A. Riske b. [1] A. Barty 3-6 6-2 6-2
Esce clamorosamente di scena la n.1 del mondo e fresca vincitrice del Roland Garros Ashleigh Barty, in striscia positiva da 15 incontri. Clamorosamente perché a batterla è stata l’americana Alison Riske, giocatrice particolarmente a suo agio sull’erba, dove ha vinto due tornei sulla strada verso i Championships (Surbiton e ‘s-Hertogenbosch), ma pur sempre n.55 della classifica WTA. Clamorosamente perché Barty aveva agevolmente conquistato il primo set e sembrava in grado di poter conquistare il match senza troppi patemi. Poi la partita ha preso una piega completamente diversa e Riske ha avuto con merito la meglio in tre set, come nei tre precedenti incontri in questo Wimbledon, agguantando per la prima volta i quarti di finale in carriera in uno Slam.
Barty, dall’alto del suo metro e sessantasei di altezza, dà fuoco alle polveri con un perfect game iniziale da far invidia a John Isner. La 23enne di Ipswich fatica molto di più nel secondo turno di servizio ma, scampato il pericolo, riesce a strappare il servizio a Riske nel gioco successivo, allungando sul 3 a 1. La statunitense è entrata in campo in fiducia e si vede nel settimo gioco, quando riesce a recuperare il break di svantaggio, accorciando sul 4 a 3. La gioia le si strozza in gola dato che Barty vince i successivi due giochi con autorità, portando a casa il parziale. La n.1 del mondo chiude il set con un pauroso 93% di punti vinti al servizio, più vincenti e meno errori rispetto a Riske.
All’inizio del secondo parziale gli equilibri in campo cominciano a mutare radicalmente. È sempre più spesso la 29enne di Pittsburgh a prendere il controllo delle operazioni negli scambi, sfruttando colpi potenti e molto precisi. L’americana è aggressiva e va a prendersi il break sul 2 a 1. Barty invece di avere una reazione emotiva sembra tramortita da un’avversaria totalmente padrona del campo e in grado di verticalizzare il gioco in maniera rara per gli standard del tennis femminile. L’australiana aumenta il suo numero dei gratuiti (saranno ben 11 al termine del parziale) e, sotto 5 a 2 e servizio, è costretta a cedere ancora il servizio e lasciare che la partita si concluda al set decisivo.
Il canovaccio della partita anche nel terzo set è sempre lo stesso. C’è Riske ad attaccare e a prendersi dei… rischi. Barty è sopraffatta dalla potenza e dall’esuberanza dell’avversaria e prova a limitare i danni in difesa, talvolta variando con il back. L’atteggiamento della tennista di origine aborigena è talmente rinunciatario che viene da pensare che non sia al 100 per cento delle sue condizioni fisiche. Il parziale segue in servizi e a sorpresa, un passaggio a vuoto, costa a Riske una palla break sul due pari. Ma la statunitense si salva. Il match è teso ma anche appassionante e di ottima qualità, soprattutto grazie alla giocatrice a stelle e strisce. La diga australiana si rompe definitivamente nell’ottavo gioco, quando Riske con un gran dritto lungolinea vincente piazza il break che la porta a servire per il match. Il suo braccio non trema, quello di Barty sì.
Con un rovescio in corridoio l’australiana saluta i Championships, ma la sconfitta di Karolina Pliskova le permette di mantenere il numero 1 del ranking. Per Riske la favola continua, grazie ad una prestazione di assoluto livello con 30 vincenti a fronte di soli 15 gratuiti e un incredibile 20 su 27 a rete da erbivora DOC.
ASH NON FA DRAMMI – “Non ho giocato male ma non sono riuscita a concretizzare le opportunità che ho avuto. Ho perso contro una giocatrice migliore. Mi dispiace, ero partita bene. Non ho rimpianti. Ho perso una partita, è un gioco. Non è la fine del mondo. Tra un’oretta starò meglio. Il sole sorgerà lo stesso domani mattina. Perdere il numero 1? Non dipende da me, ma sono molto orgogliosa del mio percorso. Se sono dispiaciuta che mi abbiano messo sul campo numero 2? Lo schedule non dipende da me, gioco ovunque mi programmino, oggi ci sono tanti grandi match. I campi sono tutti delle stesse dimensioni… per me non è un problema. Anche giocare singolo e doppio non è un problema. Mi sento bene, sono in forma e mi piace giocare entrambi“.