FABIO A SPRAZZI – Dopo il ritiro a Umago, arriva una vittoria in due set ma non troppo agevole per Fabio Fognini contro Julian Lenz, ventiseienne qualificato tedesco n. 374 del ranking. Il vantaggio di incontrare un quasi sconosciuto per l’enorme differenza di classifica è relativamente compensato dal fatto che è… sconosciuto, non si sa come giochi. Fabio parte 2-0 strappando il servizio in apertura, l’ideale per spegnere sul nascere ogni velleità di quello che non ha nulla da perdere. Lenz, però, serve bene, piazza un paio di belle giocate, si carica e pareggia al quarto gioco.
Fognini torna subito avanti e, nonostante qualche errore di troppo (13 gratuiti e altrettanti vincenti), si fa bastare il vantaggio e chiude 6-4, aprendo l’ultimo game con un numero dei suoi, un passante di rovescio stretto in risposta a uno smash. Julian continua a giocare a tutto braccio, segue a rete qualche servizio, va avanti nel punteggio ma, nonostante quattro occasioni per il 4-1 e la racchetta azzurra distrutta, cede la battuta. Fabio piazza la zampata finale al nono gioco e va a prendersi il secondo turno contro la wild card Rudolf Molleker, il diciottenne tedesco nato in Ucraina vincitore a sorpresa su Leo Mayer.
QUESTA FA MALE, CECK – Con Federico Delbonis arriva una sconfitta, la settima consecutiva, che è fondamentalmente un disastro per la fiducia di Marco Cecchinato: l’azzurro si apprestava a chiudere con il servizio un incontro ben giocato dopo aver recuperato il break di svantaggio nel primo set, ma si è fermato sul 40-0 – tre match point consecutivi non sfruttati. Sfuma quindi nel peggiore dei modi l’occasione di tornare alla vittoria, oltre alla possibilità di recuperare subito i 250 punti persi la settimana scorsa. Il primo parziale inizia in salita: sfascia una racchetta poco dopo aver mancato una facile occasione per recuperare il break appena subito, il Ceck nazionale, che decide anche di cambiare il gommino antivibrazioni nonostante l’attenta giudice di linea Shino Tsurubuchi gli indichi dove è rotolato.
Si resta però in quell’ottavo gioco e arriva il pareggio, con Delbonis che sembra perdere il bandolo della matassa e anche l’incisività del rovescio, oltre che essere alle prese con qualche doppio fallo di troppo. “Gordo” ha da tempo sostituito la famigerata doppia finta sul lancio di palla con una pausa, un’interruzione innaturale che non aiuta nei momenti di tensione; annulla comunque un set point al servizio e altri quattro consecutivi nel tie-break, ma il palermitano lo chiude 7-5 tirando un sospiro di sollievo.
Nel quinto game, Delbonis sbaglia uno smash facile dopo un paio di bei recuperi dell’azzurro: è palla break, subito trasformata con una risposta profonda su un secondo servizio argentino. Marco serve per passare al secondo turno, arriva a 40-0, ma i match point sfumano tra l’orgoglio di Delbo e la tensione per il risultato. Nuovo tie-break che incamera l’argentino, nonostante il doppio fallo sul 6-2 che avrebbe potuto innescare la rimonta del nostro che, demoralizzato, commette subito un gratuito. L’incontro, com’è fin troppo facile prevedere, è già finito e il terzo set è una formalità per Delbonis che con un 6-2 raggiunge Sascha Zverev.
Il tedesco ha avuto vita facile con Nicolas Jarry, fresco vincitore di Bastad e, per questo, forse poco… fresco. Dopo due sfide decise al tie-break, a Barcellona e a Ginevra, la città natale di Zverev ne sancisce il sorpasso ai danni del cileno. Le fatiche svedesi non hanno invece avuto effetto sul finalista Juan Ignacio Londero: “el Topo” non lascia scampo al ventenne spagnolo Alejandro Davidovich Fokina che si era messo in mostra al Millennium Open, il solo torneo in cui ha messo a segno vittorie contro top 100 fino a questo punto della stagione.
IL NUMERO 1 DEL SEEDING – Ritorna sulla terra Dominic Thiem, ma verrebbe da dire “ritorna a giocare”, visto che negli ultimi 40 giorni ha disputato un solo incontro, il primo turno a Wimbledon. In ogni caso, doma in due set un Pablo Cuevas che paga con un parziale di svantaggio l’avvio incerto. Brekkato all’inizio del secondo dopo aver fallito un tweener frontale no look come quello esibito con ben altro esito in finale al Millennium Open portoghese, l’uruguayano approfitta di un colpo di Thiem tipo tamburello sulla spiaggia (nelle intenzioni, una smorzata di dritto) per l’immediato rientro o, meglio, per entrare finalmente in partita.
Con Cuevas salito di livello, si cominciano a vedere gli scambi tirati che si aspettavano dall’inizio. Per quanto godibile, tuttavia, il set è deciso al tie-break da due doppi falli consecutivi di Pablo, anche se Dominic vuole metterci del suo con una catenata lungolinea di rovescio. Vittoria numero 250 per Thiem che troverà Marton Fucsovics, facile vincitore di un Philipp Kohlschreiber alla quinta sconfitta consecutiva, la terza in terra tedesca.
Risultati:
[1] D. Thiem b. P. Cuevas 6-3 7-6(3)
[3] F. Fognini b. J. Lenz 6-4 6-4
[2/WC ] A. Zverev b. N. Jarry 6-4 6-2
F. Delbonis b. M. Cecchinato 6-7(5) 7-6(3) 6-2
[7] J-L. Struff b. [Q] T. Monteiro 6-1 6-3
[4] N. Basilashvili b. [Q] H. Dellien 6-4 6-3
R. Gasquet b. [Q] S. Nagal 6-2 7-6(2)
P. Carreno Busta b. [WC] Y. Hanfmann 7-6(5) 6-5
F. Krajinovic b. [6] L. Djere 6-3 6-3
C. Ruud b. R. Haase 6-3 3-6 6-1
J.I. Londero b. [LL] A. Davidovich Fokina 6-3 6-2