da Montreal, il nostro inviato
Nella ventosissima serata di Montreal, Fabio Fognini gioca una patita solidissima, tranquilla, non bella ma concreta e regola senza affanni Adrian Mannarino. Le condizioni di gioco sono come detto difficili, ma sembra soffrirne nettamente di più il francese.
Fabio va via in controllo nel palleggio, accelera quando deve, sbaglia relativamente poco, davvero una buonissima serata per lui. Dall’altra parte, Adrian stecca tante palle, non incide granché con le curve mancine di servizio e dritto (splendidi alcuni lungolinea di rovescio dell’italiano a chiudere gli scambi sulla diagonale sinistra), e in generale non dà mai l’impressione di poter far seriamente male a Fognini.
Nel primo set, che scorre rapido (due break e 6-2 per Fabio), la circostanza più fastidiosa per l’azzurro è il paletto della rete opposto alla sedia dell’arbitro che a causa delle raffiche di vento cade ripetutamente a terra, costringendo l’arbitro stesso a scendere e sistemarlo.
Nel secondo set, Fognini – ottimi diversi scambi lunghi risolti con qualità, ben 14 vincenti di dritto alla fine – va in vantaggio di un break due volte, ma si fa riprendere in entrambe le occasioni, l’ultima quando va a servire per il match sul 5-4. L’undicesimo game è teso e lottato, il paletto (sempre quello) cade e disturba ancora il gioco, innervosendo stavolta il francese, Fognini ne esce grazie a un gran rovescio diagonale che gli dà il terzo break del parziale, mandandolo alla battuta per chiudere una seconda volta, sul 6-5.
Una micidiale palla corta dà a Fabio due match-point, il drittone stampato all’incrocio gli consegna il quarto di finale con Rafa Nadal, che esattamente nello stesso momento (sentiamo gli applausi del centrale che arrivano fin qui) batte Pella. Bravissimo Fognini, ora può succedere di tutto.
Festeggiare il proprio diciannovesimo compleanno davanti a più di 10.000 persone che fanno il tifo per te è sicuramente piacevole, anche se uscire sconfitti dopo due ore e 50 minuti di battaglia dopo essere stati avanti di un set e un break (per ben due volte nel secondo parziale) non è esattamente la fine che si desidererebbe. Felix Auger-Aliassime ha concluso la sua prima partecipazione alla Rogers Cup versione Montreal, quella di casa per lui, con una sconfitta da Karen Khachanov al terzo turno che lascia un po’ l’amaro in bocca per come è arrivata, ma che sarà sicuramente un ricordo che rimarrà indelebile nella sua mente.
“Ora che è finita sono contento di aver rotto il ghiaccio con questa manifestazione e posso dire che la pressione è davvero enorme, tutti ne parlano, è un torneo molto importante e il desiderio di giocare bene è grandissima”. Deluso, ma non devastato, Auger-Aliassime ha comunque detto che ha imparato molto da questa esperienza e gli servirà parecchio per migliorare in futuro.
Il pubblico ha sostenuto il suo beniamino per tutta la partita, a volte in maniera anche eccessiva, tanto da far imbestialire Khachanov, irritato dalle esplosioni di gioia sui suoi errori: “Non posso negare di essermi arrabbiato con la folla. È chiaro che vogliano sostenere Felix, e l’hanno fatto con grande trasporto, tanto che vorrei che il pubblico russo lo facesse con me quando gioco in Russia, ma gridare durante i punti, celebrare i miei errori, è davvero una mancanza di rispetto nei miei confronti. Mi fa pensare al calcio, ma questo è tennis, non calcio”.
Entrambi i giocatori sono stati disturbati dal vento, che spiega in buona parte il grande numero di break (ben 12 in totale, cinque per Auger-Aliassime e sette per Khachanov): “Ho giocato un po’ a corrente alternata – ha spiegato Felix – era difficile servire per il vento, ma era difficile per tutti e due”. Khachanov ha servito per il set sia nel primo sia nel secondo set, fallendo entrambe le volte. Nel primo parziale ha anche avuto due set point sul 6-4 nel tie-break, subendo però una potente impennata di Auger-Aliassime, che ha infilato uno splendido passante di rovescio da fuori campo e poi ha girato il set con la battuta. Nel secondo parziale ci sono stati sei break nei primi nove giochi, più un settimo che è stato quello che ha consegnato a Khachanov il set e l’inerzia della partita, che da lì è stata molto più legata alle battute ed è stata decisa da un unico break al quarto game del terzo set.
Alla fine del match il russo si è scusato con l’avversario per le “bullshit” (come lui stesso ha detto) che ha combinato in campo quando si è fatto innervosire dalla folla, ed i 10.000 dell’IGA Stadium (che a dire il vero erano un po’ meno, qualcuno se n’era già andato, forse a causa del protrarsi del match) hanno cantato “Tanti auguri”, rigorosamente in francese, a Felix. “Me la ricorderò per un bel po’, è stata una sensazione indescrivibile. Quando abbiamo cambiato campo sul 6-6 del tie-break nel primo set, non ho mai avuto una sensazione simile: vedevo solo persone, ho alzato il pugno e sentivo l’energia salirmi dalle gambe”.
Nel pomeriggio, prima c’erano state le vittorie in due set di Daniil Medvedev su Cristian Garin e di Dominic Thiem su Marin Cilic, poi una tremenda lotta fino al tie-break decisivo tra Alexander Zverev e Nikoloz Basilashvili, con il tedesco che l’ha spuntata al fotofinish.
Se esiste una “tassa Federer” esiste sicuramente anche una “gabella Nadal”: nel match-clou serale tra Rafael Nadal e l’argentino Guido Pella, lo spagnolo è volato subito sul 3-0 in un attimo, prima che il suo avversario si sentisse più a suo agio sul palcoscenico dello Stadio IGA di Montreal, gremito come in ogni sessione. Match di ordinaria amministrazione per il maiorchino, che si è detto contento dei suoi progressi, anche se ovviamente non è ancora al meglio della condizione su questa superficie.
“Oggi ho giocato meglio di ieri – ha spiegato in conferenza stampa, durante la quale ha confermato che lui e Federer hanno deciso congiuntamente di rientrare nel Players’ Council – e spero di continuare questo trend domani contro Fabio, che sta giocando bene e sta avendo la miglior stagione della sua carriera”.
ha collaborato Luca Baldissera