da Halle, il nostro inviato
L’ATP 500 di Halle è ai nastri di partenza e da queste parti tutti gli sportivi sono da settimane in fibrillazione per l’arrivo del torneo di tennis più importante di tutta la Germania. Ha lo stesso status del 500 di Amburgo, ma precede Wimbledon mentre l’ex Super 9 terraiolo ora è disertato dai migliori giocatori. Tutto questo non basta: è il più importante di Germania soprattutto perché ad ogni stagione risponde presente Roger Federer, che quest’anno ha l’occasione di centrare il decimo successo su questi prati e in assoluto. Oltre ad Halle, solo la natìa Basilea è stata conquistata 9 volte dal Re svizzero, che sembra molto determinato a raggiungere Nadal come unici due giocatori dell’Era Open a vincere lo stesso torneo almeno 10 volte (anche se qui Rafa può vantare un dominio incontrastato, coi suoi 12 Roland Garros, 11 Montecarlo e 11 Barcellona).
Insomma, con buona pace dell’astro nascente Sascha Zverev, qui la gente ha occhi solo per Roger (del resto, dove non è così?). Normale quindi che la conferenza stampa di Federer fosse il piatto forte del “Super-Media-Sunday”, che ha caratterizzato la domenica precedente l’inizio del torneo. Il fresco semifinalista di Parigi si è presentato sorridente alle 9,30 di mattina, con la sua felpa bianco panna con strisce ed etichette rosse, a richiamare i colori della sua Svizzera ma, in primis, a mostrare uno dei prodotti Uniqlo di cui Roger è il più noto testimonial.
Federer è troppo navigato per esordire con le frasi di rito e preferisce spiegare il suo (davvero) familiare rapporto con Halle più tardi. Prima due parole su come si sente all’esordio sull’erba: “La pressione è alta anche per me, l’erba non ti perdona, perdere un attimo la concentrazione può costarti il set. Lo ammetto, sono qui solo per vincere. Sto bene, pieno di energia e conquistare il decimo Halle sarebbe per me davvero speciale, non ho mai vinto un torneo 10 volte”.
Gli viene chiesto un bilancio del suo ritorno al Roland Garros: “Sono stato molto soddisfatto, ho raggiunto la semifinale, dove ho perso dal migliore di sempre sulla terra, non c’è disonore in questo. Il vento durante del match era difficile da gestire, ma questo l’ha reso epico. Sulla terra Rafa sa sempre che ha molte opzioni, è la stessa cosa che vale per me sull’erba, posso giocare da fondo, fare serve&volley, spezzare il ritmo con palle corte… quando hai molte opzioni puoi adattarti a molti avversari e il tuo margine è più alto”. Due parole sul suo avversario al primo turno (domani, quarto match sullo Stadion, non prima delle 17.30), quel John Millman che lo eliminò a sorpresa dagli ultimi US Open: “Devo essere attento dal primo quindici. Millman non ti regala mai nessun punto, è un esordio abbastanza duro ma in fondo è meglio così”.
Ora sì che Roger può parlare del suo feudo della Vestfalia: “Con il mio ritorno sulla terra battuta, quest’anno il tempo per prepararmi all’erba è stato molto meno, ma ad Halle vengo sempre volentieri, qui mi sento a casa, coi tifosi e gli organizzatore siamo quasi una famiglia”.
Sembrano parole eccessive, più di facciata che autentiche, ma poi Federer toglie ogni dubbio: “Quando ho saputo che con lo sponsor c’erano problemi, sono corso dalla famiglia Weber (il torneo si chiama infatti Gerry Weber Open, dal nome del ricco manager cui la piccola Halle – 21.000 abitanti – deve il privilegio di essere la sede del più quotato torneo ATP tedesco, ora diretto dal figlio Ralf, nda) per sapere se potevo fare qualcosa, poi è arrivato Noventi, ma parlerò con Ralf per cercare altre possibili collaborazioni future. Il rapporto con i tifoso è ottimo anche perché vengo dalla svizzera tedesca e parlare la loro lingua mi permette d’integrarmi al meglio. Qui poi anche la mia famiglia viene sempre molto volentieri. Capita nel momento perfetto, tra due appuntamenti in due grandi città come Parigi e Londra: godersi la tranquillità e i panorami che ci sono qui è quello che ci vuole prima di ritornare in una metropoli”.
Il legame di Federer con Halle è dettato in primis da un contratto ricchissimo che ne assicura la presenza: ha esordito nel 2000, vincendo per la prima volta nel 2003 contro Nicolas Kiefer e da allora ha mancato l’appuntamento solo nel 2007, 2009 e 2011. Quest’anno è alla 17esima partecipazione, che potrebbe valere il 102esimo titolo della carriera.
Difficile che sia andata così, ma la battuta con cui Roger esalta la particolarità forse più distintiva del torneo ci autorizza a pensare che sia dovuta ad essa la scelta del verde della Foresta di Teutoburgo per prepararsi a Wimbledon: “Dove altro potete trovare una stanza d’albergo con questa vista? È bellissimo, posso guardare i miei amici e i miei avversari dal balcone!”. Ed è davvero così, ad Halle infatti l’hotel dei giocatori è ubicato all’interno dell’impianto.