Finale a Roma, semifinale al Roland Garros, quarti di finale a Wimbledon. Qualunque tennista del circuito WTA che non parte tra le favorite sarebbe entusiasta di un simile ruolino di marcia in questi ultimi due mesi. Johanna Konta invece ha lasciato i Championships con tanta amarezza, la stessa sensazione che aveva accompagnato le fasi finale degli altri due grandi tornei su terra in cui si è spinta fino in fondo. È troppo chiederle di vincere un Grand Slam? Soffre troppo la pressione quando la palla pesa di più? Sono domande scomode ma ricorrenti sui taccuini dei giornalisti inglesi, che ogni anno vorrebbero vedere Johanna trionfare nel suo torneo di casa e spezzare un’attesa che dura dal 1977, data dell’ultimo successo di una britannica nel singolare femminile a SW19. O forse no.
Johanna percepisce ben altro quando si siede nella sala conferenze per rispondere a interrogativi che non vorrebbe più sentire. Negli ultimi anni ha avuto dei momenti difficili con la stampa britannica alla quale non ha sempre concesso interviste riservate, come invece fanno gli altri atleti con la stampa nazionale al termine della conferenza classica. In tutti questi anni da numero uno britannica non è riuscita a conquistare i giornalisti, che non hanno esitato a mettere in discussione la su nazionalità. Konta è cresciuta in Australia da genitori ungheresi e molti addetti ai lavori d’oltremanica la considerano così, ‘la ragazza nata in Australia da immigrati ungheresi’.
La sconfitta nei quarti contro Barbora Strycova sul Campo Centrale ha creato i presupposti per una conferenza incandescente. È stata la domanda eccessivamente pressante di un giornalista del Daily Express a innervosire Konta, innescando un battibecco che qui sotto trovate tradotto integralmente.
Guardando i numeri, 33 errori gratuiti, hai tirato uno smash a rete proprio su di lei, alla fine del set hai commesso un doppio fallo e hai mancato una volée comoda. Non dovresti rivedere il modo in cui affronti i punti importanti? Avresti potuto gestirli meglio.
Questa è la tua opinione da giornalista professionista?
No, quella di uno spettatore come tanti altri sul Campo Centrale che sperava andassi avanti. E sono statistiche ufficiali.
Ok, non penso tu debba trattarmi in un modo così duro. Sono molto aperta con voi, vengo qui e dico ciò che sento in campo. Se non ti piace la mia risposta, è ok. Credo nel modo in cui gioco. Non ho molto da dire su questa domanda.
Sto solo facendo una domanda a qualcuno che vorrebbe andare oltre, imparare da questa sconfitta e forse vincere Slam un giorno…
Per favore non farmi la predica.
Non sto facendo la predica.
No, no, lo stai facendo. Nel modo in cui hai posto la domanda sei stato irrispettoso. Sono una professionista che oggi ha dato il massimo, questo è tutto.