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Da New York, il nostro inviato
G. Dimitrov b. [3] R. Federer 3-6 6-4 3-6 6-4 6-2
Nessuno lo aveva pronosticato, nessuno lo aveva previsto, ma il nobile decaduto Grigor Dimitrov, precipitato al n.78 della classifica ATP dopo i fasti della vittoria alle ATP Finals di Londra nel 2016, ha fatto quello che non era mai riuscito a fare in tutto il resto della carriera, ovvero sconfiggere Roger Federer, che lo aveva battuto in tutti i sette precedenti confronti diretti.
Lo svizzero non era sicuramente in serata, forse non era nemmeno al 100% fisicamente, anche se non lo dirà mai, ma Dimitrov ha compiuto una grandissima impresa prima arrivando ai quarti di finale e poi mantenendo il controllo del suo tennis per (quasi) tutta la partita cogliendo l’occasione che la Sorte gli ha presentato.
Dimitrov è chiaramente molto nervoso all’inizio del match: questo risultato significa molto per lui, dopo la lunga crisi attraversata. Federer come di consueto lascia i blocchi di partenza come una pallottola esce dalla canna della pistola: in un baleno è 3-0, e su tutti i primi turni di battuta di Grigor si trova in vantaggio, ma non riesce a concretizzare con un secondo break. Non è un Roger perfetto, qualche errore arriva, ma il primo set va in cascina con un 6-3 in 29 minuti, prima che gli ultimi spettatori che hanno trovato fila al bar riescano a tornare al loro posto con in mano il loro Honey Deuce, il “signature cocktail” dello US Open (per chi fosse interessato, una parte di vodka, tre parti di limonata, una spruzzata di liquore ai frutti di bosco e tre palline di melone congelato).
È un Federer a trazione anteriore quello che apre il secondo set concedendo la sua prima palla break del match sullo 0-1: con il servizio esce dai guai, ma nei palleggi non è il Federer scintillante visto negli ultimi due turni, e sul 2-3 30-30 manca due diritti e d’un tratto è Dimitrov ad essere avanti di un break. Grigor sente la serata, si esalta con un passante di diritto in corsa con spaccata “à-la-Kim Clijsters”, ma quando deve servire per il set sul 5-3 si irrigidisce, sbaglia due diritti e sul 30-40 concede il controbreak con un doppio fallo. Tutto lo stadio pensa che la partita sia finita lì, ma nel game successivo accade ciò che non ci si aspetta: da 30-0 Federer si fa raggiungere, cicca una volée su un passante al corpo, stecca un diritto sul set point e il pubblico di Flushing Meadows si trova un match tra le mani.
Negli scambi ad alta velocità da fondocampo Federer è piuttosto impreciso, è lui che tende a sbagliare per primo quando il numero dei colpi sale. Entrambi sono dei cecchini con la prima di servizio, si gioca quasi solo sulle seconde. Lo svizzero alza la traiettoria dei suoi colpi da fondo, raccoglie tre errori di Dimitrov per lo 0-40 sul 2-2, ma non riesce a concretizzare sciupando una dopo l’altra le tre palle break. Due game più tardi però è ancora il bulgaro, come nel primo set, a regalare il break a Federer con un doppio fallo. La continuità non è però la qualità migliore del Federer di questa sera: gli errori da fondo riaffiorano, si deve salvare dal 15-40 sul 4-3, ma il servizio gli viene in soccorso, e sullo slancio conquista il set nel game successivo sugellandolo con un magnifico lob liftato di diritto da cinque metri dietro la linea di fondo.
Ma il sospiro di sollievo per Federer dura pochissimo: in apertura di quarto set un altro turno di battuta bislacco lancia Dimitrov subito sul 2-0. Il bulgaro sembra il più fresco dei due, ma Roger non molla: si procura una palla del 3-3, che però sfuma con una risposta di diritto in corridoio, poi sul 2-4 tiene la battuta dopo un game da 12 minuti e 22 punti nel quale rimonta da 0-40 e si salva da ben sette chance del secondo break per Dimitrov. Sul 5-4 è la volta di Grigor a recuperare dallo 0-40, salvandosi da ben cinque palle per il 5-5 contro un Federer sempre più lento sulle gambe e che si trova a dover combattere la partita al quinto set dopo due ore e 41 minuti di gioco.
