da Londra, il direttore
Stefano Fabbiano, il papà di Thomas, è frenato dalla commozione appena dopo la grande impresa di suo figlio, capace di battere Karlovic e accedere al terzo turno di Wimbledon. Per il secondo anno consecutivo, confermando come al momento sia lo Slam nel quale riesce ad esprimersi meglio.
Il primo a esprimere la sua gioia è quindi Roberto, il fratello di Thomas, che si dimostra anche piuttosto lucido nell’analisi. “La differenza l’ha fatta il non concedere palle break, che è molto più importante di fare ace. Anche quando il punto iniziava, Tomas è stato bravo a muovere Karlovic e così ha vinto i punti importanti“. Stando alle statistiche, oltre metà dei servizi del croato non sono ritornati nella sua metà di campo; in pratica Fabbiano è riuscito a vincere questa partita con soli 60 servizi ‘giocabili’ a disposizione, sui 138 scagliati da Karlovic.
Papà Stefano prende la parola poco dopo. Gli chiedo quanto sia grande la soddisfazione, da padre, dopo le difficoltà di inizio carriera. “Soffrire? Senz’altro, ma è un ragazzo che ha sempre fatto quello che gli piaceva fare e ha continuato anche nei momenti difficili. E ce ne sono stati. Questa cosa l’ho sempre apprezzata“. Stefano racconta come abbondassero, a suo tempo, i pareri negativi sulla crescita lenta di Thomas in grado di raggiungere la top 70 soltanto a 28 anni. Parla anche degli inizi, di come sia stato decisiva la sua scelta di iniziare a giocare a tennis che ha fatto nascere nel figlio la passione. “All’inizio non avevamo i campi da tennis, sono stati costruiti qualche anno dopo. Ci furono anche tante critiche perché, quando Thomas ha cominciato a giocare, io facevo il sindaco e tutti e molta gente sostenne che avevo utilizzato somme della comunità per fare dei campi da tennis. Ma non era vero, la costruzione di quei campi era programmati già prima che io iniziassi a fare il sindaco!“.
Interrogato poi su quanto sia complicato far crescere un giocatore di alto livello in una regione come la Puglia, ammette che rispetto ad altre zone d’Italia può esserci qualche svantaggio. “Non siamo al livello di altre realtà, ma se c’è la stoffa… io penso che si possa crescere anche da noi, con tutte le difficoltà che esistono“.
Di seguito l’audio completo dell’intervista: