da New York, il nostro inviato
H. Laaksonen b. M. Cecchinato 7-6(3) 7-6(6) 2-6 3-6 7-6(2)
Alla fine una lunghissima (quasi quattro ore) partita da montagne russe non ha sorriso a Marco Cecchinato, costretto ad arrendersi al quinto set allo svizzero Laaksonen. Tanti vincenti, 124 in totale, ma anche molti errori soprattutto dell’italiano (che ha chiuso con 60 unforced). Il palermitano non riesce quindi a dare seguito al timido segnale positivo di Winston-Salem, dove era tornato a vincere una partita dopo dieci sconfitte di fila.
Marco ingrana subito la retromarcia ed è molto falloso con il dritto e poco profondo con il rovescio coperto. Non riesce a trovare il ritmo giusto e la fiducia nei colpi ne risente; solo lo slice porta qualche punto. Cecchinato trascorre i primi due set a borbottare con il suo angolo, cercando coach Vico – “mi dici qualcosa?” – con insistenza mentre i suoi dritti inside-in escono in larghezza. Quel poco che Cecchinato fa è comunque sufficiente a raggiungere due tie-break consecutivi. Al primo ci si arriva seguendo fedelmente i servizi e con qualche buona palla corta di Marco, che palesa però anche tanta insicurezza con il dritto. Cecchinato non gioca però il primo tie-break, più che altro manda tutto in rete e con un doppio fallo regala il set allo svizzero. Nel secondo perlomeno ci mette un po’ di testa, ma finisce per perderlo spedendo a rete un dritto piuttosto facile.
Nel frattempo dall’angolo di Marco piovono consigli ben circostanziati “sempre deciso dai, sulla seconda non andare indietro ma cerca sempre la palla”, ma l’arbitro (che non è Ramos!) fa palesemente finta di non sentire. Il pubblico è quasi tutto per Marco, salvo uno sparuto gruppo di signore che esibiscono cappellini rosso-crociati, imbacuccate nelle loro giacchette (la serata è piuttosto fresca, ecco il motivo).
Inizia il terzo set e finalmente Cecchinato riesce, con grande caparbietà, a fare tabula rasa. Adesso trova la misura con il dritto, è evidente che stia cercando meglio la palla, e qualche errore di troppo con la palla corta appare comunque incoraggiante, perché frutto di una strategia e non della volontà di sfuggire allo scambio. Inizia un nuovo match con lo svizzero che scende di livello e l’italiano che riesce a impostare alla grande, chiudendo poi con il rovescio. Adesso Marco impatta bene ogni palla, basta rivolgere l’orecchio al campo per accorgersene. Il terzo set è un comodo 6-2, nel quarto l’italiano si salva a inizio parziale annullando con il servizio (percentuale con la prima inferiore al 50% per entrambi) due palle break, per poi condurre il parziale fino al 6-3 che vale la parità.
Sembra che finalmente l’inerzia della partita sia cambiata, infatti Cecchinato sale 3-1 anche nel quinto. I giocatori sono affaticati, e il palermitano a volte è costretto in difesa alzando le traiettorie per tirare il fiato. Laaksonen è però tornato ad anticipare molto bene i colpi, e con lo smash si porta 3 a 3. Da qui, nessun attacco ai servizi fino al tie-break decisivo. Fino ad adesso Marco ha avuto anche abbastanza sfortuna e il trend non cambia, anche perché lo svizzero ha più energie. Marco perde subito campo, con lo svizzero a colpire dritto su dritto. Finisce con Laaksonen a rete per il 7 a 2 con il punteggio finale di 7-6(3) 7-6(6) 2-6 3-6 7-6(2) in 3 ore e 52 minuti.
Lo scarso feeling di Cecchinato con il tie-break si conferma dopo quelli persi a Wimbledon, Amburgo, Kitzbuhel e Montreal. Un altro dato che evidenza il suo difficile momento. Nel match è mancato anche il rovescio sia in profondità che in spinta, lo stesso colpo che aveva messo alle corde Djokovic nell’ormai lontanissimo Roland Garros 2018.
Dopo la cocente sconfitta, Marco ha preferito non rilasciare dichiarazioni alla stampa.
Il tabellone maschile completo (con tutti i risultati aggiornati)