A leggere soltanto la statistica più evidente, ovvero il confronto degli ace (28 a 5), la semifinale di Atlanta tra Reilly Opelka e Alex De Minaur potrebbe sembrare il classico bombardamento inflitto dall’altissimo statunitense. Non solo però la partita l’ha vinta l’australiano, qualificandosi per la sua quarta finale ATP (sarebbero cinque, se consideriamo anche quella persa contro Tsitsipas alle Next Gen Finals), ma l’ha fatto terminando la partita con statistiche globalmente migliori al servizio. Pur mettendo a referto molti meno servizi vincenti, ha giocato meno punti in battuta – il che significa che l’ha difesa meglio di Opelka, costretto a servire 25 volte in più – e in percentuale ha vinto più punti, ben il 77% (72 su 93), una statistica che sarebbero persino da ritenersi ‘viziata’ in negativo dal maggiore equilibrio del secondo set. Nel primo e nel terzo set, infatti, De Minaur ha perso rispettivamente tre e quattro punti in battuta. Numeri ‘da Opelka’, messi invece a segno dal suo avversario.
Certo, ad agevolare la difesa del servizio di De Minaur c’è stata la resa largamente perfettibile di Opelka in risposta, mentre al contrario l’australiano non si è fatto intimidire dagli ace subiti e ha tenuto la risposta in campo ogni volta che gli è stato possibile, risultando alla fine l’unico giocatore a ottenere un break. Ben due, nel parziale decisivo, mentre di palle break Opelka non ha visto neanche l’ombra ed è arrivato ai vantaggi una sola volta in due ore e mezza di partita.
I primi due set si sono risolti al tie-break, e in entrambi i parziali Opelka ha dovuto annullare due palle break. Il primo tie-break è stato deciso da un doppio fallo di Opelka, il secondo è stato indirizzato da due nastri: il primo, beffardo, ha trasformato una seconda di De Minaur in un doppio fallo, il secondo – che avrebbe dovuto accomodargli la palla per una comoda conclusione di dritto – ha invece mandato l’australiano in confusione, e il suo dritto lungo ha rinviato la contesa al terzo set. Un parziale che, come anticipato, ha visto De Minaur veleggiare tranquillo in battuta e Opelka costretto invece a districarsi tra le risposte acrobatiche del 20enne di Sydney, che proprio arpionando una super-prima di Opelka e costringendolo all’errore di rovescio ha ottenuto l’ultimo punto della partita e il break che ha messo fine alla partita.
Il terzo favorito del seeding sfiderà in finale il secondo, Taylor Fritz, che ha battuto in tre set Norrie. Il 21enne di San Diego sta ottenendo buoni risultati su tutte le superfici, una continuità che francamente avremmo fatto difficoltà a pronosticare a inizio carriera. Nonostante sia quanto di più lontano dall’idea di terraiolo, Fritz ha disputato una stagione dignitosa anche sul rosso: ottavi a Montecarlo e secondo turno a Madrid (sempre sconfitto da Djokovic), semifinale a Lione e secondo turno a Parigi. Ha poi vinto il torneo di Eastboure, sull’erba, e adesso ha raggiunto un’altra finale sul cemento (la terza della sua carriera). Il nuovo best ranking (sarà n.28 in caso di sconfitta in finale, n.25 in caso di titolo) è lì a testimoniarlo.
La giovanissima finale (che inizierà alle 23 italiane) ha un solo precedente, al Round Robin delle Next Gen Finals 2018, quando De Minaur s’impose con il punteggio di 4-3 4-1 4-2. Ma tranquilli, non fatevi ingannare: qui ad Atlanta si arriva sempre ai sei.
Risultati:
[3] A. De Minaur b. R. Opelka 7-6(4) 6-7(5) 6-3
[2] T. Fritz b. C. Norrie 6-1 3-6 6-3
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