da Londra, il direttore
La sua è una piccola grande società di management, la Team8Global, ma che si sta muovendo benissimo, certo favorita dal rapporto instaurato con il cliente di maggior prestigio esistente nel panorama tennistico mondiale, Roger Federer. Ma se Roger rappresenta passato, presente e futuro in campo maschile – futuro perché anche da “pensionato” continuerà a essere un mito per questo mondo anche al di fuori del tennis – la ragazzina prodigio della Georgia Coco Gauff è certo la nuova stella destinata ad illuminare il firmamento oggi piuttosto opaco del pianeta donna.
Per non farsi mancare nulla Tony, che ha favorito e costruito il rapporto dei suoi due clienti con Barilla, si è lanciato anche nella creazione della Laver Cup, appoggiandosi alla federazione australiana e americana, prima di avviare anche una collaborazione con l’ATP. Decisamente Godsick è un tipo che si sa muovere bene. E certamente l’exploit di Coco Gauff a spese del suo idolo Venus Williams, un primo exploit che non sarà certo l’ultimo, anche se non è detto che venga subito seguito da quello con la temibilissima Rybarikova – ex semifinalista in questo torneo e vittoriosa su Sabalenka al primo turno – ha fatto salire in maniera già esponenziali le azioni dellaTeam8Global. Ho incontrato Tony e gli ho fatto questa breve intervista.
Tony Godsick, non sei certamente “miope”. Hai un dono che ti permette di vedere lontano. Coco Gauff è stata una scelta decisamente azzeccata. Con Federer era stato più facile, no?
Beh sì, quando ho iniziato a lavorare con Federer aveva già vinto cinque titoli dello Slam ed era il numero uno del mondo, per cui era più semplice capire che c’era del potenziale. Ovviamente, Coco è un giovane talento, ha soltanto 15 anni, ma si comporta in maniera estremamente professionale, lavora duro, le piacciono i grandi palcoscenici, e qui le è stata data la possibilità di essere messa su un campo molto importante di fronte al suo idolo. Possono accadere due cose: o viene soverchiata dalle emozioni oppure riesce ad accogliere la sfida e dare il meglio di se stessa. Fortunatamente è stata capace di scegliere la seconda opzione. È stato molto emozionante assistere alla sua vittoria, ma non bisogna aspettarsi che diventi una consuetudine. A causa della sua età, ci sono ancora delle restrizioni nel numero di tornei che può disputare, sta ancora maturando, come giocatrice e come persona, e il nostro ruolo è quello di lavorare con i suoi genitori e il suo staff tecnico per far sì che l’ambiente in cui si trova sia il più adatto possibile alla sua crescita.
In questi giorni si è visto come lei sia già molto a suo agio ad essere qui, fianco a fianco con le giocatrici di vertice. Non è un torneo facile in cui vincere una grande partita, può suscitare un po’ di timore nelle giovani tenniste, e la maniera con cui ha vinto, la sua compostezza, dice molto su quella che è la sua maturità.
Anche dopo la vittoria, in conferenza stampa, parlava come una veterana, non sembrava per nulla un’esordiente. Da quando la conosco è sempre stata molto a suo agio a parlare con le persone, sia adulti sia coetanei, e a comportarsi in maniera adeguata alle circostanze. È stata cresciuta molto bene, ha due splendidi fratelli, molto educati anche loro, quindi si può dedurre che siano stati ben educati dai loro genitori.
Non hai mai avuto dubbi a suggerire a Barilla la partnership con Coco?
Nessuno ha la sfera di cristallo. Siamo una piccola agenzia di management e lavoriamo solamente con un numero limitato di atleti. Quello che abbiamo visto in Coco, nella sua famiglia e nel suo entourage è stato qualcuno disposto a lavorare duro, quindi ne abbiamo parlato con Barilla, che sa valutare bene gli sportivi, hanno avuto a che fare con tanti campioni anche loro. Ci hanno dato fiducia e sono contento che la fiducia che hanno riposto in noi sia stata ben ripagata.