L’encomiabile resistenza opposta da Rafael Nadal non può nascondere del tutto la delusione per la sconfitta con il rivale di sempre, Roger Federe, che gli impedisce di raggiungere la sua sesta finale sui prati di Church Road: “Ho avuto le mie possibilità, ma lui ha giocato troppo bene, ha meritato. Non ho risposto troppo bene, e quando questo succede lui prende il controllo del match. Quando non metti in campo troppe risposte, poi, è difficile trovare ritmo ed energie”. L’analisi è semplice quanto lucida. Sembra infatti evidente come sia stata la risposta di Federer, sensibilmente migliore di quella di Nadal oggi, a indirizzare la partita dalle parti di Basilea.
“L’inizio del terzo set è stato decisivo, ho cercato di resistere” ammette Rafa, che certamente non si era illuso per la facile vittoria nel secondo. Federer aveva saggiamente scelto di risparmiare qualche energia per riversarle tutte nei set successivi, e decisivi.“Alla fine del match ho cominciato anche a giocare meglio, ma forse era troppo tardi. Non ho manovrato bene col rovescio. Lui è stato aggressivo: fa sembrare facili delle cose difficilissime e si muove più veloce di tutti in campo”. L’elogio delle qualità del suo ‘nemico sportivo’ è scontata quanto doverosa. “Colpisce tanto avanti da non darti possibilità di aprire il campo. Non riuscirai mai a farlo sbagliare di potenza; solo se lo sposti tanto, e oggi io non ci sono riuscito”.
Perdere una semifinale Slam, specie per chi non è troppo abituato a perderne – con quella di oggi sono appena due sconfitte al penultimo atto tra Roland Garros e Wimbledon: una lo scorso anno contro Djokovic, una quest’anno contro Federer – può costituire anche un duro colpo per il morale. Se poi si aggiunge, in sottofondo il ticchettio dell’orologio biologico (il prossimo anno Rafa arriverà a Wimbledon da 34enne), i pensieri possono farsi comprensibilmente cupi. “Quando ho brekkato nel secondo set ha giocato male lui, in realtà. Devo solo accettare che non è stata la mia giornata, certo è dura sapendo che le possibilità di andare in fondo a questo torneo non saranno molte altre“.
Con Rafa non è però il caso di cercare troppi indizi di resa, un concetto al quale non ha mai lasciato spazio nella sua carriera. “Essere parte di questo trio di giocatori che ha vinto così tanto nella stessa epoca è grandioso, ed è qualcosa che difficilmente si ripeterà. Ma non abbiamo mica finito...“. ‘Things continue‘ dice testualmente Rafa. Fino all’ultima sconfitta, quella che metterà fine alla sua carriera, difficilmente ce ne sarà una in grado di metterlo davvero al tappeto.