[21] D. Kasatkina b. [Q] J. Paolini 6-2 6-3
Il tempo di un break iniziale e l’illusione svanisce. Non c’è partita per Jasmine Paolini contro Daria Kasatkina, che difende su questi campi il quarto di finale di un anno fa ed è sembrata subito sul pezzo. La toscana, all’esordio nel main draw di uno Slam, ha raccolto appena cinque game sul campo 1. Ma porta a casa, insieme agli applausi di incoraggiamento dei non tanti spettatori, le sensazioni positive di un complessivo momento di crescita. Il successo nelle qualificazioni a Parigi è arrivato subito dopo il debutto sul Centrale al Foro (ko al primo turno contro Kenin): alla luce dei suoi 23 anni – e considerando il momento del tennis femminile italiano – non si può buttar via nulla. Dopo la distrazione in avvio su cui ha perso il servizio, Kasatkina è arrivata a destinazione con il pilota automatico, senza alcun patema.
Jasmine – che a marzo 2018 vinse nell’unico precedente, a Praga, quando Dasha era 11 del mondo –, stavolta si è staccata subito dal match, certamente non aiutata dai tanti errori di misura, molti dei quali gratuiti. Pur non dando mai l’idea di poter rimontare, con un rovescio finito spesso fuori giri, Paolini ha avuto comunque il merito di non sbracare, prolungando la durata del match sul finire del secondo set. Un calo di attenzione costa infatti a Kasatkina il secondo break (3-5 dopo un doppio match point annullato), quando però ormai la sfida ha poco da dire. Conti chiusi in un’ora e 12 minuti, ma la spedizione parigina dovrebbe regalare all’azzurra (oggi 210 del ranking) un salto in classifica di almeno una ventina di posizioni. Al secondo turno del Roland Garros femminile, l’Italia sarà solo spettatrice.
“Cosa è successo dopo i primi due game? Bella domanda – ha detto Jasmine dopo la partita –, lei ha cercato di rallentarmi il gioco, ma io ho fatto tanti tanti errori. Avrei potuto giocarmela un po’ meglio, soprattutto con il rovescio, con il quale ho fatto tanti errori, davvero troppi, ed è stato quello che mi ha fatto perdere il match. Peccato, perché avevo vinto con lei a Praga lo scorso anno, sapevo che era un match duro ma ero pronta a giocarmelo”.
Al di là di questo match giocato forse non al meglio delle sue possiblità, Paolini lascia Parigi con un la consapevolezza del livello che ha raggiunto: “Però devo ancora lavorare molto, limitando gli errori e diventando più consistente. Ora si torna a casa per lavorare su queste cose, sapendo che la strada è quella giusta. Il prossimo torneo dovrebbe essere il 60.000 dollari di Brescia, e poi si va a giocare sull’erba, probabilmente a Ilkley, se riesco ad entrare”.