9. Aryna Sabalenka
US Open 2018: 4T
Miglior risultato: 4T (2018)
Battuta al primo turno di Wimbledon da Rybarikova, Sabalenka ha affrontato tre tornei delle US Open Series: San Josè, Toronto e Cincinnati. A San Josè è arrivata in finale, sconfitta da una ispiratissima Zheng Saisai, poi a Toronto ha perso all’esordio da Pavlyuchenkova, un risultato anche comprensibile, visto che da finalista è scesa subito dopo in campo in Canada, senza settimana di riposo. A Cincinnati invece è stata battuta da Sakkari al terzo turno.
Complessivamente il 2019 di Aryna è stato inferiore allo scorso anno, tanto è vero che al momento nella Race è 20ma. Se è numero 9 della classifica WTA è perché ha ancora validi gli ottimi risultati del finale di stagione 2018, con la vittoria a New Haven e Wuhan, e i quarti di finale a Pechino. Ma per una giovane come lei (21 anni compiuti in maggio) ci può stare qualche alto e basso di rendimento.
Gli US Open sono lo Slam nel quale dodici mesi fa ha ottenuto il miglior risultato di carriera (battuta dalla futura vincitrice Osaka), potrebbe essere una buona occasione per ritrovare la fiducia del 2018.
10. Madison Keys
US Open 2018: SF
Miglior risultato: Finale (2017)
Dopo la sorpresa in negativo di Wimbledon (dove ha perso nettamente al secondo turno da Polona Hercog), Keys ha iniziato con difficoltà la stagione sul cemento americano. Due stop all’esordio: a Washington contro la diciassettenne wild card Hailey Baptiste, a Toronto contro Vekic. Questa sconfitta l’ha fatta uscire dal campo in lacrime, visto che è riuscita a perdere dopo aver conquistato tre match point consecutivi sul 6-3, 5-4 40-0 e servizio; fino a quel momento non solo non aveva mai perso la battuta, ma non aveva nemmeno concesso palle break. Al dunque si è bloccata, finendo per rimettere in corsa Vekic, che avrebbe chiuso al tiebreak del terzo.
L’amarezza è stata però ampiamente compensata dal successo a Cincinnati, dove ha offerto la migliore versione del suo tennis, che quando funziona produce vincenti a ripetizione.
Prima della delusione di Wimbledon, Keys si era dimostrata molto consistente negli Slam, con una costante presenza nella seconda settimana. Non solo: nelle ultime due edizioni di Flushing Meadows vanta una finale nel 2017 e una semifinale nel 2018 (battuta da Osaka). Se saprà mantenere i nervi i saldi, e non sempre le accade, tutte le pretendenti al titolo dovranno fare i conti con lei.
11. Sloane Stephens
US Open 2018: QF
Miglior risultato: Vittoria (2017)
Dopo l’eliminazione al terzo turno di Wimbledon per mano di Konta, Stephens ha disputato un agosto sul cemento negativo. Tre tornei affrontati e una sola vittoria (contro Putintseva a Toronto). Sconfitta all’esordio da Peterson a Washington (dove Sloane era testa di serie numero 1), al secondo impegno in Canada dalla sorpresa Bouzkova e a Cincinnati ancora all’esordio da Kuznetsova (addirittura per 6-1, 6-2).
Certo non il miglior percorso di avvicinamento allo Slam che l’ha consacrata con il successo del 2017 (a cui avrebbe aggiunto la finale al Roland Garros 2018). A volte Sloane dà l’impressione di non riuscire a mettere tutta se stessa in campo: chissà che l’importanza della posta in palio a New York non l’aiuti a trovare i giusti stimoli e tornare a giocare ai suoi migliori livelli.
12. Anastasija Sevastova
US Open 2018: SF
Miglior risultato: SF (2018)
Dopo Wimbledon (battuta al secondo turno da Collins), Sevastova ha affrontato addirittura due tornei su terra battuta: Bucarest e Jurmala, il nuovo International organizzato in Lettonia, dove era la beniamina insieme a Ostapenko. Sui campi di casa era testa di serie numero 1, e ha rispettato il pronostico, vincendo il torneo. Un impegno dal valore tecnico relativo visto che, a parte Potapova (numero 64 WTA), tutte le altre avversarie incontrate erano oltre la 120ma posizione nel ranking. Poi si è spostata sul cemento americano con cattivi risultati: due sconfitte all’esordio: a Toronto da Zhang Shuai e a Cincinnati da Kuznetsova.
