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da New York, il nostro inviato
[3]R.Federer b. D.Dzumhur 3-6 6-2 6-3 6-4
Pare proprio che questo US Open, per Roger Federer, sia il torneo delle partenze “diesel“. In un Arthur Ashe piuttosto affollato, con il tetto chiuso a causa della pioggia che ha fermato il gioco sui campi esterni, il fuoriclasse svizzero affronta Damir Dzumhur, combattivo bosniaco numero 99 ATP, che però ha un best ranking di 23, e un gran bel braccio soprattutto dal lato del rovescio. Siamo alla partita numero 100 di Federer qui a New York, che potrebbe valere l’87esima vittoria.
LA PARTITA – Per tutto il primo set, Federer gioca letteralmente a “ciapanò”, sparando dritti e rovesci più o meno ovunque meno che entro le righe. 17 gratuiti e soli 8 vincenti, il 30% di punti fatti con la seconda palla, poco altro da commentare: Roger per la prima mezz’ora in campo proprio non c’è. Il pubblico intorno alla tribuna stampa mormora preoccupato, Damir incassa volentieri gli omaggi dell’avversario e si prende il 6-3, cedendo giusto un servizio dopo essere stato avanti 4-0.
“Mi è capitato tante volte di non aver iniziato bene, l’unica cosa da fare in quei momenti è continuare a giocare meglio che puoi, e non sottovalutare mai i tuoi avversari. Conoscevo le qualità di Nagal l’altro ieri e di Damir, certo oggi non pensavo di fare tutti quegli errori nel primo set. Le condizioni oggi erano buone sotto il tetto. Colpivo male la palla a volte, mi approcciavo male ai colpi. Però di buono c’è che dopo il primo set sono salito molto“
Nel primo game del secondo parziale, la svolta. Palla break per Dzumhur (sarebbe il terzo subìto da Federer), ma il bosniaco, con Roger fuori posizione a rete, non ha il coraggio di spingere: appoggia un mezzo passante senza senso, consente il recupero dello svizzero, e fallisce un’opportunità ghiottissima. Arriva il primo pugnetto convinto, con un bel “Cm’on!” di Federer che si sente fino sugli spalti, e da quel momento cambia tutto.
La qualità ovviamente superiore di due categorie di Roger finalmente si vede, Damir viene travolto dal ritmo e dagli anticipi, e il 6-2 per Federer è questione di un’altra mezz’oretta. Una sola altra palla break concessa sul 4-2 viene cancellata da un bel servizio esterno. A metà set, un punto su tutti che certifica la “sveglia” sacrosanta che si è dato lo svizzero: una sequenza spaventosa di due rovesci e poi dritto dall’altra parte, tirati a tutta randa, presi pieni che la schioppettata ha echeggiato fino al terzo anello. Come si suol dire, ha mollato il braccio, eccome. 14 vincenti, 6 errori per Roger, il cambio di livello è stato improvviso e impressionante, bravo. Ma gli è davvero andata bene in quel punto del primo game, e Dzumhur ha le sue colpe in quel frangente.
“Come livello di gioco, non lo so, si può iniziare male un torneo e poi migliorare, però bisogna vedere le statistiche, non so se c’è un “pattern”, e poi dipende tanto dai tuoi avversari. La cosa fondamentale, negli Slam soprattutto, è presentarsi in buona forma fisica e con la voglia di competere“
Nel terzo set, ormai Federer viaggia sciolto. Ovviamente la qualità di un fenomeno del genere è difficilmente contenibile da un onesto giocatore come Damir, che si fa comunque apprezzare soprattutto con qualche rovescio bimane in salto chiuso alla grande in lungolinea. Dall’altra parte fioccano i vincenti da ogni posizione del campo, e gli auto-incitamenti di Roger sono tanto grintosi da far quasi pensare che sia seccato in particolare con se stesso, per aver giocato tanto male all’inizio. Ci sta. Avanti 4-2, Federer annulla tre palle break (siamo a 7 affrontate, due turni di battuta persi finora; non proprio benissimo, ma il primo orribile set pesa nelle statistiche), e poco dopo chiude il parziale, 6-3. Dzumhur si fa massaggiare gamba e anca destra un paio di volte ai cambi campo dal fisioterapista, ma non sembra nulla di grave.
Il quarto set è divertente dall’inizio, tirano alla grande tutti e due, Roger è definitivamente rilassato, continua ad auto-incitarsi (e a danzare splendidamente intorno alla palla), a momenti appare anche sorridente. Damir strappa applausi con il suo super-rovescio lungolinea ( è veramente un bellissimo colpo) e prova a crederci mettendoci grinta e corsa. Ma ormai il Fed-Express è in vista della stazione, il passante di dritto che fulmina Dzumhur e gli porta il break nel terzo game sa tanto di sentenza. Arrivano i suoi controbalzi anticipati, le volée fintate, i drop-shot, tutto il repertorio per cui vale la pena di pagare il biglietto. Sul 4-2 arriva anche l’ottava palla break per Damir, ben annullata: l’impressione è che il tennis e il fisico ci siano, però a tratti manchino ancora la continuità e la freschezza mentale.
Non ce lo dirà in conferenza stampa neanche sotto tortura, ma per me la finale di Wimbledon, roba che avrebbe ammazzato emotivamente non uno, ma una mandria di bufali, quando sei in vacanza ti sembra di averla superata e non ci pensi. Una volta in campo di nuovo, invece, per qualche match o parte di match, ci devi fare i conti eccome, prima di sbloccarti e schiarirti la testa definitivamente. Non sarebbe umano, altrimenti.
Nel frattempo, senza grossi scossoni, e divertendo il pubblico, Federer arriva al servizio per il match sul 5-4. Una delle sue gemelle (non ho idea se Myla o Charlene, impossibile dirlo), in tribuna, viene simpaticamente inquadrata sui maxischermi mentre si preoccupa e fa il tifo per babbo Roger, che chiude 6-4 per la gioia sua e dell’intero stadio. Applausi anche per il tosto Dzumhur, ora Federer affronterà Lucas Pouille o Daniel Evans.
Federer a fine partita: “Come l’altra volta, ci ho messo un po’ a carburare. Sono contento di aver trovato un modo di spuntarla alla fine. Ho difeso bene il mio servizio quando sono stato sotto, mi ha fatto bene lottare, penso che aiuterà la mia convinzione nelle prossime partite. Giocare sotto il tetto mi piace, sono felice che ci sia per i fan, almeno hanno qualche partita da vedere. Piove ancora fuori o stan giocando? No? Speriamo smetta… In che lingua mi incito? Davvero, non lo so, mi viene fuori in francese, inglese o tedesco a seconda dei momenti (risata). Evans e Pouille sono bravi su questi campi, chiunque mi toccherà sarà un terzo turno difficile“. Nell’intervista post-partita in tedesco, Federer ha anche sottolineato come i campi gli sembrino piuttosto lenti.
Il tabellone maschile completo (con tutti i risultati aggiornati)