da New York, il nostro inviato
Gli scontri diretti sono un valido indicatore per fare pronostici, ma possono anche ingannare. Ce lo ricorda Johanna Konta, che si è presentata al cospetto di Karolina Pliskova con un preoccupante 1-6 nei precedenti e nonostante questo ha rimontato con successo la giocatrice ceca, raggiungendo per la prima volta in carriera i quarti di finale a New York, unico Slam che mancava alla collezione. Medesimo discorso per la sua prossima avversaria, Elina Svitolina, contro la quale – per curioso scherzo del destino – è largamente in svantaggio negli scontri diretti, avendoci perso quattro volte su quattro. Per raggiungere la semifinale, dunque, Johanna dovrà sconfessare un altro storico sfavorevole.
Per adesso può essere soddisfatta di aver estromesso dal torneo una colpitrice in gran forma come Pliskova. Ragionando a posteriori, ben cinque delle precedenti sette sfide si erano risolte (come questa) al terzo set, a testimonianza di valori in campo sempre piuttosto vicini. È stato così anche sul Louis Armstrong, con i primi due set vinti… da chi li aveva cominciati peggio. Konta avanti 3-1 nel primo ma sconfitta al tie-break, Pliskova in vantaggio 3-1 nel secondo e poi vittima di un blackout che ha contribuito ai cinque game consecutivi della britannica. Il terzo set è stato equilibratissimo fino al 5-5, con i servizi protagonisti, ma un game negativo di Pliskova (doppio fallo e brutto errore a rete) le è costato, set e sogni di gloria newyorchesi.
“Non credo ci sia una formula magica per gli Slam“, ha detto Konta a fine partita. “Potevo facilmente essere eliminata al primo turno, ho affrontato una grande giocatrice (Daria Kasatkina, ndr). Ma qualsiasi difficoltà il gioco mi proponga, io sono preparata per affrontarla e stare il campo il tempo necessario“. Johanna conferma quindi di trovarsi in un grande momento di forma, mentale e fisico, e che le brutte sconfitte di Cincinnati e Toronto erano da attribuirsi solo a un periodo di rilassamento tra i due Slam.
LA VITTORIA DI ELINA – Sfida d’alta quota tra la quinta favorita Svitolina e la numero dieci Keys, che qui vanta una finale nel 2017. Erano le 19 a New York quando il match è iniziato sull’Arthur Ashe; chi aveva biglietti per i posti “lodge” più in alto, ha potuto anche godere del tramonto su Corona Park con in lontananza lo skyline di Manhattan.
Qualche fila più in basso nello stadio, Keys si apprestava a servire, ben conscia di affrontare una Svitolina in grande forma (che l’ha anche sconfitta nell’ultima sfida all’Australian Open).
Sia la statunitense che l’ucraina hanno tenuto i primi servizi agevolmente. Keys ha cercato di fare da subito la partita, commettendo però troppi gratuiti soprattutto da fondo campo, dove sviluppa la base del suo gioco. Gli errori sono però spesso indotti da Svitolina che gioca in pressing costante. Sul 5-5 Keys ha concesso tre palle break annullando solo le prime due: 7-5 Ucraina, e ben 21 errori gratuiti della tennista statunitense. Non che il terzo set, indirizzato in favore di Svitolina già nel terzo game grazie a un notevole passante stretto di rovescio, abbia offerto troppe occasioni di riscatto a Madison, ‘capace’ di chiudere l’incontro con l’abnorme dato di 40 errori non forzati, l’ultimo proprio in occasione del match point. Quasi nessuna recriminazione per Keys, che nel secondo set è sempre stata innocua in risposta.
Svitolina accede così per la prima volta ai quarti di finale dello US Open, la prima ucraina a riuscirci da Bondarenko nel 2009. A fine partita si è espressa così: “Mi sono mossa molto bene ed ho giocato con sicurezza da fondo. C’è davvero un’atmosfera speciale qui, e non è facile affrontare una statunitense su questo campo. Oggi è il compleanno di Gael, non abbiamo festeggiato perché entrambi dobbiamo concentrarci sul torneo (Monfils sarà impegnato oggi negli ottavi di finale contro Andujar, ndr). Con Konta sarà una sfida dura, ma la accetto volentieri“
Il tabellone femminile completo (con tutti i risultati aggiornati)