Dopo aver dimostrato che è ancora in grado di vincere qualche incontro anche sul rosso, Roger Federer torna sugli amati prati di Halle in cerca del decimo titolo – anzi, der zehnte, come più o meno dicono in Vestfalia – che gli varrebbe anche la seconda testa di serie a Wimbledon.
Il primo ostacolo è John Millman, lo sconosciuto che allo scorso US Open aveva eliminato Fabio Fognini al secondo turno e che poi si era regalato un quarto d’ora abbondante di celebrità e una classifica insperata battendo proprio il fenomeno di Basilea, cosa che aggiunge un po’ di pepe a questa sfida e appesantisce ulteriormente l’obbligo di vincere da parte di Federer. Inoltre, forse per la nazionalità, forse perché ha due tronchi al posto delle gambe, sull’erba l’australiano non sembra affatto fuori dal suo ambiente.
Se, poi, citiamo Federer (“l’erba non ti perdona, perdere un attimo la concentrazione può costarti il set. Millman non ti regala mai nessun punto, è un esordio abbastanza duro”), ecco spiegata la tensione portata in campo quest’oggi dal numero tre del mondo. Tuttavia, pur con un avversario poco disposto a fare da spalla, un’ottima giornata al servizio e la ricerca costante del comando degli scambi a prescindere da qualche errore di troppo consentono al venti volte campione Slam di vincere 7-6 6-3 senza correre veri rischi.
IL MATCH – Federer inizia in risposta, ma è lui che dirige il gioco andandosi a prendere i primi due punti con altrettanti dritti devastanti; è però lo stesso dritto a tradirlo subito dopo con tre errori, il secondo colpendo male una palla comoda da attaccare. Tenuto agevolmente il turno di battuta, sono ancora i gratuiti dal lato destro che gli impediscono di approfittare della non eccelsa percentuale di prime australiane.
Millman, per ora, non fa molto: non è in grado di allungare lo scambio contrastando efficacemente le accelerazioni e, giustamente, non rischia più del necessario nelle situazioni neutre visto che i regali arrivano anche dal rovescio svizzero, tanto che scappa pure una parolaccia in tedesco. Un nastro vincente precede il primo vero punto da Roger erbivoro (volée smorzata sull’attacco in controtempo), ma il servizio solido di John trova la complicità della risposta e sfuma un’altra occasione di andare a palla break.
Sul 4 pari, Millman trae visibilmente fiducia da uno scambio durissimo vinto sulla diagonale di dritto e non concede più nulla in battuta; qualche brivido al dodicesimo gioco con doppio fallo e dritto sbagliato da Federer, ma raggiunge l’avversario per il tie-break. Doppio fallo di Millman sul 2-1 e Roger va subito a prendersi un altro punto seguendo lo slice di rovescio, una biscia corta e insidiosa che la mano australiana non può gestire. Lo svizzero sale in cattedra e si prende il parziale oscurando l’altro, incapace di muovere il punteggio. Per Federer, due punti persi sulle 22 prime in campo, i gratuiti (totali e di dritto) che superano di un paio di unità i vincenti, mentre spicca quel 71% di seconde trasformato da Millman.
Si ricomincia con entrambi i contendenti ben centrati sui propri turni di battuta, almeno fino al sesto gioco quando, sul servizio del n. 57 ATP, si vedono le prime palle break dell’incontro: fallita la prima con uno sventaglio ampiamente largo, sulla seconda Roger accetta lo scambio lungo e incamera l’errore del trentenne di Brisbane. Giusto per creare un po’ di suspense, quello meno giovane va sotto 0-30 nel game successivo, ma oggi è intoccabile al servizio.
John resta in scia e, in battuta sul 5-3, Federer si inguaia con una volée di rovescio orrenda, mentre Millman guadagna una palla per rientrare con il quarto vincente di dritto. Lo svizzero rimette le cose a posto con il servizio e, per la 17a volta in altrettante apparizioni, passa al secondo turno dove troverà Jo-Wilfried Tsonga (11-6 i precedenti a favore dello svizzero) che ha superato Benoit Paire; il francese più folle ci ha messo del suo per agevolare la vittoria del compatriota, con tre doppi falli che gli sono costati il break in apertura e il nervosismo espresso nel corso dell’intero parziale; l’equilibrio del secondo set si è invece spezzato all’undicesimo gioco quando è stato ancora Paire a perdere la battuta.
GLI ALTRI INCONTRI – Oltre alle vittorie azzurre delle quali ci racconta il nostro inviato, nessun problema per il campione in carica Borna Coric che si libera in due set di Jaume Munar e raggiunge agli ottavi il qualificato Joao Sousa, autore dell’eliminazione di Jannik Sinner nel tabellone cadetto. Un break per set e 68 minuti sono sufficienti a Jan-Lennard Struff per superare l’ostacolo Laslo Djere che, al suo terzo incontro di sempre sull’erba, manca ancora l’appuntamento con la vittoria. A dispetto della semifinale della scorsa settimana a Stoccarda, la superficie non è la preferita neanche del tedesco che, però, fa valere il suo servizio (31 punti su 34 prime in campo e una buona conversione anche con la seconda battuta). Contro Karen Khachanov, si preannuncia una sfida a “spacca la palla”.
La bella prova del classe 2000 Rudolf Molleker si ferma nel tie-break del secondo set quando, sul match point a favore, il suo lob finisce appena lungo e il qualificato Sergiy Stakhovsky, sempre pericoloso sull’erba, prende il sopravvento e chiude 6-2 al terzo. Bastano cinquanta minuti a David Goffin per liberarsi Guido Pella, mentre il numero 7 del seeding Roberto Bautista Agut annulla quattro set point a Taylor Fritz nel tie-break del primo set poi poi dilagare nel secondo parziale.
Risultati:
[1] R. Federer b. J. Millman 7-6(1) 6-3
[WC] J.W Tsonga b. B. Paire 6-4 7-5
R. Gasquet b. [WC] P. Gojowczyk 6-3 6-4
[7] R. Bautista Agut b. T. Fritz 7-6(10) 6-0
[4] B. Coric b. J. Munar 7-6(2) 6-3
[Q] S. Stakhovsky b. [WC] R. Molleker 3-6 7-6(6) 6-2
M. Berrettini b. [6] N. Basilashvili 6-4 6-4
[Q] A. Seppi b. [Q] M. Moraing 6-4 7-6(4)
J. Struff b. L. Djere 6-4 6-4
D. Goffin b. [8] G. Pella 6-1 6-1