A. Rublev b. [8] S. Tsitsipas 6-4 6-7(5) 7-6(7) 7-5
Lo US Open perde l’ottavo giocatore del seeding e del mondo, Stefanos Tsitsipas, battuto in quattro set da Andrey Rublev, dai crampi e da una tattica sconsiderata con quel tipo di avversario. Stefanos è arrivato all’appuntamento Slam dopo le sconfitte all’esordio a Montreal e Cincinnati che sono andate ad appesantire il bagaglio che già conteneva quella di Wimbledon; non è avventato ipotizzare che abbiano dato il loro contributo alla condizione atletica insufficiente. Dal canto suo, Andrey sembra definitivamente tornato quello di due anni fa, quindi senza problemi fisici e senza grandi idee se non quella di spaccare la palla.
Tsitsipas, forse ingannato dalla tattica di Andrey, sembra convinto che si tratti di una sfida a chi tira più forte e ne paga subito le conseguenze, anche se non salatissime perché evita almeno lo 0-3 pesante. Un doppio fallo russo e una deliziosa volée greca portano in dote due occasioni consecutive per il 3 pari, ma il dritto di Stefanos le fallisce entrambe, la seconda tentando di replicare un precedente imprendibile sventaglio in risposta colpendo però il telaio e la palla decolla. Rublev non gli lascia altre possibilità di rientrare e incamera il primo set per 6-4.
Un attacco nella direzione sbagliata con tanto di perdita aderenza e un doppio fallo potrebbero costringere Tsitsipas all’inseguimento anche nel secondo parziale, ma il moscovita commette qualche errore (cosa che può accadere se gliene si dà la possibilità) e perde subito il vantaggio. Entrambi sbagliano parecchio, “Stef” rifiuta categoricamente qualsiasi variazione, fosse solo uno slice, “Rubl” è sempre costretto da qualche oscura maledizione a tirare al massimo indipendentemente da situazione tattica e di punteggio. Con l’alternativa di indirizzare decisamente l’incontro o riaprirlo, il tie-break riflette lo spettacolo non esaltante dell’ultima ora, e se lo accaparra Tsitsipas.
Il veloce scambio di break si ripete nel terzo per colpa di Rublev che, in controllo di fronte a un avversario a tratti parso stremato, si distrae discutendo del nulla con l’arbitro prima di servire la palla per un 5-2 che non sarebbe mai arrivato. Il parziale comunque di ottimo livello, che vede il greco vincere 20 punti su 24 a rete e il russo tornare in saldo positivo tra vincenti e non forzati, si conclude con un tie-break emozionante, ma le due catenate di dritto con cui Tsitsipas ribalta il set point a sfavore sono vanificate da una brutta volée in rete; si ritrova così con due set da vincere e un fisico che lo sta tradendo.
Tormentato da un crampo al quadricipite sinistro, è costretto ad abbreviare gli scambi e a improvvisare, cosa che gli riesce tutt’altro che male e che, contestualmente, prova che ha proprio sbagliato l’interpretazione del match. Rublev deve addirittura salvare sette palle break al sesto game, una con un ace di seconda che ha bisogno della clemenza di hawk-eye, e alla fine è lui a brekkare. Al successivo cambio campo, Stefanos va fuori di testa quando l’arbitro gli fa notare che ha già chiamato il tempo mentre lui ha deciso di cambiarsi polsino e fascia e lo apostrofa con vari epiteti (tra cui “you’re all weirdos”, siete tutti strambi) che non sono però sanzionati; lo è invece la violazione di tempo e la conseguente perdita del punto.
Rublev arriva a servire sul 5-4, ma non sarebbe il finale giusto per un match del genere e, infatti, perde la battuta iniziando con due doppi falli – una seconda arriva a malapena a rete. Le condizioni di Tsitsipas gli offrono però una seconda opportunità di chiudere e questa volta non la fallisce, guadagnandosi il secondo turno contro Gilles Simon.
[2] R. Nadal b. J. Millman 6-3 6-2 6-2 (da New York, Luca Baldissera)
Poco da fare per il simpatico John Millman, e poco da raccontare riguardo al match. Rafa Nadal è andato in crescendo, con il pilota automatico, sempre in controllo del gioco e del palleggio dall’inizio alla fine. 5 break fatti, solo tre palle break concesse, tutte annullate con il servizio, lo spagnolo si è staccato nel punteggio nel quarto game della partita, ha messo la freccia, e se n’è andato senza più rallentare.
Millman è un buonissimo fondocampista, solido, leggero nella corsa e intelligente tatticamente, ma contro i “pesi massimi” come Nadal non ha semplicemente armi sufficienti per far male. A meno che la situazione ambientale, o altre variabili fuori dalla norma non influenzino il gioco, è dura per l’australiano contro i migliori (ricordiamo la vittoria con Federer nella sauna infernale che era l’Arthur Ashe l’anno scorso, quando anche Djokovic rischiò moltissimo al primo turno con Fucsovic, arrivando al limite del malore in campo). Nelle condizioni di gioco perfette di oggi, non c’è stata storia. Interessante vedere Rafa che in relax totale, con il punteggio mai in discussione, si è divertito a spingere il rovescio cercando tanti vincenti, anche incorrendo in errori gratuiti senza preoccuparsene, ed è andato a rete in modo spettacolare. Al secondo turno per lui Thanasi Kokkinakis.
Molto sorridente Nadal in conferenza stampa: “Sto bene, il mio corpo non mi sta dando fastidi particolari. ora dovrò stare attento a Kokkinakis, ha un gran dritto, sarà un impegno serio per me. Andy Murray a Maiorca è bello per lui, per noi all’accademia, per tutti. Se sta giocando vuol dire che sta meglio, e la cosa mi può solo rendere felice. Cori Gauff? L’ho vista un paio di volte a Wimbledon, credo abbia un grande futuro davanti, ma non so se sia un bene metterle tanta pressione, parlare tanto di lei ora, è così giovane, bisogna andarci piano, step by step, con le persone giuste intorno. Ha perso Khachanov, davvero? Beh, è il tennis, ogni avversario può essere pericoloso, anche Roberto Bautista Agut ha perso oggi purtroppo“.
Il tabellone maschile completo (con tutti i risultati aggiornati)