I quarti di finale del Citi Open si sono aperti con un match fra delusi del 2019, con Peter Gojowczyk che ha proseguito la sua corsa battendo Kyle Edmund 6-3 4-6 6-3. Il tedesco ha sfruttato fino in fondo l’ingresso nel main draw prendendosi anche lo scalpo dell’inglese. Teoricamente più stanco (quinto match in sei giorni), Gojowczyk era però più caldo, e si è preso il primo break nel terzo gioco, quando Edmund ha pensato bene di servirgli tre volte sul rovescio prima di capitolare con un doppio fallo. Da lì, l’uomo con uno shibboleth al posto del cognome non si è più guardato indietro, salvando un’immediata palla del contro-break con un gran rovescio lungolinea e rimanendo pressoché intonso con la prima, chiudendo con un’altra risposta aggressiva.
Le condizioni umide gli hanno consentito di trovare una gran giornata anche con quel dritto “da cameriere” (con il braccio sinistro molto aperto che non gli blocca minimamente la rotazione del torso), e con i suoi colpi piatti e potenti ha tenuto Edmund sulla difensiva praticamente dal via. Sfortunatamente per lui, però, appena le percentuali al servizio sono scese, l’inglese si è fatto trovare pronto: nel quinto gioco, due esitazioni in approccio (una delle quali punite da un gran passante in corsa col dritto lungolinea) hanno aperto la porta al britannico, bravo a darsi la scossa e a portarla al terzo.
Lì, Gojowczyk ha messo a tacere i due precedenti che si facevano strada nella psiche (Edmund aveva prevalso entrambe le volte dopo aver perso il primo), prendendosi il 3-1 e servizio con altre due risposte di rovescio – terza palla break concretizzata su altrettanti tentativi. Salvatosi con un gran dritto nel game successivo, ha vinto un ultimo game agonico al quinto match point e si è preso la prima semifinale a questo livello, dove affronterà Danil Medvedev.
Il neo-Top 10 ha avuto una giornata impeccabile al servizio, servendo 19 ace, l’ultimo dei quali per salvare un set point sul 6-7 nel tie-break del secondo set, e non concedendo una singola palla break a Marin Cilic. Medvedev si è limitato a breakkare nel quinto game, coadiuvato da due doppi falli del sempre più declinante croato, in una partita giocata a viso aperto da entrambi. Il 23enne è sempre più in corsa per le Finals, visto che una eventuale vittoria al Citi Open lo porterebbe al sesto posto nella Race to London. “Cerco di fare le stesse cose che facevo prima di entrare in Top 10”, ha detto a fine partita. “Sto ancora migliorando, ma provo a fare tutto allo stesso modo: lavorare duro e provare a vincere. Il mio obiettivo è vincere ogni partita, questo non cambia mai. C’è la pressione di rimanere in Top 10 e di migliorare, ma se gioco bene e vinco, arriverò anche più su”.
Successivamente, in quella che era la sfida a più alto coefficiente di talento, Stefanos Tsitsipas, testa di serie N. 1, ha battuto un fumantino Benoit Paire 7-5 6-0, mostrando la scaltrezza dei più navigati. Il greco è subito partito aggressivo, mostrando grande solidità con il rovescio coperto, aspetto nel quale ha spesso faticato sui campi rapidi, accettando di steccare piuttosto che concedere campo, e trovando spesso angoli non banali. Eppure, in un inizio molto falloso per entrambi, era stato proprio il francese, sempre più simile ad Old Logan, a sfruttare un paio di errori ellenici nei pressi della rete per procurarsi tre balle break, passando alla seconda occasione con una risposta pesante di dritto su una seconda flebile, prima di restituire immediatamente il favore, magnanimo, con tre errori (fra cui due doppi falli).
Da lì il set è andato spedito, nonostante qualche soliloquio proustiano di Paire e una palla break per il numero 6 del mondo salvata da una buona prima nell’ottavo game, fino al 6-5 Tsitsipas. Lì, un game scellerato, con un doppio fallo e un serve&volley sulla seconda, ha consegnato il primo set al greco, bravo a prendersi tutto il tempo del mondo al cambio campo prima di far servire il suo avversario, e sancito la morte per crash test di una delle Babolat di Paire, tradito dai doppi falli e dal 49% di prime in campo.
Il buon Benoit si è procurato una palla break immediata con un gran rovescio lungolinea, ma Puck si è nuovamente impadronito di lui quando, sul 40-40, ha preferito cercare un tweener invece di un passante non impossibile. Tsitsipas l’ha dapprima graziato nel game successivo, con un passante di rovescio sul nastro, ma ha comunque preso il largo con un altro monomane stretto seguito da un approccio di dritto appena largo del suo avversario. Paire ha provato a rientrare subito, ma senza risultati. L’umore già plumbeo del francese dal colletto alzato si è ulteriormente deteriorato quando Tsitsipas è andato a sedersi sul 40-40 lamentando un problema ad una scarpa per il terzo match di fila. Dopo un diverbio con il giudice di sedia, Paire ha perso un punto ed è andato immediatamente a sedersi adducendo lo stesso problema, uscendo così definitivamente dalla partita e prendendo un rapido bagel.
A fine partita, Stefanos ha minimizzato quello che era già stato ribattezzato lo Shoegate, con Paire che peraltro aveva ci aveva già messo una pietra sopra a fine partita: “Siamo buoni amici. Viviamo nella stessa regione, il Sud della Francia, ci alleniamo entrambi lì. Paire viene spesso in accademia ad allenarsi, quindi lo conosco abbastanza bene. Quando in campo è diverso da com’è fuori. Non è successo niente, anche lui mi ha detto che è tutto a posto fra di noi”. Tsitsipas è stato raggiunto poi nel match di cartello di sabato dal suo (effimero) compagno di doppio di questa settimana, quel Nick Kyrgios sempre a metà fra la genuinità e l’esibizionismo.
Nel District of Columbia l’aussie pare in buona, e non ha lasciato molto campo all’altro lucky loser ancora in gara, lo slovacco Norbert Gombos. Ingiocabile al servizio, Kyrgios ha subito preso il comando delle operazioni, concedendo solo un paio di chance sul 2-1 e servizio. Temporaneamente libero da distrazioni, ha divertito e si è divertito, procurandosi due set point con un doppio chop di dritto fintato e prendendosi il set in 33 minuti. Il secondo parziale è stato pure più repentino, con l’australiano a sprintare alla battuta in attesa del momento propizio, che è arrivato nel quinto game – è probabile che Kyrgios abbia corso più sul punto dello 0-30, chiuso con una rotolata da leva militare, che negli ultimi tre anni – che l’hanno portato a chiudere con un ace dopo 58 minuti. Dati i caratteri dei due contendenti, sabato ci sarà da divertirsi.
A cura di Tommaso Villa
Risultati:
[LL] P. Gojowczyk b. [13] K. Edmund 6-3 4-6 6-3
[3] D. Medvedev b. [6] M. Cilic 6-4 7-6 (7)
N. Kyrgios b. [LL] N. Gombos 6-3 6-3
[1] S. Tsitsipas b. [10] B. Paire 7-5 6-0
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