A. Rublev b. [28] N. Kyrgios 7-6(5) 7-6(5) 6-3 (da New York, Andrea Pellegrini Perrone)
In questi giorni l’attesa mediatica su Nick Kyrgios è notevole e non sorprende vedere l’Arthur Ashe così affollato. Lo show dell’australiano inizia: prima con un raccattapalle, poi con un giudice di linea colpevole di sbagliare una palla uscita di neanche un centimetro; Nick è nervoso e si vede. Entrambi servono molto bene, son solo otto i punti persi al servizio ma al tie break un errore col dritto da parte di Kyrgios lo condiziona psicologicamente: sotto di minibreak ne regala dopo poco un altro e il set gli sfugge di mano.
Il secondo parziale vede più occasioni per entrambi in risposta: sul 2-3 30-40 Rublev viene salvato in modo incredibile dal nastro e nel game successivo ha lui due palle break, ma Nick si salva col servizio e dopo il set scorre via liscio. L’australiano si issa sul 4-0 nel tiebreak, sembra in controllo ma un doppio fallo lo manda al “manicomio” . Andrey come sempre continua a crederci, prova ad allungare gli scambi e non si demoralizza neanche dopo l’ace sul 4-4, andando a set point e chiudendo in risposta con un dritto che provoca l’errore forzato di Kyrgios.
Il terzo set viene invece deciso da un solo game, quello dove Nick spreca il vantaggio di 30-0 e cede il servizio alla prima palla break commettendo un grave errore col rovescio. Kyrgios, nonostante le velocità non elevate della seconda di Rublev, difficilmente riesce a fargli male e le uniche palle break in suo favore del match restano quelle del sesto game del secondo set, a testimonianza di un match dove sorprendentemente Nick vince meno punti anche sugli scambi brevi (72 contro 80 sotto i 4 colpi) e nonostante i 30 aces e i 4 doppi falli ha un rendimento troppo inferiore all’avversario sulla seconda (41% contro 74% di punti vinti).
Rispetto ai match precedenti l’australiano si è presentato a rete molte meno volte, solamente 24 in tre set, a testimonianza del fatto che temesse molto i passanti di Rublev, abile con entrambi i fondamentali a bucare nove volte Nick nei pressi della rete. Adesso per Rublev ci sarà il nostro Matteo Berrettini, abile a battere in quattro set Popyrin.
[13] G. Monfls b. D. Shapovalov 6-7(5) 7-6(4) 6-4 6-7(6) 6-3 (da New York, Cesare Novazzi)
In chiusura sul Louis Armstrong si sfidano per un posto negli ottavi di finale Gael Monfils, testa di serie numero 13 e il canadese Denis Shapovalov: il vincente andrà a sfidare Andujar, siamo nel quarto di finale dove si trova anche il nostro Berrettini. Non ci sono precedenti tra i due, si sa solo che in campo ci sarà tanto tanto atletismo. Shapovalov ha 12 anni meno di Monfils, però è il canadese che sembra un po’ in affanno, almeno per i primi set. Monfils riesce ad anticipare d’esperienza i colpi, trovando vincenti con il diritto.
Primo set sono subito mazzate e rincorse, la palla viaggia per entrambi. Shapo perde il primo game con qualche errore di rovescio, ma recupera subito il break. Pochi sussulti fino al tie break dominato da uno Shapovalov in pressione costante. Nel secondo set la musica non cambia, il set procede uguale come quello precedente: il canadese colpisce bene il rovescio in anticipo e trova il break. Nel game seguente però serve due seconde troppo morbide, commette un doppio fallo e Monfils recupera senza aver fatto quasi nulla, a parte uno smash in salto che infuoca definitivamente il pubblico. Tie break anche nel secondo parziale, dove esce l’esperienza di Monfils che con una palla corta e due ace pareggia il computo dei set. Siamo 1 a 1 e il pubblico non ha ancora scelto per chi tifare. I giocatori stanno offrendo il loro meglio, è un match dove non si può scegliere, entrambi stanno dando tutto.
Nel terzo parziale esce sempre più il francese, che argina l’atletismo del suo avversario. Monfils va a palla break quasi sistematicamente per i primi tre game, Shapovalov ha un calo più fisico che di colpi, non arriva più bene sulla palla. Monfils riesce a dominare i primi game e poi controlla per il 6 a 4 finale. Il francese è salito di esperienza tenendo il servizio sempre con autorità.
Quando si pensava ormai che fosse in match finito, Shapovalov rientra prepotentemente in gioco “aiutato” da Youzhny che non sta fermo nel suo angolo. La partita diventa una bagarre e Monfils non riesce più a disinnescare i vincenti di dritto del suo avversario, oltre ai rovesci in spinta anche da fuori dal campo, sempre profondissimi, insomma tutto il repertorio. Shapovalov va sotto due volte, ma recupera sempre con il rovescio incrociato abbonato alle righe esterne. Ennesimo tie break tra i due: rovescio di Shapo che va avanti di un minibreak con un ottimo attacco a rete, poi 4 a 1 con volée di rovescio. Il francese recupera e va a prendersi il primo match point annullato dal canadese con un drittone lungolinea. Attacco di Shapo per il 7 a 6 e doppio fallo Monfils per l’8 a 6. Dopo tre ore di partita, siamo 2 set pari.
Nel parziale decisivo Monfils ritrova gli anticipi di dritto, mentre il canadese non trova più bene la palla, a parte un paio di vincenti di dritto. Il francese sale 3 a 1 e non molla più il vantaggio. A Shapovalov riescono ancora un paio di diritti a tutto braccio, ma Monfils controlla e chiude al terzo match point per il 6 a 3 finale.
Il tabellone maschile completo (con tutti i risultati aggiornati)