da Londra, il nostro inviato
Il torneo di tennis più antico del mondo non poteva che incoronare il giocatore più anziano in tabellone. Al Queen’s Club su invito, nonostante la classifica di numero 113 mondiale, il trentasettenne Lopez si è ritrovato per una settimana nel suo elemento preferito, l’erba: lei ha ricambiato i quattordici anni di ininterrotto affetto, incoronandolo campione dei Fever-Tree Championships per la seconda volta.
Nella solita finale tesissima, ormai un must al circolo della regina, a Feliciano è servito ancora una volta il tie-break decisivo. Due anni fa ci aveva beffato Marin Cilic, stavolta è stato l’unico modo per scollarsi di dosso Gilles Simon, rimasto attaccato all’incontro conclusivo più anziano nella storia ultra-centenaria del torneo con tenacia fin quasi allo scoccare della terza ora. Che non è stata neppure l’ultima per lo spagnolo, già reduce da un sabato estenuante: mezz’ora dopo si è di nuovo presentato in campo per regalarsi uno storico bis in doppio al fianco del rientrante Andy Murray.
Su un campo centrale piuttosto lento Feliciano era partito bene, strappando ripetutamente il servizio a Simon per aggiudicarsi il primo set per 6-2, prima che la stanchezza e la lenta crescita dell’avversario complicassero sempre di più le cose. Consapevole che il solito gioco d’attacco non sarebbe bastato, Lopez ha alternato fin dall’inizio la presenza sotto rete – sia al servizio che in risposta, trovando il modo di chiudere di volo anche scambi molto prolungati – a una ottima resistenza dalla riga di fondo: mescolando il palleggio con il back di rovescio ha finito per tenere testa al francese anche nel suo gioco, non lasciandosi logorare dai game di battuta via via sempre più combattuti. Alla fine i due punti più duri dell’incontro li ha vinti lui, uno dei quali addirittura nel finale, a energie quasi esaurite.
Finale che è stato dolcissimo, con tanto di annuncio di nuovo matrimonio durante la premiazione, ma che avrebbe potuto essere molto amaro: a tre punti dalla coppa nel secondo set Lopez ha pasticciato con il suo colpo migliore, la volée; nel terzo, dopo aver risposto in rete su un championship point nell’ultimo turno di battuta regolare, si è ritrovato ancora una volta nella lotteria del tie-break. A quel punto però Simon aveva esaurito il credito con la fortuna: una settimana di terzi set ha pesato per prima sulle sue spalle, portandolo al doppio fallo sul 2-3 che è stato soltanto l’ultima delusione datagli da un servizio mai d’aiuto nel corso dell’intero torneo.
Con uno strepitoso passante al volo e un paio di buoni servizi Lopez ha compiuto gli ultimi passi verso il successo, confermando ancora una volta le gerarchie sull’erba (5-0 negli scontri diretti, e 4-0 nei titoli sulla superficie). Non fosse stato per la contemporanea vittoria di Roger Federer a Halle, il risultato lo avrebbe reso anche il più anziano campione ATP addirittura dagli anni 70 di Ken Rosewall. Ma forse a lui più del passato importa il presente, nel quale è di nuovo tra i primi 60 della classifica mondiale e soprattutto è di nuovo felice del proprio tennis. Un tennis che continua ad emozionare, almeno sul vecchio prato del Queen’s Club.
Risultato:
[WC] F. Lopez b. G. Simon 6-2 6-7(4) 7-6(2)