da Parigi, i nostri inviati
[WC] N. Mahut b. [16] M. Cecchinato 2-6 6-7(6) 6-4 6-2 6-4
Che fosse impossibile ripetere la semifinale dello scorso anno era piuttosto annunciato, così come erano nell’aria le insidie del primo contro Nicolas Mahut, strategicamente sistemato dagli organizzatori sul nuovissimo Simonne-Mathieu che ha subito messo in mostra tutto il calore di cui può essere capace. Desta comunque un certo scalpore l’eliminazione al primo turno di Marco Cecchinato, che vede evaporare i 720 punti dello scorso anno e una ventina di posizioni in classifica.
Per l’avversario, che pur dotato di un braccio di prim’ordine è pur sempre un doppista in procinto di abbandonare l’attività di singolare, e per i dodici mesi tutto sommato positivi che erano intercorsi tra l’exploit dello scorso anno e l’esordio di questa domenica, oltremodo carico di pressioni. Eppure, l’inizio sembrava fugare ogni preoccupazione: Cecchinato balzava subito avanti 6-2 e gestiva con esperienza il tie-break del secondo set, portandosi in vantaggio di due set e grazie a uno scarto piuttosto evidente nello scambio da fondo.
Certo non era necessaria questa partita per confermare quanto il tennis sappia essere uno sport indecifrabile, ma d’improvviso il vento è cambiato. Nessuna palla break offerta nei primi due set, ben tre nel secondo game del terzo set: Mahut ha iniziato a giocare senza troppe preoccupazioni e in modo quasi sornione ha preso possesso del parziale, rompendo due volte il servizio più incerto di Cecchinato. Poi un quarto set addirittura dominato da Mahut (appena quattro punti persi al servizio) ed ecco configurarsi lo scenario del quinto set, tanto familiare per Ceck nelle recenti esperienze Slam quanto pericoloso.
Lo scorso anno l’incredibile campagna parigina di Cecchinato era cominciata proprio con un quinto set, vinto al culmine di una rimonta esaltante ai danni di Copil; lo scorso gennaio a Melbourne, invece, l’italiano si era trovato in vantaggio di due set contro Krajinovic – proprio come oggi contro Mahut – e aveva finito per cedere 6-4 al quinto. Lo stesso, beffardo, punteggio che finisce per infliggergli il 37enne francese, ormai in simbiosi con il pubblico e scatenato con la risposta di rovescio: da segnalare, in particolare, un’esecuzione meravigliosa in lungolinea proprio nel game conclusivo, lo stesso del break che ha deciso quinto set e partita.
Sono facili gli elogi a margine delle imprese così come le critiche accompagnano facilmente le disfatte, ma vale la pena evidenziare alcuni numeri. Marco Cecchinato non ha mai vinto una partita in una prova dello Slam al di fuori del Roland Garros 2018, collezionando ben otto sconfitte al primo turno, le ultime quattro delle quali consecutive. Il palermitano potrà e dovrà ripartire, anche perché rimanere in top 50 significa rimanere ampiamente in linea di galleggiamento per quanto riguarda la possibilità di partecipare ai tornei più prestigiosi. Senza dubbio, però, questo colpo sarà più difficile da incassare rispetto a tutti gli altri.
“È di gran lunga la mia più bella vittoria al Roland Garros” ha detto poi un raggiante Mahut, “me la ricorderò e per giunta è avvenuta su questo campo straordinario (il Simonne Mathieu) che è un vero successo e in cui c’è un’atmosfera straordinaria grazie agli spettatori. Giunti al quinto set, la classifica non conta più, non conta essere 20 al mondo o 250. È una vera lotta e il pubblico, a questo punto, fa la differenza. È il vantaggio di essere francese quando si gioca al Roland Garros“.