Giovani, in fiducia e forti. Forti dappertutto. Anche sull’erba. Con la finale a Stoccarda, Felix Auger-Aliassime e Matteo Berrettini hanno dimostrato di essere molto competitivi anche sulla superficie più atipica in assoluto, quella sulla quale se non sei britannico probabilmente non ci hai mai messo piede, quella sulla quale si gioca per un solo mese nell’arco dell’intero calendario ATP.
Il 19enne canadese in Germania sta addirittura disputando il suo primo torneo da professionista sull’erba in carriera. Il 23enne romano ha giusto alle spalle l’esperienza della scorsa stagione, che già faceva intravedere come le possibilità di fare bene in futuro ci fossero. Insomma, questi ragazzi imparano in fretta ad adattarsi. Perché sono entrambi forti, appunto. Addirittura fenomenale considerata l’età Auger-Aliassime che rischia di diventare il più giovane vincitore di un titolo sul circuito maggiore da 11 anni a questa parte. Ma anche perché sono entrambi dotati di un’intelligenza tennistica assolutamente fuori dall’ordinario.
Poi certo c’è la fiducia, quella che fa davvero la differenza nel tennis. E di fiducia ne hanno accumulata tanta in questi primi mesi dell’anno Felix e Matteo. Il canadese da inizio anno ha un record di 25 vittorie e 13 sconfitte. Ha ottenuto le sue prime due finali ATP in carriera, entrambe sulla terra rossa a Rio de Janeiro in febbraio e a Lione qualche settimana fa, perdendole rispettivamente contro Laslo Djere e Benoit Paire. Ha battuto per la prima volta in carriera un Top 10 ad Indian Wells, ovvero Stefanos Tsitsipas. È diventato il più giovane giocatore ad entrare nei primi 25 al mondo dai tempi di Lleyton Hewitt, al quale per grinta e voglia di vincere sicuramente assomiglia.
Attualmente con il suo tredicesimo posto è clamorosamente in corsa per le Finals di Londra. Clamorosamente perché sì ha pur sempre 18 anni e l’anno scorso giocava i Challenger. Berrettini ha un record addirittura migliore (27-12) anche se accumulato in tornei meno importanti. Ha vinto il suo secondo torneo in carriera Budapest e centrato la terza finale a Monaco di Baviera. Al primo faccia a faccia con un Top 10, al Foro Italico, che vuol dire pressione oltreché supporto se sei un tennista azzurro, ha superato Zverev. Insomma, sono senza dubbio due dei giocatori più caldi in circolazione.
Lo hanno dimostrato anche alla Mercedes Cup. Percorso non complicatissimo ma nemmeno privo di insidie quello di Auger-Aliassime. Dopo aver superato Gulbis e Simon in due set, giocatori agli antipodi da ogni punto di vista, il prodigio di Montreal si è trovato di fronte all’erbivoro e funambolo tedesco Dustin Brown ai quarti di finali. E lì ha tirato fuori quella precoce determinazione e capacità di dare il meglio quando conta che sta cogliendo di sorpresa il mondo del tennis, venendo a capo del match in tre tie-break. Il ritiro del connazionale Raonic lo ha poi portato alla finale bello fresco. Berrettini ha invece letteralmente spazzato via tutti gli avversari che si è trovato di fronte nel torneo, nell’ordine Kyrgios, Khachanov, Kudla e Struff. Otto set vinti, zero persi. Ma soprattutto nessun break concesso e, fino alla semifinale, nemmeno una palla break. Letteralmente dominante l’azzurro a Stoccarda.
Il risultato della finale è assolutamente aperto. A rigor di logica, il favorito è Auger-Aliassime, al momento avanti di nove posizioni nel ranking, 21 contro 30. Dalla sua il canadese ha una completezza stupefacente in campo. Sa fare tutto e lo sa fare benissimo. Inoltre, lo si può già forse dire, è uno dei migliori atleti in senso assoluto mai visto su un campo da tennis. E, come detto, ha una grande attitudine al match. A detta di Federer ricorda Nadal in questo senso. Mica male come complimento. Ma nelle finali ha già steccato due volte sue due, peraltro contro avversari che, con tutto il rispetto, non hanno il suo pedigree.
L’incantesimo prima o poi si spezzerà ma speriamo non oggi. Berrettini ha le armi per avere la meglio del suo rampante avversario. A partire dal servizio, che si sta dimostrando efficacissimo anche sull’erba. Magari, se non sufficiente, seguito dal dritto, a chiudere il punto. Matteo dovrà essere bravo a giocare una partita rapida, in cui potrà colmare forse qualche piccolo gap nella tenuta da fondo con il rovescio e in cui il canadese faticherà a trovare ritmo. Le variazioni, nella forma di rovesci slice, pure si potrebbero rivelare importanti per destabilizzare l’avversario. Insomma pietra e piuma per provare a superare il tennis totale di Auger-Aliassime.
Comunque vada quest’incontro ci saranno sicuramente opportunità di rivincita per il perdente. A dirlo è innanzitutto l’anagrafe. Questi due rischiano di incontrarsi tante volte nel prossimo futuro, speriamo anche con una posta in palio più alta di una Mercedes. Potrebbero già farlo a metà novembre, in occasione della prima Davis Cup in stile mondiale, a Madrid. Italia e Canada sono infatti inserite nello stesso girone, insieme agli Stati Uniti. Riesce difficile pensare che Raonic, in condizioni fisiche perennemente precarie, arrivi al top nella capitale spagnola. Non è da escludere che decida persino di tirarsi fuori dalla mischia.
Comincia ad essere difficile pensare anche che Shapovalov trovi d’improvviso la maturità tennistica. E così Auger-Aliassime a 18 anni rischia già di essere la punta di diamante dell’interessantissimo team canadese. Batterlo una prima volta significherebbe mandare un messaggio transoceanico che arriva diretto ad Ottawa con scritto: “Ce la giochiamo sul serio”.