[2]A.Barty b. L.Davis 6-2 7-6(2) (da New York, Cesare Novazzi)
La testa di serie numero 2, Ashleigh Barty, passa in due set impegnandosi realmente solo nel secondo contro l’americana Davis. Si erano già incontrate alcuni anni fa, ad Acapulco nel 2014, ed a spuntarla fu ancora Barty in un match lottato per 2-6 6-3 7-5. Nel primo parziale nessun problema: la tennista australiana colpisce la palla da ferma, in completa tranquillità. Il dritto funziona bene in manovra, soprattutto il cross stretto è molto efficace e vale il break per il 5 a 2. Al gioco seguente Davis non chiude una volèe semplice, l’australiana passa e si procura il set point chiudendo poi 6-2 con un dritto vincente.
Nel secondo set, Davis cerca di spostare l’avversaria. L’americana prova a impostare con il suo gioco e nonostante in un’occasione debba colpire addirittura tre smash per fare un punto, mette pressione a Barty fin dalla risposta. Ottiene così il break e sale 4 a 2. Barty commette un paio di errori con il rovescio lungolinea, Lauren però gioca bene in verticalizzazione e con una buona prima sale 5 a 3. Barty resta agganciata e si procura due palle break al gioco seguente, ma con due errori non concretizza. Davis arriva quindi a set point, ma spedisce un diritto in rete. Poi l’americana subisce un dritto vincente, a tratti è lenta negli spostamenti e Barty riesce a passare a rete per il contro break. La testa di serie numero 2 sale 6 a 5 facendo buona guardia a rete. Va al servizio Lauren e Barty spreca tre match point, Davis alza le traiettorie e raggiunge l’australiana al tie-break.
Barty sale subito 3 a 0 gestendo alcune palle insidiose e poi 4 a 1 con chiusura a rete. Match point per il 7 a 2 con l’australiana che manovra in tranquillità forzando l’errore di Davis. Al terzo turno affronterà la vincente della sfida tra Sakkari e Peng.
Le dichiarazioni di Barty a fine partita: “Ero sotto di un break e sono riuscita a chiudere solo al quarto match point, ma sono contenta di accedere al terzo turno. L’anno scorso ero testa di serie n 18, quest’anno sono numero 2, sono cambiate tante cose, ma l’importante è sempre fare la cosa giusta in campo, il ranking mi dà solo più sicurezza. Anche se le condizioni erano un po’ diverse, sono contenta di aver giocato in questo campo prestigioso con il tetto chiuso.”
[8] S.Williams b. [WC]C.McNally 5-7 6-3 6-1 (da New York, Andrea Pellegrini Perrone)
In una giornata rovinata dalla pioggia, nella quale i fan han potuto assistere solamente ai nove match andati in scena tra Louis Armstrong e Arthur Ashe, la sessione serale dopo la vittoria di Nole è stata infiammata dal derby a stelle e strisce che è stato ricchissimo di emozioni nei primi due parziali.
LA PARTITA – Dopo un primo game sontuoso di Serena e un doppio fallo dettato dalla tensione ad aprire il primo game di servizio di Caty, la ragazza di Cincinnati ha acquisito piano piano fiducia, togliendo a Serena tutte le certezze derivanti dalla vittoria di primo turno su Sharapova. Ha iniziato a variare il gioco in un modo che sicuramente la vincitrice di 23 Slam non si aspettava, a partire dal servizio, molto potente ma soprattutto molto vario.