Per Sevastova si può fare un ragionamento simile a quello di Sabalenka: la sua attuale posizione in classifica è frutto dei risultati dell’ultima parte di 2018, visto che nella Race 2019 è solo 25ma. Soprattutto ha da difendere la semifinale Slam raggiunta proprio a New York lo scorso anno. Potrebbe rivelarsi un assillo ma anche uno stimolo a fare bene, visto che in carriera i migliori risultati Slam li ha ottenuti proprio agli US Open: una semifinale nel 2018 e due quarti di finale nel 2017 e 2016.
13. Belinda Bencic
US Open 2018: 1T
Miglior risultato: QF (2014)
Sconfitta a Wimbledon da Riske, Bencic ha perso al terzo turno a Toronto da Svitolina dopo aver battuto Potapova e Goerges. Poi a Cincinnati la cattiva notizia: indietro di un set nel match di esordio contro Azarenka. si è ritirata per un problema al piede sinistro, che l’aveva fermata già in passato.
Difficile valutare al momento la situazione, anche se ha preoccupato il fatto che il ritiro contro Azarenka sia avvenuto senza nemmeno un tentativo di cura della fisioterapista a disposizione in campo. Trattandosi di un guaio già affrontato, potrebbe essere stato uno stop precauzionale da parte di Belinda o invece qualcosa di più serio (una recidiva?).
Flushing Meadows 2014 era stato il torneo in cui aveva stupito tutti, visto che da diciassettenne aveva raggiunto i quarti di finale dopo aver sconfitto Jankovic e Kerber. Difficile stabilire con quali possibilità affronta l’edizione 2019, vista l’incognita fisica.
14. Angelique Kerber
US Open 2018: 3T
Miglior risultato: Vittoria (2016)
Non è un buon momento per Angelique Kerber. Sconfitta a Wimbledon dalla lucky loser Lauren Davis, ha affrontato i due Premier sul cemento, Toronto e Cincinnati, perdendo all’esordio entrambe le volte: in Canada da Kasatkina, negli USA da Kontaveit.
Rispetto allo scorso anno il rendimento di Kerber è complessivamente sceso, come dimostra l’arretramento nel ranking ma anche nella Race (attualmente è 15ma). A New York ha dato prova di saper vincere (in finale su Pliskova, nel 2016). Bisogna vedere se è però in grado di tornare nella stesse condizione di quell’anno per lei magico. Potrebbe essere importante un avvio non troppo difficile, che la aiuti a recuperare convinzione strada facendo.
15. Bianca Andreescu
US Open 2018: non presente
Miglior risultato: mai presente
Stagione eccezionale il 2019 di Andreescu: quando non è dovuta stare ferma per problemi fisici, ha raggiunto risultati notevolissimi. E così oggi è quindicesima nel ranking e addirittura ottava nella Race, pur essendo stata ferma da Miami sino a Toronto, con l’eccezione di un solo match al Roland Garros. Il torneo di casa è stato quello del rientro, vinto in finale dopo pochi game per il ritiro di Serena. Poi ha deciso di rinunciare a Cincinnati, per non sollecitare troppo un fisico che si è dimostrato non indistruttibile.
A 19 anni compiuti in giugno, approda agli US Open senza avere mai giocato alcun match nel main draw, visto che nel suo curriculum vanno registrate due sconfitte nelle qualificazioni del 2017 (dalla cinese Liu) e del 2018 (da Olga Danilovic). Si presenta a New York con nulla da perdere e un enorme entusiasmo: sarà sicuramente da seguire con molta, molta, attenzione.
16. Johanna Konta
US Open 2018: 1T
Miglior risultato: 4T (2015, 2016)
Dopo l’eccezionale periodo su terra e l’impegno a Wimbledon, Konta sembra attraversare una fase di calo di forma. Sul rosso aveva raggiunto la finale a Rabat e la finale a Roma; su erba i quarti di finale a Wimbledon, sconfitta da Strycova. Analizzando la sua carriera, la terra avrebbe dovuto esserle nemica e invece in questa stagione sta accadendo il contrario. In aogsto ha faticato sul cemento; due impegni alle US Open Series e due sconfitte all’esordio: contro Yastremska a Toronto e contro Peterson a Cincinnati.
Nelle ultime due edizioni di Flushing Meadows Johanna ha perso al primo turno (da Krunic due anni fa, da Garcia lo scorso anno): vedremo se saprà invertire il trend stagionale in calando, o se invece confermerà lo scarso feeling con questo Slam degli ultimi anni.
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