B. Andreescu b. S. Kenin 6-4 7-6(5)
Sofia Kenin e Bianca Andreescu, N. 29 e 27 del ranking WTA, si sono affrontate nel primo match di giornata sul centrale di Toronto. Ennesimi esempi di talentuose émigrées di oltre cortina (la famiglia della canadese è rumena, mentre Kenin è nata a Mosca), le due hanno molto in comune. Entrambe hanno avuto una grande carriera junior, entrambe sono in rapida ascesa (anche se Andreescu ha certamente impressionato di più, con un record stagionale di 32-4 prima di questo torneo e la clamorosa vittoria ad Indian Wells), e soprattutto entrambe hanno ampiamente mostrato di avere l’hybris necessaria per battere le migliori – Andreescu ha già battuto Venus, Wozniacki, Muguruza, e Kerber, prima di battere Bertens e Pliskova qui in Ontario (ha 6 vittorie su 6 in carriera contro avversarie in Top 10!), Kenin ha fatto fuori Serena Williams al Roland Garros e qui ha tolto la prima posizione ad Ashleigh Barty prima di eliminare anche Svitolina.
I precedenti erano sul 2-1 per Andreescu. Quest’anno si sono affrontate 2 volte, Kenin ha vinto ad Acapulco, Andreescu a Miami, mentre la canadese si è dovuta ritirare prima del match di secondo turno al Roland Garros, in uno dei tanti disguidi fisici avuti in stagione – infatti ha iniziato con una vistosa fasciatura alla coscia destra.
Entrambe sono risultate un po’ contratte in apertura, anche a causa del vento. La Andreescu, però, è stata subito incisiva con quel rovescio piattissimo e con le sue variazioni, mentre l’americana, inizialmente imprecisa con il dritto, ha trovato buona profondità, soprattutto con il rovescio incrociato e con il servizio al corpo, con una meccanica davvero peculiare, quasi no look – “Sonya”, com’è chiamata in famiglia, non guarda la pallina al momento del lancio, alzando lo sguardo solo al momento di raggiungere la trophy position. Nonostante entrambe abbiano mantenuto una buona percentuale al servizio (attorno al 70%) fin dall’inizio, alla lunga la differenza l’ha fatta l’81% di punti della canadese, contro il 56% della sua avversaria.
Non ci sono stati iniziali scossoni, almeno fino al sesto game, quando Andreescu si è inventata questo ricamino:
Da lì, ha sfruttato la maggior verticalità dei suoi colpi per forzare una pessima smorzata su cui avventarsi a guadagnarsi la prima palla break del match, ma Kenin si è salvata con una buona botta al centro. L’eroina locale si è guadagnata una nuova chance su un altro drop shot in rete (Kenin disastrosa con il fondamentale), ma ha continuato a tradire qualche incertezza negli spostamenti verso destra, sbagliando un brutto dritto in manovra.
Il pattern è continuato nel successivo turno di servizio dell’americana, che ha dovuto salvare un’altra palla break con un servizio vincente – Kenin ha trovato punti facili al servizio quasi solo sui punti importanti, bella dimostrazione di classe – e, prevedibilmente, una volta sopravvissuta ha trovato a sua volta due palle per andare a servire per il set con un gran rovescio in cross seguito da un bello slice vincente in contropiede, a capitalizzare sui molti unforced della sua avversaria.
La Andreescu, però, ha ritrovato subito il bandolo e ha messo 4 vincenti in fila, di cui un paio agli incroci delle righe, nonostante le risposte al corpo della Kenin, che ha spesso cercato di non dare angoli scambiando al centro, l’abbiano spesso obbligata a difese genuflesse stile Radwanska.
Nonostante Eolo non abbia dato tregua, le due si sono espresse ad alto livello, e Andreescu ha continuato a mettere tante risposte, arrivando a doppio set point grazie a due errori di Kenin con il colpo migliore, il rovescio in diagonale, e si è presa il parziale in 48 minuti con un’ottima contro-smorzata seguita da una facile chiusura a rete.
All’inizio del secondo set, per la verità viziato da molti più errori, Kenin ha trovato un servizio più aggressivo, in particolare con lo slice, e ha iniziato a verticalizzare maggiormente dopo il primo colpo al centro, arrivando a palla break nel terzo gioco, quando Andreescu è stata abbandonata dalla prima. Salvatane una, la canadese ha cercato di abbassare la velocità della battuta, ma il suo slice è stato facile preda della risposta di dritto stretto di Kenin, che ha poi giocato uno scaltro rovescio tagliato che le ha dato il primo vantaggio di giornata, vantaggio che è però durato poco, visto che 4 errori di fila da 30-0 hanno dato il 2-2 alla N. 27 WTA, per il giubilo del francamente non sportivissimo pubblico dell’Ontario.
Il festival delle palle break è continuato nel game successivo, quando Kenin ha impattato 3 risposte molto aggressive da 40-15, ma Andreescu si è salvata con un ace di seconda, e un’altra opportunità è svanita con l’ennesimo, inconsueto rovescio sbagliato dall’americana.
Passata la sbandata, la Andreescu ha avuto il sangue freddo di sfruttare gli unforced della Kenin, allungando in modo apparentemente decisivo sul 4-2, quando il rovescio in diagonale USA è stato allargato quel tanto che basta dal nastro. Il set si è però confermato ondivago, e onestamente bruttino: Kenin non ha mollato, e ha recuperato il break quando la sua avversaria è andata a servire per il match, incartandosi con tante seconde ed un facile dritto in avanzamento sparato in rete.
Il finale di partita è stato convulso: Kenin ha chiesto un medical time-out in spogliatoio per un problema alla gamba sinistra, lasciando Andreescu a macerare nei rimpianti per quasi 10 minuti, ma la pausa ha decisamente destabilizzato la degente: 3 doppi falli hanno omaggiato la canadese di un match point, salvato da un vincente di dritto stretto dopo uno scambio prolungato. Altra seconda, altro match point, grazie a una risposta pesante di dritto, ma anche altro salvataggio di Kenin, con una rara combinazione riuscita drop-passante di rovescio. Andreescu, imbufalita, ha tirato tutto quello che aveva, e si è procurata una terza chance di portarla a casa, ma è stata nuovamente rimbalzata da un dritto lungo – non straordinaria sulle palle basse. Quando piove grandina, e il morale della padrona di casa è stato ulteriormente affossato quando, al settimo deuce, Kenin è riuscita ad issarsi al tie-break con un nastro amico ed un errore di rovescio, portando il suo body language oltre la soglia di guardia.
La ruota gira, però, perché sul 3-2 Andreescu il nastro ha leggermente cambiato la traiettoria del suo colpo dandole il primo mini-break. Quando sembrava finita, sul 5-3, la canadese ha sparato lungo un dritto a campo aperto, alimentando lo psicodramma e restituendo il vantaggio. Lì, però, l’intraprendenza ha pagato, perché un vincente di dritto le ha dato altri due match point. Il secondo è stato quello buono, grazie a un gran rovescio lungolinea che ha lasciato Andreescu in lacrime e svuotata sul cemento di casa dopo 2 ore e 12 minuti.
“Ho avuto così tanti problemi negli ultimi 2 mesi,” ha detto ai microfoni dopo l’incontro. “Se Serena arrivasse in finale sarebbe un sogno, ho sempre voluto affrontarla, il mio primo ricordo qui è la finale fra lei e Bencic nel 2015.”
Tommaso Villa