Ed è finita così la finale della Rogers Cup femminile edizione 2019, in maniera dolceamara. Per il pubblico di Toronto, che anche considerato il prezzo del biglietto sperava di vedere qualcosa di più di quattro game, ma che comunque ha potuto ammirare la prima vittoria di una canadese nel torneo di casa dopo cinquant’anni. Per Bianca Andreescu e Serena Williams, protagoniste di un match conclusosi prima del dovuto ma uscite entrambe vincitrici dal campo.
Andreescu avrebbe di sicuro preferito trionfare in modo diverso. Magari simile a quello della finale di Indian Wells, in cui stese dopo oltre due ore e un quarto di battaglia la tre volte campionessa Slam Angelique Kerber, rivelando al mondo del tennis tutto il suo enorme potenziale in termini di potenza e personalità. Ma comunque ha conquistato al secondo tentativo (nel 2017 aveva già avuto una wild card,ma fu sconfitta al primo turno) e a soli 19 anni il torneo più importante che si gioca nella sua nazione. Quello che sognava fin da bambina. “Non è la maniera in cui volevo vincere ma una vittoria è una vittoria. Per questo sono molto, molto felice”, ha dichiarato in conferenza stampa. “La vittoria ad Indian Wells è arrivata dopo una lunga battaglia. Quindi è stata più dolce con me. Ma questo è il torneo di casa. Ho lavorato così duramente su questi campi e in questa palestra. Quindi questo torneo è dieci volte più speciale”.
Questo successo proietta Andreescu al 14esimo posto della classifica mondiale. Ma nella Race è addirittura ottava, una posizione avanti rispetto alla più giovane delle sorelle Williams. Dunque, in questo momento sarebbe teoricamente qualificata per Singapore. Legittimo quindi per lei farci più di un pensierino, nonostante la giovane età, nonostante il fatto che questa sia a tutti gli effetti la sua prima stagione a tempo pieno sul circuito maggiore. “Sarebbe fantastico. Fare parte di quel gruppo di giocatrici significherebbe tanto per me. Vedere il mio nome tra di loro sarebbe incredibile”, ha affermato in proposito. E invece sembra sempre più credibile, in particolare se riuscirà a rimanere in salute e ad affrontare tutti i principali appuntamenti in calendario. A partire dal prossimo Premier di Cincinnati e gli US Open.
Ma qualcosa per cui sorridere lo ha anche Serena. La campionessa americana avrà pur perso l’incontro ma ha trovato nella teenager di Thornhill un’amica, capace di consolarla mentre era in lacrime per il dolore alla schiena e l’impossibilità di competere, di incoraggiarla e di renderle il giusto omaggio nel discorso da nuova campionessa del torneo. Come nemmeno Naomi Osaka era riuscita a fare dopo la finale degli US Open, anche se la situazione era ben diversa. “Penso che Bianca sia una grande ragazza. Che lo sia sempre stata. Per questo ho sempre voluto giocarci contro. Ha una personalità fantastica. È una persona all’antica”, ha sottolineato Serena riguardo ad Andreescu.
La canadese da parte sua ha rivelato alcuni retroscena di cosa si sono dette al termine del match. “Dopo che ho fatto il mio discorso lei mi ha detto: ‘è stato molto maturo da parte tua. Non avrei fatto un discorso così quando aveva la tua età’. Detto da lei significa molto per me”, ha commentato Bianca. “Mi sono messa a piangere perché lei piangeva. Perché so come ci si sente. Gli infortuni fanno davvero schifo. Quindi le ho detto: ‘tu sei una bestia! Ti rialzerai. Lo hai già fatto in passato. Questo è solo un piccolo incidente e dal quale recupererai alla grande. Ne sono sicura’”.
Che dire, una ragazza molto sportiva e matura per la sua età. “All’antica”, come l’ha definita la campionessa americana. E Andreescu ci rivede in questa prospettiva. “Ma sono un po’ vecchia dentro io”, ha così commentato. “Mi piace leggere. Mi piace fare le mie ricerche da sola. Mi piace imparare. Penso che la conoscenza sia potere e mi diverto a conoscere cose nuove. Insomma, faccio del mio meglio per essere una persona migliore”. Intanto, sta diventando giorno dopo giorno una tennista migliore. Tutti se ne sono accorti anche questa settimana, in cui ha sbaragliato la concorrenza, comprese tre top 10, Kiki Bertens, Karolina Pliskova e appunto Serena Williams.
Serena che deve fare i conti con l’avanzare dell’età che si porta dietro acciacchi e malanni. Stavolta è stata la schiena a bloccarsi e, di conseguenza, bloccarla, costringendola al ritiro. “Il dolore è cominciato ieri ed è peggiorato. Tutta la mia schiena era paralizzata al punto in cui non riuscivo a dormire e non riuscivo a muovermi”, ha detto. “Mi è già capitato. La parte più frustrante è che per 24-36 ore ho degli spasmi pazzeschi poi se ne va improvvisamente. È frustrante per me perché non so mai se riesco a giocare. Oggi non riuscivo”.
Sembra quasi di sentire parlare la sua cara amica Caroline Wonziacki dell’artrite reumatoide con la quale ormai (e chissà per quanto tempo) è costretta a convivere. Ma al contrario di Wozniacki, Serena insegue ancora degli obbiettivi chiari: il primo Slam dopo la gravidanza e il record di Margaret Court. Per questo sarà in campo già a Cincinnati, ultimo appuntamento di preparazione in vista dello US Open. Esordirà contro la qualificata Zarina Diyas. “Vedo come vanno le cose giorno per giorno. Andrò là e speriamo che vada tutto bene”. ha detto, confermando la sua presenza in Ohio. La bestia è vecchia e ferita, ma rimane una bestia.