Da Montreal, il nostro inviato
Il nuovo status di Top 10 raggiunto da Fabio Fognini porta con sé, oltre a tanti onori, anche alcuni oneri, come la necessità di dedicare un po’ di tempo ai media prima di tutti i tornei maggiori, come il Masters 1000 ai nastri di partenza in questi giorni a Montreal. Ed il Fognini che si è presentato davanti ai taccuini domenica mattina allo stadio IGA di Parc Jarry è apparso decisamente felice dell’incombenza da assolvere, come se fosse parte del premio ricevuto per aver realizzato uno dei suoi sogni. “Come mai sei riuscito a raggiungere la Top 10 solamente a 32 anni?” gli è stato chiesto da un reporter, e Fognini ha risposto: “Forse perché sono italiano, e noi italiani cresciamo più tardi degli altri”. L’espressione di Fabio ha però fatto trasparire un momento di sorpresa quando gli è stato chiesto di commentare la notizia trapelata in mattinata attraverso la stampa argentina che il suo attuale allenatore, Franco Davin, smetterà di lavorare con lui alla fine della stagione 2019.
“Ah davvero? Buono a sapersi – ha scherzato Fognini – al momento forse è meglio che non io non dica nulla, ci sarà occasione di parlarne con lui alla fine della stagione, che ora voglio cercare di terminare nel miglior modo possibile. Come sapete non sono al 100% fisicamente, la mia gamba mi dà ancora fastidio, ma ora ci sono questi tornei importanti, Montreal, Cincinnati e lo US Open, che voglio giocare al meglio. Dopo lo US Open avrò alcuni giorni prima della Laver Cup e a quel punto prenderò una decisione, se sia il caso di operarmi o meno”.
“Nel 2020 gli obiettivi saranno diversi, c’è un altro figlio in arrivo alla fine dell’anno e quindi le cose saranno molto più complicate, viaggiare con due bambini piccoli. Per il momento però voglio pensare a finire l’anno nella maniera migliore possibile, sono vicino ai primi 10 nella corsa per le ATP Finals, che rimangono un altro grande sogno, ma non un’ossessione”.
Per la prima volta in carriera Fognini è nelle prime otto teste di serie in un torneo Masters 1000, e qui a Montreal ha un bye al primo turno ed esordirà poi con il vincente tra la wild card canadese Brayden Schnur e un qualificato. “Sono molto contento di essere tra i primi otto qui a Montreal, spero di poter giocare il doppio [in coppia con Lucas Pouille n.d.r.] prima del singolare per abituarmi alle condizioni. Il torneo ha provato a rallentare i campi? Devo dire che io li ho trovati piuttosto veloci”.
Anche Sascha Zverev, a Montreal da diversi giorni dopo aver saltato il torneo di Washington sembra per problemi relativi alla sua garanzia (anche se il tedesco ha dichiarato di aver preferito il torneo di Amburgo perché si disputava nella sua città natale), ha confermato che la superficie sembra piuttosto rapida, soprattutto quella del centrale, mentre i campi laterali sono più lenti. Stesso parere espresso da Kei Nishikori, che si è dichiarato soddisfatto della sua stagione fino a questo punto, “anche se avrei voluto andare oltre i quarti di finale in uno Slam e spero di fare meglio allo US Open”.