L’edizione 2019 del Western&Southern Open sta regalando molte sorprese. Ultima, ma non ultima, è arrivata la sconfitta di Roger Federer per mano di un ispiratissimo Andrey Rublev. Il russo, approfittando anche della partenza lenta di Federer, ha picchiato forte dall’inizio alla fine come piace a lui, dettando il ritmo e mantenendo basso il numero dei non forzati (addirittura saranno solamente sei a fine match). Insomma la classica partita perfetta. Lo ammette anche lo stesso Roger in conferenza stampa: “Lui ha giocato benissimo, mentre io ho iniziato ad avere problemi al servizio da subito. Penso che la combinazione delle due cose sia difficile da affrontare: lui giocava bene, mentre io faticavo specialmente in fase offensiva. Su questi campi veloci, quando non ti puoi appoggiare al servizio o all’uno-due, hai bisogno di un avversario che magari ti conceda qualcosa, ma lui non l’ha fatto oggi. Non mi ha lasciato niente ed era dappertutto. Mi ha impressionato“.
La conversazione tra Roger e la stampa è piuttosto piana, come tipicamente accade dopo una sconfitta, e si dipana secondo consueti schemi politicamente corretti. Una sola domanda prova a far scattare una scintilla, che però viene prontamente schiacciata sotto la suola dallo svizzero:
- “Hai visto qualcuno dei match di ieri. Hai commenti? (chiarissimo riferimento all’ennesima sceneggiata di Kyrgios nel match contro Khachanov, ndr)”
- “Ci sono stati molti incontri. A quale ti riferisci?”
- “Khachanov-Kyrgios”
- “Sì, l’ho visto, ma non sono dell’umore per commentare“. Tentar non nuoce, come si suol dire.
Si ritorna allora sui soliti binari e sulle possibili difficoltà dell’affrontare un giocatore per la prima volta. “Su campi così rapidi dipende molto da te, devi imporre il tuo ritmo e fare le giocate. Il piano era questo. Ovviamente guardi quali sono i suoi punti di forza e le sue debolezze, ma ovviamente non sai precisamente quali siano i suoi schemi preferiti. Con Rafa e Novak so più o meno cosa faranno o cosa sanno fare ed è ovviamente diverso da quando affronto un giocatore per la prima volta.” Come contro Londero all’esordio, infatti, Federer si è trovato di fronte un avversario con il quale non aveva mai diviso il campo prima. Il buon dritto dell’argentino l’aveva perdonato, quello del russo gli è stato fatale. “Questo forse è un piccolo vantaggio per loro, ma, in ogni caso, devi comunque picchiare negli angoli, colpire le righe e lasciare andare il braccio. Oggi lui ha fatto esattamente così, è stato perfetto“.
E pensare che Rublev non doveva nemmeno essere a Mason, in Ohio, a giocare. Il giocatore russo ha infatti candidamente ammesso di essersi dimenticato di iscriversi al torneo e di essersi segnato come alternate, riuscendo così ad accedere alle qualificazioni. “Avevo dimenticato di iscrivermi, in pratica non dovevo neanche essere qui“. Prima dell’inizio del torneo, Andrey non aveva neanche particolari sensazioni positive. “Nel primo incontro sono stato fortunato perché Tomic si è ritirato (dopo tre giochi, nove minuti e quattro doppi falli su quattro seconde. La classe non è acqua, ndr), mentre il secondo contro Kukushkin lo stavo praticamente perdendo e sono riuscito a ribaltarlo. Match dopo match, ho iniziato a giocare sempre meglio. Ho battuto Kukushkin e Basilashvili. Contro Kukushkin avevo perso tre o quattro volte (tre, ndr) e con Basilashvili avevo perso due volte quest’anno (inclusa la recente finale ad Amburgo, ndr). Quindi ho battuto due giocatori che non avevo mai battuto e poi due leggende. È fantastico.”
Ora lo attende al varco il connazionale Daniil Medvedev, in gran forma e reduce da due finali consecutive (anche se entrambe perse). “Siamo buoni amici e ci conosciamo sin da quando eravamo bambini. Lui è il numero uno ora, quindi non ho pressione. L’ultima volta che abbiamo giocato risale a tre o quattro anni fa e mi batté facilmente (nel 2016 al Challenger di Budapest, finì 6-2 6-3, ndr). Tutta la pressione sarà su di lui. Io cercherò di divertirmi e di fare del mio meglio“.