M. Vondrousova b. P. Martic 7-6(1) 7-5
Marketa Vondrousova non ne vuole sapere di interrompere la propria corsa parigina e, ancora senza perdere set, si libera di Petra Martic a dispetto dei quattro precedenti che l’avevano sempre vista sconfitta, l’ultimo in finale sulla terra di Istanbul poco più di un mese fa. A un primo set ben giocato da entrambe, ne è seguito un secondo in cui Martic è quasi scomparsa dal campo per poi rientrare in extremis, salvo poi perderlo in un finale in cui la tensione delle due tenniste rallentava la velocità della palla molto più di un campo fradicio.
L’incontro esce dai binari soliti della WTA: non si va dritto per dritto a spaccare la palla, ma la si muove, si usano le rotazioni per aprirsi il campo, si vedono le smorzate (molto meglio quelle ceche), le discese a rete (tante quelle croate) e le accelerazioni ragionate e, se Marketa tira più forte, l’altra sa difendere.
Vondrousova è la prima a tentare l’allungo al quinto gioco, ma poi subisce tre giochi consecutivi tra regali e un’avversaria che usa sempre meglio il campo, accettando anche di essere a lungo imprigionata nell’angolo sinistro dal gancio mancino della ceca, però mai davvero incisivo. Martic non riesce a chiudere con il servizio a disposizione e nemmeno in risposta al dodicesimo game quando si guadagna tre set point consecutivi: bruciato il primo con una brutta smorzata, Marketa rimonta con coraggio e merito e va prendersi per 7-1 il sesto tie-break su sei del 2019.
L’equilibrio pur ondivago del primo parziale si è rotto in maniera e misura impensabili: Petra ha perso filo del gioco, lucidità, qualsiasi sicurezza e 24 degli ultimi 27 punti quando Vondrousova sale 3-0. Il tutto – e ciò non l’aiuta – sotto gli occhi di tanti suoi connazionali premiati dall’acquisto dei diritti TV dall’emittente pubblica HRT2. Perché Martic è anche la prima tennista croata a raggiungere i quarti in uno Slam dal 1998, anno in cui Iva Majoli arrivò nelle prime otto a Parigi, e un evento del genere non passa certo inosservato sull’altra sponda dell’Adriatico. La ventottenne di Spalato piazza finalmente un paio di giochi e, anche se torna subito sotto di un break, resta almeno in scia.
La svolta, un po’ come i suoi set point mancati, pare essere il match point annullato quando serve sotto 2-5 che rimane nella testa di Vondrousova sommandosi alla comprensibile tensione per essere a un passo da una semifinale Slam a diciannove anni. Al gioco successivo, altro match point e, dopo la prima di servizio a metà rete, l’arbitro ha forse la tentazione di chiamare direttamente il vantaggio esterno, ma perfidamente lascia che Marketa sotterri anche la seconda. Se Petra è tesa come una corda di violino, l’avversaria è preda di paure inimmaginabili e il 5 pari arriva quasi scontato ma non per questo privo di fatiche palpabili.
Liberata suo malgrado della responsabilità di chiudere un incontro che pareva finito, Vondrousova torna avanti assicurandosi almeno l’amato tie-break; Martic, però, non riesce a raggiungerla e, se salva un terzo match point con un drittone inside-in dopo la battuta esterna, lo smash in rete ne regala un quarto. Un’altra gamba sinistra alzata annuncia un nuovo drop shot mal giocato che consegna l’incontro a Marketa. Per lei, semifinale con Johanna Konta, la sorpresa terraiola della stagione, che si è imposta su Stephens; uno pari le sfide tra le due.