Nella pausa tra i set lo svizzero chiede un medical time-out e viene accompagnato fuori dal campo dal fisioterapista. Al rientro Federer è sempre più teso e impreciso, quasi incapace di giocare: cede i primi quattro game vincendo solamente quattro punti e si trova a guardare il baratro da vicino. Dimitrov deve solamente continuare a palleggiare per completare la più straordinaria e inattesa vittoria nella sua carriera: lo fa senza tremare, e alla fine non esulta nemmeno tanto, con la consapevolezza di aver meritato questa straordinaria affermazione.
Come di consueto dopo una sconfitta, Federer è velocissimo ad arrivare in sala interviste: “Ho avuto bisogno di un trattamento alla schiena, per provare a vedere se riuscivo a scioglierla. Ma questo è il momento di Grigor, non parliamo del mio corpo. Ho avuto un brutto inizio nel quarto e nel quinto set. Già oggi pomeriggio avvertivo fastidio, ma ho giocato, va bene così. Grigor è stato bravo, è riuscito a battermi, tutto qui. Non sono riuscito a prevalere da fondocampo, lui ha fatto un buon lavoro. Mi aspettavo una partita dura, lui ha molte armi tecniche, e stasera le ha usate bene tutte. La mia programmazione per il resto della stagione non cambia, ora si ritorna ad allenarsi, e si riparte da lì. Mi dispiace che sia finita così, perché sentivo di stare giocando bene, ma le sconfitte fanno parte del gioco, ora starò un po’ con la famiglia. Fisicamente il fastidio l’ho avvertito fin dall’inizio della partita, ma ero in grado di giocare, solo evidentemente non sono stato in grado di vincere. I match persi, si va avanti, non ci si pensa troppo alla fine. Certamente quello che è successo a Wimbledon non ha avuto la minima influenza su come è andato questo torneo. Sì, è stato un problema muscolare“.
Sorprendentemente calmo, Grigor Dimitrov ha ragionato sulla sua impresa e sui difficili mesi trascorsi quasi con distacco: “Stavolta è stato tutto diverso, la situazione, il campo, tutto. Io ero più concentrato, su ogni punto e su ogni game. In passato lui partiva sempre a razzo, lo ha fatto anche stavolta, ma io mi sentivo meglio del solito, lui sbagliava qua e là, io mi muovevo bene. Chiaramente lui non era al suo meglio, ma io sono stato bravo. La cosa importante qui quest’anno è stata la continuità, ho sempre cercato di migliorare, solo questo. Non voglio sembrare un falso modesto, ma questo è stato un match come gli altri, ho cercato di viverlo così. Ho passato momenti davvero duri, giù in classifica, con gli infortuni, non vorrei ritornarci mai. Mi hanno aiutato gli amici e la famiglia. Avere un risultato come questo alla fine dell’anno è fantastico. Oggi quando servivo per il match mi sentivo rilassato, sono riuscito a giocare bene. Una delle qualità che ammiro di più in lui è la capacità di andare avanti, dopo i punti persi, non importa come, questo tipo di forza mentale è una gran cosa. Per il resto, non ci sono parole per descrivere quanto sia grande tecnicamente”.
Il bulgaro si è detto anche piuttosto soddisfatto di come ha gestito l’importanza della partita, con ‘gigantesco’ avversario annesso: “Stasera sentivo di saper cosa fare, anche dopo aver perso il primo set. Ho alzato il livello, migliorato gli spostamenti, tenevo più palle in campo. Ho anche alzato la percentuale di prime palle, e ho fatto molte scelte giuste. Anche quando ho perso quel game lunghissimo sul suo servizio ero soddisfatto di come giocavo. Dopo il quarto set ho continuato a spingere. Non penso a Medvedev adesso, ero concentrato su Roger stasera. So cosa avevo nelle gambe, e mi fa essere ottimista. Certo, capivo che lui aveva qualcosa che non andava, anche se fossi andato sotto due set a zero avrei continuato a provarci, penso che avrei avuto delle possibilità“.
Sei settimane fa, Dimitrov aveva chiesto una wild card all’ATP 250 di Atlanta per finire battuto al primo turno dal qualificato Kevin King, n. 409 della classifica. Oggi conquista per la terza volta in carriera una semifinale in un torneo dello Slam, ma una che ha un significato molto diverso da quella di Wimbledon 2014 e da Melbourne 2017, una nella quale non troverà Djokovic o Nadal, ma un Daniil Medvedev tenuto insieme con i cerotti, una che può dargli la chance di conquistare vette per lui ancora inesplorate.
Il tabellone maschile completo (con tutti i risultati aggiornati)