Calpestare di nuovo i prati gli ha restituito le sensazioni che sembravano perse. Alex De Minaur a ‘s-Hertogenbosch sembra rigenerato, con tutte le intenzioni di dare la svolta a una stagione fino a questo momento altalenante. Il successo su Andreas Seppi gli ha regalato il pass per i quarti e un incrocio teoricamente alla portata nel derby Aussie contro Jordan Thompson. Non arrivava da settimane semplici. Per infortunio ha dovuto saltare Miami e gli appuntamenti su terra di Montecarlo e Barcellona.
L’approccio alla terra poi è stato timido: fuori al primo turno a Madrid e Roma, segnali di ripresa a Parigi dove almeno ha vinto al debutto contro Bradley Klahn, prima di cedere il passo allo specialista Carreno Busta: “Aver passato anche solo il primo turno al Roland Garros mi ha reso felice, anche perché ho giocato poco sulla terra, ero infortunato”, ci ha raccontato Alex in esclusiva (lo abbiamo incontrato a Parigi, ndr). La prospettiva è aperta adesso sugli amati prati di Wimbledon, dove nel 2016 perse da Denis Shapovalov la finale junior e un anno fa finì schiantato al terzo turno da Nadal. “Giocare sul Centrale è straordinario – dichiarò dopo quella sconfitta -, è qui che voglio essere, su campi importanti contro grandi avversari. Ma devo lavorare ancora di più. Sono sicuro che la prossima volta andrà meglio”.
In che modo i grandi campioni come Federer, Nadal e Djokovic sono fonte di ispirazione? “Per me la cosa importante è migliorarsi ogni giorno, come hanno fatto loro. Per riuscire a giocare contro di loro o raggiungere il loro livello, è importante giocare settimana dopo settimana, crederci sempre e credere nelle proprie possibilità“, ha risposto l’australiano che trascorre gran parte del tempo in Europa, in Spagna, dove si allena. “Mia madre è spagnola e mio padre è uruguaiano. Ho vissuto molto in Spagna. Mi piace il contrasto tra i due paesi. In Australia si lavora moltissimo e le giornate sono molto lunghe mentre in Spagna si tende ad essere un po’ più rilassati”.
Oltre ai suoi genitori, c’è un’altra persona molto importante per Alex, l’ex n. 1 del mondo Lleyton Hewitt. “Mi aiuta molto, ho imparato tantissimo da lui. È il mio mentore, assiste molto spesso ai miei match e mi dice sempre che devo credere in me stesso, cosa importantissima per un ragazzo giovane. È fondamentale esserne convinti per poter competere con i migliori del circuito“. Anche Alex è un grande fighter, proprio come Lleyton. “È un onore per me essere paragonato a lui, cerco di seguire il suo esempio e di ripetere quello che ha fatto lui. Quando scendo in campo voglio dare tutto fino alla fine. Voglio essere ricordato per questo“.
Il netto schierarsi di Hewitt contro la riforma della Coppa Davis è un tema che coinvolge anche un giovane come De Minaur, non timoroso di prendere una posizione ben precisa. “In Australia lo spirito di squadra è importantissimo: ci alleniamo insieme, ognuno di noi vuole il meglio per gli altri compagni di squadra ed è per questo che il movimento del tennis è cresciuto tanto. Anch’io sono cresciuto imparando molto dalla Coppa Davis. Non sono d’accordo con i cambiamenti di cui è stata oggetto, l’ho detto molte volte. Si distrugge un torneo che esiste da 106 anni. Hanno eliminato la possibilità di giocare di fronte al proprio pubblico e fuori casa. La Coppa Davis mi ha insegnato tantissimo“.
Dall’Olanda parte con le migliori intenzioni la sua campagna d’Inghilterra, con l’obiettivo di rilanciare un’annata che era iniziata nel migliore dei modi, conquistando il titolo a Sydney proprio in finale contro Seppi. “Mi piacerebbe che si giocasse di più sull’erba. È una gioia tornarci ogni volta“, ha dichiarato al sito ATP il numero 24 del mondo. L’amore sembra già corrisposto.