S. Kenin b. [10] S. Williams 6-3 7-5 (dal nostro inviato a Parigi)
Si può dire solo una cosa della sconfitta di Serena Williams: è un peccato vedere una fuoriclasse come la statunitense subire – soprattutto sulla terra – sconfitte non degne del suo passato. Va certamente dato merito a Sofia Kenin di aver giocato un bel match – a parte un comprensibile passaggio a vuoto a metà del secondo set – cercando sempre di mantenere l’iniziativa e non consentendo a Serena di sprigionare con continuità la potenza dei suoi colpi e quindi condurre lei lo scambio.
Del primo set c’è poco da dire: se lo scambio superava i tre colpi, era quasi matematico si concludesse con un vincente (12 nel set) della 20enne di origine russa, che lasciava Serena a 2-3 metri dalla palla, o con un non forzato (saranno 15 a fine parziale) della pluricampionessa Slam, che arrivava in ritardo sui colpi profondi e angolati della connazionale. La 37enne di Saginaw lottava, certo, ma il punteggio di 6-2 Kenin in 39 minuti fotografava perfettamente l’andamento del match sino a quel momento.
Il secondo set inizia come era finito il primo, con la giocatrice nativa di Mosca che si prendeva subito un break di vantaggio e poi arrivava sino al 3-1. Qui avveniva uno dei classici ribaltamenti di fronte dei match femminili. Kenin tremava un po’, lo spirito indomabile di Serena faceva il resto e la 24 volte campionesse Slami infilava un parziale di tre giochi a zero e tornava in partita. Kenin però non si scomponeva e tornava ad applicare con metodicità la sua tattica, che le valeva il break all’undicesimo gioco che la portava a servire per il match. Qui forse si rendeva conto che stava per eliminare da uno Slam una giocatrice che ne aveva vinti 23, entrava in confusione e concedeva la palla del tie-break. Ma Sofia non tremava più – magari un pochino su quel dritto in rete sul primo match point – e chiudeva 7-5 dopo 1h e 33 minuti. Il pensiero tra i cronisti italiani andava al match di primo turno, in cui aveva avuto bisogno di tre set per battere Gatto-Monticone.
E così anche la giornata odierna del singolare femminile conferma quanto accaduto in quelle precedenti: le favorite continuano a salutare il Roland Garros. Delle prime dieci – così consideriamo anche Serena nel ragionamento – sono arrivate agli ottavi solo la campionessa in carica Halep (tds n. 3), la finalista 2019 Stephens ( n. 7) e Barty (n. 8). Tutte le altre, a partire dalla due primi giocatrici del mondo Osaka e Pliskova, sono già sulla strada del ritorno a casa. A questo punto verrebbe da indicare come logica favorita Simona Halep, che dopo aver ceduto un set nei primi due turni (contro Tomljanovic e Linette), oggi invece si è sbarazzata agevolmente della n. 27 del seeding Tsurenko, a cui ha lasciato solo tre giochi. Ma meglio dirlo sottovoce, dato quello che sta succedendo…