Rimane decisamente alto in Gran Bretagna l’interesse per le condizioni fisiche di Andy Murray. Il Times ha raggiunto lo scozzese all’All England Club, dove prosegue il suo programma di recupero dopo l’operazione all’anca di inizio anno. “Sono finito sotto i ferri sedici settimane fa – le parole raccolte da Stuart Fraser – oggi (ieri, ndr) ho avuto l’ok per iniziare a muovermi sul campo“. E lo ha fatto per circa 90 minuti con dall’altra parte della rete Nick Kyrgios, reduce dalla crisi di nervi romana. Fino ai giorni scorsi, l’ex numero uno aveva colpito soltanto da posizione statica palleggiando con il compagno di Davis Dan Evans o con Anett Kontaveit (l’estone è allenata dal suocero di Andy, Nigel Sears). “Non avverto più dolore – rivela Murray – le prossime settimane saranno decisive per capire la risposta dell’anca alle nuove sollecitazioni in allenamento“. Uno slancio d’ottimismo che vale una finestra aperta. Resta da capire su quale orizzonte.
Il sogno della Gran Bretagna tennistica (almeno dei tifosi) è quello di rivedere i Fab Four tutti in campo a Wimbledon nell’ormai vicino mese di luglio. Murray però – è stato abbastanza chiaro – potrebbe al massimo tentare un approccio al torneo di doppio, lì dove lo sforzo sarebbe minore, sulla scia di quanto già riuscito a Bob Bryan. Nonostante anche il Queen’s gli abbia offerto una wild card, difficilmente lo scozzese nell’immediato si butterà nella mischia in singolare. Sebbene il suo desiderio a medio termine sia proprio questo, come ammesso al Times. Il tempo diventa a questo punto una variabile fondamentale. “Sono molto basse le probabilità di essere già pronto per giocare sull’erba in singolare, qualche speranza in più c’è per il doppio. Se non avvertissi sensazioni positive – ha dichiarato – probabilmente avrei scelto di giocare a Wimbledon per un’ultima volta e ritirarmi subito dopo. Ma voglio darmi qualche chance in più, visto che non avverto dolore e mi sento meglio“. Il nuovo scenario non è più quindi quello dell’ultimo giro d’onore, ma di una valutazione in corso per allungare la carriera. Un bel salto di qualità per un trentaduenne che, in Australia, dichiarò di puntare in primo luogo al recupero di una vita normale, senza dolore. “Adesso gioco a golf e passo il tempo con i figli, cose semplici che non erano però possibili fino a sei mesi fa“.
Nel mirino del tre volte campione Slam, salvo imprevisti, potrebbe adesso entrare l’ultima parte della stagione. Da giocare sul cemento. Sull’ipotesi di un precoce ritorno in doppio – caldeggiata qualche tempo fa anche da mamma Judy – è frenata però dal fratello Jamie, con l’autorevolezza dello specialista. “Sto passando gli anni migliori della mia carriera – ha commentato l’ex numero uno, che fa coppia rodata con il brasiliano Soares – non è semplice pensare di poter giocare a Wimbledon con qualcuno che non ha colpito una pallina da tennis per mesi. Certo, con Andy in forma avremmo avuto buone possibilità di vincere“. Per l’eventuale nuovo compagno, il casting è già partito.