È stata una finale da ricordare, non solo per il gioco espresso in campo ma anche per le statistiche. La prima finale del singolare maschile ad essere stata decisa con il tie-break sul 12 pari e con la sua durata di 4 ore e 57 minuti è stata la più lunga finale singolare maschile della storia di Wimbledon. Un record che apparteneva sempre in qualche misura a Roger Federer, dato che la finale del 2008 con Rafa Nadal aveva stabilito il precedente record con le sue 4 ore e 48 minuti (6-4 6-4 6-7 6-7 9-7) di durata effettiva, in una partita finita alle 9.16 di sera a causa di ben due rain delay, l’ultima finale prima dell’installazione del tetto sul Centrale. Gradino più basso del podio dei record che coinvolge di nuovo lo svizzero, con le 4 ore e 18 minuti dell’epica finale contro Andy Roddick dell’anno successivo (5-7 7-6 7-6 3-6 16-14).
La finale di quest’anno occupa anche un posto speciale nel libro dei record di tutti gli Slam. È infatti la seconda finale più lunga tra tutti gli Slam, e anche qui tanto per cambiare c’è lo zampino di uno dei due finalisti. Le 5 ore e 53 minuti della finale degli Australian Open 2012 tra Nadal e Djokovic restano il record assoluto degli Slam e vista la riforma del long tie-break in Australia (e del tie break sul 12-12 a Wimbledon) probabilmente lo resterà per molto tempo.
Una partita dal lato sbagliato della storia per Roger Federer, con un’altra statistica a confermare i suoi atavici problemi con la chiusura delle partite. È la 22esima sconfitta per lo svizzero con match point a favore. Ma è doveroso sottolineare i meriti di chi sta dall’altra parte della rete, ovvero Novak Djokovic, capace di vincere Wimbledon dopo aver annullato due match point (in risposta) sull’8-7. Anche qui non è il primo caso nella storia del torneo. Spiccano i record di William Hernshaw, che nel 1889 sconfisse Harry Barlow 3-6 5-7 8-6 10-8 8-6 dopo aver annullato la bellezza di 6 match point nel quarto set. Record in coabitazione con una delle finali tra i Quatre Mousquetaires francesi, il sette volte campione Slam Henri Cochet annullò anche lui sei match point nella finale del 1927 contro Jean Borotra, tutti nel quinto set.
In una finale maschile, comunque, un ribaltamento di questa portata non si vedeva addirittura dal 1948, quando lo statunitense Falkenburg batté l’australiano Bromwich 7-5 0-6 6-2 3-6 7-5 dopo aver annullato tre match point sul 3-5 del quinto set.
Giorgio Di Maio