Serena tiene un game difficile sul 3-3, tira fuori la voce per la prima volta nel match e i presenti sull’Arthur Ashe pensano che da quel momento in poi per la giovane dell’Ohio ci sarà poco da fare; quando la “Queen” urla, tante avversarie tremano e smettono automaticamente di giocare. Non succede però a McNally, che continua ad aggredire Serena, mettendo i piedi in campo sulla seconda e continuando ad attaccare in modo quasi irriverente, seguendo qualche servizio a rete ma anche qualche risposta. Continua a tenere Caty, sotto 4-3 non trema, sotto 5-4 sul 30-30 si salva con il servizio e poi sul 5-5 mantenendo fede al suo piano di gioco offensivo, con tante variazioni intelligenti sulla diagonale sinistra, ottiene un break che le consente di andare a servire per il set. Arriva in quel momento la più classica delle reazioni da parte di Serena che conquista le prime tre palle break della partita, tutte consecutive, tirando fuori qualche altro urlo intimidatorio che non sortisce alcun effetto: la ragazza dell’Ohio le salva tutte e tre, la terza con una spregiudicata palla corta sulla quale Williams cerca in recupero il corpo di Catherine ma trova solamente la rete, e due punti dopo perde il set.
Il pubblico in tribuna è meravigliato dal gioco di McNally, che parte nel secondo come nel primo set, subendo un parziale di 5 punti a 0 da parte di Serena che lascia presagire una imminente reazione della trentasettenne americana che però continua a soffrire le continue variazioni di altezza delle traiettorie da parte di Caty, bravissima a non abbandonare mai il suo piano di gioco. Altro ruggito da leonessa dopo un punto vinto sotto rete da parte di Serena, che va 0-30 nel quarto gioco ma non riesce a breakkare e nel game successivo tiene solamente ai vantaggi. I primi segnali di cedimento della diciassettenne arrivano nel game successivo: due doppi falli consegnano altrettante palle break, la prima viene annullata ma sulla seconda per la prima volta Williams decide di andare lungolinea e tira una risposta vincente sul serve&volley di Catherine. Serena è in vantaggio nel set. Il game successivo è uno dei più elevati qualitativamente dell’intero match, Serena scaglia tre ace ma McNally vince due punti che denotano ancora una volta una fantastica manualità, uno sotto rete e uno con una splendida chiusura di volo. Alla fine Williams tiene ai vantaggi. Dopo aver annullato tre set point sotto 5-2, piccolo spiraglio per riaprire il set prontamente chiuso da Serena grazie al servizio: un set pari, si va al terzo.
Per la prima volta nel match, McNally parte col vantaggio del servizio che fino a quel momento aveva perso solo una volta la battuta, ma la storia cambia radicalmente: l’inizio del terzo è a senso unico, McNally aumenta esponenzialmente gli errori non forzati e Serena entra finalmente in controllo degli scambi facendo valere la sua maggior potenza dei colpi, in un match che di fatto finisce dopo i primi che tre game caratterizzati da un parziale di 12 punti a 1: il decimo doppio fallo di Caty le costa il doppio break che diventa un ostacolo insormontabile. La partita da quel momento è totalmente in discesa per l’ex numero uno del mondo che finalmente inizia a tranquillizzarsi, consapevole di aver rischiato non poco contro un’avversaria completamente on fire nei primi due parziali ma al tempo stesso di essersela finalmente cavata. Lo score finale recita 5-7 6-3 6-1, forse non rende a pieno l’idea del reale pericolo corso da colei che insegue ancora una volta il ventiquattresimo Slam, apparsa a lungo in balia della teenager che da questo match può trarre solamente indicazioni positive, escluso ovviamente il terzo set dove é sembrata non avere più energie mentali per continuare a variare il gioco.
GLI ALTRI INCONTRI – Si sono giocati in totale cinque incontri femminili nella giornata di mercoledì, e non c’è stato alcun altro terzo set. Si sono qualificate al terzo turno Karolina Pliskova, Keys e Svitolina. A soffrire di più è stata quest’ultima, in modo piuttosto preventivabile considerando che affrontava Venus Williams. Il doppio 6-4 maturato in quasi due ore di partita è comunque il sunto di una buona partita, che promuove l’ucraina al probabile derby con Yastremska (che deve ancora battere Peterson, contro la quale parte favorita). Anche per Keys potrebbe esserci un derby con Kenin, qualora quest’ultima dovesse confermare il pronostico contro Siegemund. Per Pliskova, invece, una tra Jabeur e Sasnovich.
Il tabellone femminile completo (con tutti i risultati aggiornati)