Dall’estate 2013, Riccardo Piatti mette a disposizione alcune settimane estive per organizzare degli stage presso la Tenuta delle Ripalte, nel Villaggio Costa dei Gabbiani a Capoliveri, sull’Isola d’Elba. Di solito non molto attivo sui social, l’attuale coach di Borna Coric non si è potuto esimere in questa circostanza dal pubblicare sui propri account social, data la caratura internazionale di una delle partecipanti di quest’anno, ovvero la ex-N. 1 WTA e cinque volte campionessa Slam Maria Sharapova.
La siberiana, che a gennaio ha raggiunto le 800 presenze da professionista, ha partecipato a soli cinque tornei in stagione: Shenzen, gli Australian Open, e San Pietroburgo a inizio anno, prima che un infortunio alla spalla la tenesse fuori per quattro mesi, consentendole di tornare solo sull’erba, fra Mallorca e Wimbledon.
A SW19, Sharapova si è ritirata per la terza volta nell’anno solare, stavolta per un problema all’avambraccio sinistro, sotto 5-0 nel terzo set contro Pauline Parmentier, dopo essere stata avanti di un set e di un break nel suo match di primo turno. Conseguentemente, la russa è precipitata al’ottantunesimo posto nelle classifiche mondiali, dopo aver concluso il 2018 al ventinovesimo, in un declino apparentemente inesorabile iniziato con la famigerata positività al meldonium nel gennaio del 2016 – da allora ha giocato e vinto solo una finale, a Tianjin nell’ottobre del 2017. Per via della bassa classifica, Sharapova dovrà nuovamente sperare nella grazia di numerose wild card durante lo swing nord-americano, quantomeno per i Premier 5 di Toronto e Cincinnati, per la gioia di molte colleghe. Per quanto concerne i tornei delle prossime settimane, il suo nome compare (al momento) solo nella entry list dello US Open.
Stando alla storia pubblicata da “il Tirreno” il 10 luglio, Masha si sarebbe allenata sui campi della Tenuta delle Ripalte con l’allenatore comasco per due settimane, alla presenza di uno dei suoi protégé, il perennemente in ascesa Jannik Sinner, questa settimana N. 199 nel ranking ATP. Per la verità, la presenza dell’altoatesino non deve essersi protratta a lungo, avendo lui giocato ad Umago settimana scorsa prima di volare a Binghamton, nello stato di New York, dove ha disputato un challenger ed è stato eliminato agli ottavi di finale.
La presenza di una star con l’appeal della Sharapova è un’ulteriore certifica del domicilio di Piatti nel gotha dei migliori coach del circuito. Spesso considerato uno dei pochi a potersi scegliere i clienti (tanto che fu lui ad interrompere le collaborazioni con Djokovic prima e con Gasquet poi), Piatti sta dando un respiro sempre più internazionale alla sua attività, specialmente dopo l’inaugurazione del nuovo Tennis Center di Bordighera nell’ottobre del 2017, e i risultati, in termini di credibilità, gli stanno dando ragione.
Al momento non ci sono le basi per teorizzare una collaborazione in pianta stabile: innanzitutto perché il messaggio di commiato di Piatti sembra far intendere che questa sia stata una ‘one off‘; e poi perché Sharapova è nota per essere molto “eclettica” nelle scelte degli allenatori – al momento sta ancora lavorando con Thomas Högstedt, già suo coach fra il 2011 e il 2013, e tornato a lavorare con lei all’alba della stagione sul rosso del 2018.
Tommaso Villa