[9] A. Sabalenka b. A. Riske 6-3 3-6 6-1
Aryna Sabalenka ha vinto la sesta edizione del Wuhan Open, torneo appartenente alla categoria Premier 5, battendo in finale Alison Riske dopo un incontro giocato per certi tratti a ritmi elevatissimi, e che ha regalato anche alcuni punti spettacolari – i più belli alcuni recuperi di rovescio in corsa della statunitense. La sfida, durata un’ora e 55 minuti di spettacolo, si è conclusa con il 18esimo ace del match di Aryna che aveva dominato la sua avversaria nel terzo set.
La 21enne bielorussa è riuscita a bissare il successo più importante della sua carriera portando dunque a dodici il numero di match vinti consecutivamente nella città più popolosa della Cina orientale. Dopo Goerges ad Auckland, Van Uytvanck a Budapest e Muguruza a Monterrey, Sabalenka si aggiunge alla lista di tenniste che quest’anno sono state in grado di difendere un titolo. Le due finaliste non sono affatto nuove ad exploit ‘cinesi’, dato che per Sabalenka si trattava della quarta finale in Cina, mentre era la sesta per Riske. I precedenti erano 2-0 per Aryna e l’ultima sfida era stata proprio giocata in finale sul cemento cinese di Shenzhen.
L’incontro è iniziato a ritmi sostenuti fin dai primi scambi con Riske che non ha temuto affatto lo scontro da fondo con una giocatrice decisamente più potente fisicamente rispetto a lei. La statunitense comunque ha sopperito ad una velocità di palla leggermente inferiore con una maggior precisione e infatti sono stati suoi i primi tentativi di variazione durante lo scambio. Soprattutto con il rovescio in più occasioni è riuscita ad uscire fuori con angoli inaspettati, davvero spettacolari quando giocati dall’inside in. Tuttavia questo non le è bastato ad evitare le palle break che sono arrivate sin dal suo primo turno di battuta.
Il break che ha spezzato l’equilibrio è arrivato nel quarto game, e con la bielorussa che ha continuato a martellare su ogni palla c’è stato poco da fare per Riske. La giocatrice di Pittsburgh, oppressa dall’aggressività di Aryna, ha iniziato a sentire la pressione fin dalla battuta e due doppi falli in un game l’hanno condannata ad un secondo break di svantaggio, che di fatto ha posto fine ad un set partito con grande intensità e sgonfiatosi leggermente col passare del tempo.
Dopo un 6-3 vinto in 35 minuti, la n. 14 del mondo non ci ha pensato minimamente a diminuire i giri del suo motore e insieme al numero degli ace si sono alzati anche i decibel. Riske comunque non ha mostrato alcun timore e alla potenza della sua avversaria questa volta ha risposto con una profondità di palla a tratti ingestibile per Sabalenka; quest’ultima infine, nonostante i tanti servizi vincenti, ha finito per subire il break. Meritatamente dunque la statunitense si è conquistata così la chance di portare il match al terzo e al primo set point ha ristabilito l’equilibrio con un altro 6-3.
Nel parziale decisivo a rientrare in campo con più decisione dopo il toilette break è stata la bielorussa: la testa di serie n. 9 infatti ha concesso le briciole alla battuta e grazie ad alcune accelerazioni di rovescio – proprio il colpo che fino a quel momento aveva fatto le fortune di Riske – di slancio si è portata avanti 3-0. L’americana le ha dato una mano con un doppio fallo sulla palla break, ma la superiorità di Sabalenka è tornata ad essere evidente. A questo punto Alison è crollata di colpo e il match è rapidamente volto al termine con un 6-1 finale.
Alison Riske può essere comunque soddisfatta del suo torneo e di aver raggiunto la sua prima finale in un livello superiore a quello International: con questo risultato è inoltre certa di raggiungere la posizione più alta della sua carriera, entrando in top 30. Davvero una stagione memorabile dopo i primi quarti di finale Slam raggiunti a Wimbledon, condita con la vittoria su Barty. Con il quinto titolo della carriera invece Sabalenka si conferma numero 14 del mondo. Lo scorso anno era bastato il successo qui e poi quello nel Premier di Shenzhen per farle guadagnare agli Australian Open 2019 una posizione di favorita, almeno secondo i bookmakers, ma i risultati hanno poi detto altro (il suo score negli Slam quest’anno è stato un terzo turno a Melbourne, secondo turno a Parigi e New York e primo turno a Wimbledon).
L’importante adesso è che abbia dimostrato, sopratutto a se stessa, di essere ancora in grado di produrre quel gioco bombardante, alla Kvitova per intenderci, che l’aveva portata a ricevere grande attenzione. Dopo un anno passato stabilmente tra le prime 15 del mondo, il passo successivo che le si chiede è proprio quello di gestire le aspettative e portare in campo sempre il proprio gioco. Riuscire a mantenere questo livello e questa intensità per tante settimane durante una stagione è da campionesse. Il lavoro dunque, come ha ammesso lei stessa durante la premiazione affermando che “è difficile lavorare con me”, va fatto sul piano comportamentale, ma ancora una volta ci si trova a dire che Sabalenka ha tutto il necessario per farcela.