“Questo giorno è finalmente arrivato”. Con queste parole Mary Pierce, campionessa dell’Australian Open 1995 e del Roland Garros 2000 ha iniziato il suo discorso di introduzione alla International Tennis Hall of Fame durante la cerimonia che come tradizione si è disputata a Newport, Rhode Island, durante il sabato conclusivo del torneo ATP 250 Hall of Fame Open. E così come per lei, il giorno è arrivato anche per Li Na, campionessa a Parigi nel 2011 (sconfiggendo la nostra Francesca Schiavone) e a Melbourne nel 2014, e per Yevgeny Kafelnikov, anche lui campione al Roland Garros e in Australia, rispettivamente nel 1996 e 1999.
La cerimonia, che tradizionalmente inizia a mezzogiorno in punto, era stata programmata invece per le 18 locali, a seguire delle due semifinali del torneo, ma il prolungarsi del secondo match, quello tra John Isner e Ugo Humbert, ha costretto ad un ritardo di oltre un’ora che ha fatto si che le foto finali di rito e il consueto giro del campo da parte dei nuovi membri della Hall of Fame si siano svolte nel buio, illuminati solo da qualche riflettore di fortuna.
Piuttosto lungo il discorso di accettazione di Mary Pierce, forse un po’ troppo, che dopo essere stata presentata da Nick Bollettieri, uno dei suoi primi coach, ha parlato per oltre mezz’ora del suo percorso nel tennis e nella vita: “Il tennis mi ha insegnato così tanto. Mi ha insegnato che i traguardi che si vogliono raggiungere non arrivano facilmente. È necessario duro lavoro, dedizione, sacrifici. Mi ha insegnato che devi credere in te stessa, nonostante quello che dicono gli altri”. La campionessa francese ha raccontato come il suo sogno d’infanzia di diventare una pediatra cambiò di colpo a 10 anni quando accompagno una sua amica a una lezione di tennis e venne notata dal coach del circolo: “Se non fosse stato per quell’amica, per quel coach, che mi chiese di tornare il giorno dopo, non sarei mai più tornata su un campo da tennis, e non sarei qui oggi”.
Kafelnikov ha aperto il suo discorso ringraziando i suoi genitori, Aleksandre e Valentina, che non hanno potuto assistere alla cerimonia: “Papà, mamma, so che state guardando, vi amo tanto. Siete sempre stati al mio fianco. Celebreremo insieme al mio ritorno”.
Ringraziando il board della Hall of Fame per l’onore concessogli, ha concluso dicendo che porterà la responsabilità del suo ruolo con onore per il resto della sua vita, “e spero di non deludervi”.
E quando ormai le tenebre erano già scese sull’ex-casinò di Newport, è stata la volta di Li Na, presentata dal suo agente Max Eisenbud (lo stesso di Maria Sharapova), che ha promesso di fare un discorso in linea con il suo nome: “corto”. Dopo aver scherzato sulla sua vita dopo la carriera professionistica (“Ora ho due figli. Sfortunatamente, lo stesso marito”), ha ricordato come abbia odiato il tennis in principio: “dopo la scuola dovevo andare a giocare a tennis, non avevo tempo per giocare con i miei amici. Ma più il tempo passava, più imparavo ad ammirare questo meraviglioso sport”.