M. Berrettini b. [Q] A. Seppi 4-6 6-3 6-2 (da Halle, il nostro inviato)
Un altro match bellissimo (dopo quelli di ieri di Khachanov e Coric), che dà lustro all’Italia. Il derby tra il vecchio leone Andreas e il lanciatissimo giovane rampante Matteo Berrettini vede alzare le braccia al cielo al romano, che ha vinto da vero campione visto il livello odierno dell’avversario. Un Seppi intelligentissimo (che ferma a 63 la striscia di turni di servizio consecutivi vinti da Berrettini) e a tratti al livello di quello che eliminò Federer al secondo turno degli Australian Open 2015. Un Berrettini sorpreso e falloso ma capace di restare vivo, ha poi saputo girare il match con grande classe e poi dilagare nel terzo set. Le parole rilasciate ieri da Seppi ai nostri microfoni erano assolutamente corrette: “Matteo ha tutto per top ten e semifinale Slam”.
Nei quarti di finale Matteo troverà adesso il russo Karen Khachanov, sconfitto due volte su due nei precedenti: la scorsa settimana in due set a Stoccarda e sempre nel 2019, a Sofia in rimonta. “Il grande miglioramento l’ho fatto al servizio, che su questa superficie è molto importante. Ma sono stato molto concentrato anche nei turni di risposta”, ha dichiarato Matteo nel corso dell’intervista a bordo campo a fine partita. “Contro Khachanov sarà molto complicato, sicuramente vorrà la rivincita dopo la sconfitta della scorsa settimana”.
IL MATCH – Il pubblico di Halle è molto fortunato. Non solo ha un grande torneo in un posto accogliente immerso nel verde della Foresta di Teutoburgo, ma dopo le pernici di ieri con gli eroici Struff e Sousa che stavano per estromettere le tds 3 e 4, oggi ha assistito, in attesa di Zverev e Federer (così, tanto per gradire) a un altro match bellissimo, uno spot per il nostro tennis. Un Andreas Seppi di questa caratura non lo vedevamo da Gennaio. Qui per un set e mezzo è stato anche meglio, mettendo in campo un tennis vario, brillante e capace di incartare la superiorità attuale di Matteo Berrettini, che lo precede in classifica di ben 47 posizioni (n.22 contro n.69).
Il finalista di Halle 2015 (quando perse da Re Roger 7-6 6-4) ha applicato alla grande la strategia di rallentare la vertiginosa velocità di palla di Berrettini con una grande varietà di colpi, slice volti a spezzare il ritmo e fughe immediate dalle diagonali sul dritto che avrebbero permesso alla potenza di Matteo di avere la meglio. Sul 3 pari gli errori di misura del fresco campione di Stoccarda, frutto dello stordimento per il gioco dell’avversario, lo costringono a cedere il servizio dopo 63 game di battuta senza break. Del resto, ieri Seppi ce lo aveva detto (“è ora che qualcuno arresti questa striscia”)…
Nel secondo set il livello dell’altoatesino sale ancora e tra discese a rete e volèe al bacio sembra che ai quarti arrivi l’esperienza del 35enne di Caldaro. Berrettini ha il merito di non rassegnarsi e mantenere concentrazione la concentrazione, sebbene sembri contrariato. Sul 3 pari sembra capitolare, prima un doppio fallo e poi un break-point sul 30-40 che sa molto di match-point mascherato, ma il ventitreenne romano riesce a stare a galla. Nel gioco seguente, due colpi in rete di Seppi lo portano sul 15-30, che impatta con un ace a 171 km/h ma piazzato alla grande. Il rischio però di rimettere in partita colui che “ha tutto per top ten e semi Slam” (parole dello stesso Seppi) è talmente alto che Andreas forza un gran dritto incrociato, che però termina lungo.
Berrettini, fin qua molto sofferente e sostenuto, dopo ogni scambio vinto o perso, dai “forza, coraggio!” di coach Umberto Rianna, dà seguito ai complimenti di ieri dell’avversario e con grande classe centra il break alla prima occasione. Ha fin qui avuto il merito di resistere, stare attaccato a un avversario oggi superiore, in stato di grazia e ora sa che deve salire in cattedra. Serve per il set con due ace e 4 punti su 4. Un set pari, senza che Seppi non si capaciti di essere punto e a capo. Il terzo set vede Berrettini onfire, ora non sbaglia più nulla ma il match è ancora da vedere perché stare anni e anni sul circuito significa avere non solo esperienza ma anche grande orgoglio.
Seppi non molla niente e ne nascono punti formidabili, scampi da cineteca che impreziosiscono un set di fatto a senso unico ma con in campo un grande giocatore e un 23enne n.22 del mondo che ha sofferto come Nadal e vinto con la classe, appunto di un Fab Four. Ora Khachanov ai quarti, sognando una possibile finale, magari con Federer. Tanto per volare bassi…