Confronto con il Ranking WTA
Questo confronto è una verifica indiretta che aiuta a individuare chi è stata capace di alzare il proprio livello nei tornei che contano di più, e chi invece nei grandi eventi ha offerto un rendimento inferiore alle attese. Per quanto riguarda le primissime, i due dati con il contrasto più evidente sono quelli di Serena Williams e di Karolina Pliskova; e lo sono in senso opposto.
Williams è stata capace di dare il meglio di sé negli Slam e infatti il suo ranking è all’80,0% basato sui punti raccolti nei quattro Major: 3160 su 3935. Conseguenza: si trova al numero 1 della nostra classifica a fronte di un più modesto nono posto in quella ufficiale WTA.
Al contrario la numero 2 WTA Pliskova ha raccolto appena il 22,6% dei suoi attuali punti negli Slam: 1390 su 6125. E visto che in questi giorni è in lizza per il primato assoluto, potrebbe tornare “regina senza corona”, cioè in quella criticata posizione di numero 1 del mondo senza avere mai vinto un Major.
Ma c’è chi fra le giocatrici di vertice quest’anno negli Slam ha fatto peggio di Karolina. Mi riferisco a Kiki Bertens, attuale numero 8 del ranking ufficiale, che ha raccolto negli Slam 400 punti su 4225 totali: in pratica appena il 9,4%. Ed è per questo che la ritroviamo soltanto al 31 posto della classifica-Slam.
Ma sorprendentemente negativa è stata anche la tre volte vincitrice Slam Angelique Kerber, numero 12 WTA, che ha raccolto l’11,6% di punti nei Major (330 su 2835), tanto da non comparire fra le prime 32 della nostra classifica (è 39ma). Altro dato negativo quello di Aryna Sabalenka, attuale numero 14 del ranking WTA e solo 43ma nella Classifica-Slam con il 10% di punti raccolti nei Major (280 su 2785)
Invece tre nomi spiccano per un rendimento molto positivo negli Slam a confronto con i tornei normali: Danielle Collins (67,5% di punti Slam) e due giovanissime come Amanda Anisimova e Marketa Vondrousova, che hanno raccolto nei Major rispettivamente il 63,1% e il 57,2% dei loro punti totali WTA.
Naturalmente questi sono numeri che possono essere molto influenzati da un singolo exploit, per cui occorrerà verificare negli anni se alcuni dati sono quasi casuali o rivelano una reale attitudine a dare il meglio quando conta di più.
Confronto con la Classifica-Slam 2018
Alla ricerca di continuità (o discontinuità) con il passato, possiamo fare un primo tentativo valutando le differenze con la Classifica-Slam del 2018. Eccola:
Comprensibilmente è una operazione che ha poco valore per le giovanissime: è fisiologico che le teenager protagoniste negli ultimi Slam non fossero ancora pronte dodici mesi fa.
Troviamo però una costante nella delusione di Sabalenka: 270 punti raccolti nel 2018, 280 nel 2019. Per una Top 20 (che è stata anche fra le prime dieci) sono numeri ampiamente migliorabili. Ricordo però che Aryna ha disputato in carriera appena nove Slam, e quindi avrà tutto il tempo per rifarsi. Come accaduto, per esempio, a Petra Kvitova, che dodici mesi fa era riuscita a sommare solo 280 punti e che quest’anno ha fatto molto meglio, malgrado abbia saltato il Roland Garros.
Sul piano della continuità in positivo, tre giocatrici si sono confermate al vertice; erano fra le prime quattro lo scorso anno e le ritroviamo oggi, più o meno nella stessa posizione. Sono Naomi Osaka (nel 2018 vincitrice a New York, nel 2019 a Melbourne), Simona Halep (passata dalla vittoria in Francia a quella in Gran Bretagna) e Serena Williams, che a dodici mesi di distanza ha esattamente ripetuto le stesse finali: Wimbledon e US Open. Però sempre perse, e con i 24 Slam di Margaret Smith Court beffardamente a un passo.
Infine emerge un complessivo ringiovanimento negli albi d’oro; al posto delle due esperte vincitrici Slam 2018, Wozniacki e Kerber (28 e 30 anni), sono subentrate una 23enne come Barty e addirittura una teenager, la 19enne Andreescu. In WTA le nuove generazioni sono sempre più protagoniste.