Una polemica inedita quella tra la città di New York e la USTA, che organizza lo US Open. Sotto accusa la mancata comunicazione di circa 30 milioni di dollari di guadagni e affitti arretrati per un valore di 311.000 dollari. Il supervisore dei conti di New York, Scott Stringer, ha affermato che l’USTA ha intralciato tutti i tentativi di verifica dei bilanci e che lui ed altri ufficiali vogliono rinegoziare il lease stipulato nel 1993. Danny Zausner, lo chief operating officer del National Tennis Center, ha negato qualsiasi ostruzione e che il contratto di lease non sarà ridiscusso, a meno di condizioni ancora più favorevoli per la USTA. La situazione resta però nebulosa.
Secondo le fonti della città di NY l’USTA non ha dichiarato 11 milioni di dollari di guadagni derivanti da sponsor e diritti TV, tolto dalle dichiarazioni 10 milioni di spese operative e altri 4 milioni di guadagni da sponsor. Togliendo alla città di conseguenza circa 300.000 dollari di affitti arretrati. Critiche sono piovute anche verso il poco legame e le poche iniziative tra il centro sportivo e la zona di riferimento. Come dice Catalina Cruz, la deputata del distretto del Queens che ha il centro sportivo nella sua area di competenza: “Questa è la nostra comunità, questo è il nostro cortile. È dove i nostri bambini vanno a giocare perchè non hanno altro.” È palese la mancanza di trasparenza che la città di New York chiede, e per ora a pagare restano solo i cittadini del Queens.
Giorgio Di Maio