazioni al di sotto del suo standard è finalmente tornato a vincere partite con discreta continuità. Dopo il bye al primo turno, essendo accreditato della prima testa di serie, ha avuto qualche problema in più del previsto all’esordio con Koepfer sconfitto solamente per 7-5 al terzo set. Il terzo turno con Polansky è andato un po’ più liscio, mentre il match di maggior livello è stato quello nei quarti di finale contro Troicki, un derby serbo che vale molto di più di un quarto challenger nel quale Filip si è imposto per 7-5 7-6.
In semifinale Krajinovic ha dovuto affrontare Travaglia, bravo a giungere al penultimo atto con tre vittorie di spessore su avversari come Brown, Dellien e Kovalik. L’italiano conduceva per 6-1 4-1 con doppio break di vantaggio anche nel secondo set ma Krajinovic ha usato tutta la sua esperienza per far innervosire Steto, lamentandosi con l’arbitro e iniziando a perdere tempo; Travaglia ha iniziato a sbagliare qualche colpo di troppo fino a perdere entrambi i break di vantaggio, il tie-break e quindi il contatto con la partita. Nel terzo set non c’è mai stata storia, col punteggio finale che recita 1-6 7-6 6-1.
Giunto così in finale più per demeriti di Travaglia che per meriti propri, Krajinovic ha affrontato all’ultimo atto De Greef, tennista belga che aveva eliminato nel suo percorso nomi di tutto rispetto come Bachinger, Novak, Monteiro e Maden. Così come in semifinale, anche nell’atto conclusivo la partenza di Krajinovic non è stata delle migliori, ma la reazione è stata all’altezza: sotto 3-1 il serbo ha inanellato una striscia di cinque giochi consecutivi vincendo 6-3 il primo set e dominando poi l’intera partita. Per il serbo questa non è l’unica buona notizia delle ultime ore, poiché il forfait di Rublev l’ha promosso nel tabellone principale del Roland Garros. Onestamente meritato: ci arriverà da numero 60 in classifica, pienamente riabilitato.
Finale: F. Krajinovic b. A. De Greef 6-3 6-1
Lisbona (terra battuta, montepremi 46.500 euro)
CARBALLES, GARANZIA DEL CIRCUITO MINORE – Dopo la vittoria a Murcia e le buone prove dell’ATP 500 di Barcellona, dove si è spinto sino ai quarti di finale ed è stato eliminato solo da Nishikori, e del Masters 1000 di Madrid dove ha battuto Humbert prima di arrendersi a Hurkacz, Carballes torna nel circuito Challenger e conquista il settimo titolo in carriera nella categoria cadetta.
L’esordio nel torneo, avvenuto al secondo turno, era stato tutt’altro che banale: il tennista iberico infatti si era trovato sotto 6-3 5-3 al primo turno contro Karlovskyi prima di innalzare il livello e vincere per 3-6 7-5 6-4. Tutto facile poi fino all’atto conclusivo: 6 games lasciati a Zapata Miralles, 3 a Benchetrit e 4 a Pedro Martinez, prima di sfidare Facundo Bagnis in finale. Anche nell’ultimo match del torneo Carballes ha dovuto dare il meglio di sé per recuperare lo svantaggio iniziale, infatti dopo poco meno di un’ora di gioco lo spagnolo era sotto 6-2 4-1. Grande rimonta, tie-break vinto e nel terzo set Carballes ha sfruttato tutta l’inerzia a suo favore chiudendo poi con un rapido 6-1 e conquistando così il secondo titolo in stagione.
Erano quattro gli italiani al via a Lisbona ma tre di loro non son riusciti a passare il primo turno: Gaio è stato fermato dall’ostico padrone di casa Gastao Elias mentre Moroni, dopo la splendida finale di Roma, ha risentito di qualche problema alla schiena e s’è ritirato dopo aver perso il primo contro Mario Vilella Martinez. È apparso lontano dalla forma migliore anche Riccardo Bonadio, che ha raccolto appena 3 giochi contro Karlovskyi. Si è spinto invece fino alla semifinale Lorenzo Giustino, ma al penultimo atto ha pagato i due match consecutivi al terzo set (ottavi e quarti) e si è dovuto ritirare contro Facundo Bagnis, nonostante l’inerzia del match sembrava potesse spostarsi dalla sua parte.
Finale: R. Carballes Baena b. F. Bagnis 2-6 7-6(5) 6-1
Gwanju (outdoor hard, montepremi 54.160 dollari)
JUNG, IL ROBOTTINO DI TAIPEI – Maturato tennisticamente solo dopo i 25 anni, Jason Jung è costantemente in top 200 da qualche stagione ma non è ancora mai riuscito ad abbattere il muro dei primi 100 giocatori al mondo. Di sicuro non è un giocatore spettacolare ma le sue geometrie da fondo e la sua grande solidità lo rendono, se in giornata positiva, uno dei migliori giocatori del circuito challenger sul veloce. Dopo un 2019 leggermente al di sotto delle aspettative ha trovato una settimana davvero buona e ha conquistato il titolo mettendo in riga il coreano Song al secondo turno, il forte belga Bemelmans agli ottavi e il cinese Li in rimonta ai quarti di finale, dove ha perso l’unico set di tutto il torneo.
Negli ultimi due tornei disputati di questa tourneè asiatica in entrambe le occasioni aveva perso al secondo turno contro Akira Santillan, sempre in tre set, ma questa volta Jung ha saputo trovare le contromisure al tennis del naturalizzato australiano e lo ha battuto col punteggio di 6-4 6-3 in semifinale. All’atto conclusivo il tennista di Taipei ha affrontato Dudi Sela, esperto israeliano con un tennis molto divertente ma leggero e Jung ha fatto valere la sua maggior potenza da fondocampo per disinnescare le trame di gioco di Sela e sconfiggerlo con lo score di 6-4 6-2 in un match nel corso del quale non ha mai perso il servizio.
Finale: J. Jung b. Dudi Sela 6-4 6-2
Samarcanda (terra battuta, montepremi 54.160 dollari)
LA PRIMA VOLTA DI MENEZES – Joao Menezes, classe ’96 brasiliano, da un anno a questa parte nonostante la classifica non fosse dalla sua ha deciso di mollare il circuito ITF (un solo torneo di categoria negli ultimi 12 mesi) e si è dedicato interamente ai Challenger dove questa settimana ha colto il primo successo in carriera. Vincere sei match in sette giorni non è mai facile e per questo è stato importantissimo risparmiare energie per il brasiliano; sino alle semifinali, Menezes ha perso un totale di 16 games in 4 incontri battendo in fila Nabiev, Nedovyesov, Yevseyev e Ignatik.
Semifinale e finale, però, sono state due sfide molto più dure per il ventitreenne brasiliano. Nel penultimo atto ha dovuto rimontare un set a Sumit Nagal, tennista indiano che su terra si sta disimpegnando molto bene nell’ultimo periodo, mentre in finale è stato più concreto del talentuoso francese Corentin Moutet, battuto in due tie break.
Finale: J. Menezes b. C. Moutet 7-6(2) 7-6(7)
QUESTA SETTIMANA – Quasi tutti i tennisti tra la centesima e la duecentocinquantesima posizione sono occupati nelle qualificazioni del Roland Garros, nel cui tabellone maschile sono presenti ben 15 italiani, dunque si disputa un solo torneo Challenger, a Gerusalemme, con al via Andrea Vavassori, Julian Ocleppo e Enrico Dalla Valle (questi ultimi due provenienti dalle qualificazioni).
Andrea Pellegrini Perrone