S’era detto che nella parte bassa del tabellone del Western&Southern Open regnava l’anarchia, ma alla fine gli ultimi tre giocatori a rimanere in piedi, gli ultimi tre contendenti per un posto in finale, si sono rivelati anche gli unici che una semifinale in un Masters 1000 l’avevano già giocata: Gasquet e Bautista, che si affrontavano nel primo quarto di finale, e Goffin che non ha avuto bisogno di scendere in campo per il ritiro pre-partita di Nishioka. Il primo incontro ha promosso in semifinale un ottimo Gasquet, che si è anche preso la rivincita della sconfitta che lo spagnolo gli aveva inflitto una settimana fa a Montreal.
Per onore di cronaca, la notizia dell’intossicazione alimentare che ha colpito il povero giapponese è arrivata mentre l’incontro di Gasquet era alle battute finali; un simpatico tweet fa notare come nel corso della conferenza stampa di Nishioka successiva alla vittoria contro De Minaur, il giapponese avesse informato i giornalisti sulle sue abitudini alimentari in questi giorni a Cincinnati. Della serie: cosa poteva andare storto, mangiando tutto quel salmone verosimilmente crudo?
Ma torniamo a Gasquet, l’unico sinora ad essersi meritato la semifinale sul campo. Che il francese fosse in netta ripresa – abbiamo ancora negli occhi il suo incertissimo rientro in campo, appena tre mesi fa a Madrid – lo si era intuito già in Canada, dove aveva battuto prima Paire e poi Nishikori, prima di fermarsi appunto al cospetto di Bautista Agut. Qui in Ohio non erano state tanto le vittorie contro il convalescente Murray e il mica troppo ‘cementista’ Delbonis ad accendere i riflettori su di lui, quanto la brillante vittoria in due set contro uno Schwartzman in ottima condizione agli ottavi.
La sfida con Bautista non è stata mirabile dal punto di vista tecnico, va ammesso, probabilmente a causa del caldo. Lo spagnolo ha giocato gli ultimi scampoli di partita paonazzo in volto, mentre Gasquet ha sfoggiato una condizione atletica che francamente sarebbe stato difficile ipotizzare appena un paio di settimane fa. Chi si è rivisto, e questo fa sicuramente un gran piacere, è il rovescio lungolinea di Gasquet, quello capace di lasciare sul posto qualsiasi avversario.
Sostanzialmente, il francese ha portato la partita dalla sua parte nel primo set, giocando con maggiore attenzione del suo avversario il tie-break che ha ha chiuso un set dominato dai servizi (nessuna palla break concessa, appena 16 punti vinti da chi era in risposta). Sì, ha subito il parziale ritorno di Bautista nel secondo, ma appena i punti hanno cominciato davvero a contare per la vittoria finale è stato lui a prendere il comando delle operazioni. Gasquet torna in semifinale di un Masters 1000 dopo oltre sei anni (Miami 2013, perse da Murray), e quella che andrà a giocarsi contro Goffin sarà l’ottava in carriera in un torneo di categoria (la prima a Cincinnati).
Non sarà invece la prima, bensì la seconda semifinale consecutiva qui in Ohio per David Goffin, che avrà il vantaggio di arrivarci più fresco del suo avversario. Il belga, che lo scorso anno si era ritirato dopo aver perso il primo set contro Federer, proverà a raggiungere per la prima volta la finale di un 1000: nelle quattro occasioni in cui è arrivato in semifinale, infatti, ha sempre perso. I confronti diretti tra Goffin e Gasquet sono in perfetta parità: 1-1, il primo vinto dal belga sull’outdoor di Tokyo nel 2017 e il secondo da Gasquet sull’indoor di Montpellier, lo scorso anno.