[10] F. Fognini b. [WC] A. Murray 7-6(4) 2-6 7-6(2)
Numero 12 contro numero 289 del mondo, chi lo avrebbe mai detto? Eppure ne è venuta fuori la partita (sinora) più bella di quest’ultima fetta di stagione che prende il via un po’ mestamente dopo lo US Open. Dimentichi dell’atmosfera compassata e delle tribune (ingenerosamente) spoglie dello Show Court 3 di Shanghai, Fabio Fognini e Andy Murray hanno combattuto per più di tre ore a colpi di tennis e… provocazioni verbali, poiché nel terzo set la contesa si è fatta parecchio intensa anche sotto il profilo emotivo. Alla fine l’ha spuntata l’italiano dominando il tie-break decisivo: Fognini si avvicina nella Race a Monfils (oggi sconfitto, adesso dista appena 25 punti) e guadagna un giorno di riposo prima di sfidare agli ottavi Fritz o Khachanov, contro il quale avrebbe l’opportunità di vendicare la recente sconfitta di Pechino.
PRIMO SET DI ‘ROTTURE’ – Il bilancio dei precedenti dice 4-3 in favore di Murray, lo scozzese sa bene che gli è già capitato di soffrire Fognini anche quando l’anca non era un problema. Le seconde di servizio faticano sin da subito, spesso è netta la sensazione che la ribattuta viaggi più del primo colpo dello scambio: ne approfitta per primo Fognini, che in realtà avvia soltanto uno scambio multiplo di break (due per parte) affatto risolutivo per l’esito del parziale. Tra rumori molesti – entrambi i giocatori si lamentano di sentire una voce dagli spalti, non è chiaro se si tratti di una cuffia abbandonata da un operatore o di un autoctono particolarmente disinteressato al match – e grandi colpi si arriva al 4-3 scozzese, con Fognini che domina da fondo e Murray che si affida quasi interamente alla prima esterna in slice, ricavandone un dividendo costante.
Fabio tiene a zero due splendidi game di servizio e mette pressione all’ex numero uno del mondo sul 5-5; Murray commette due errori banali da fondo (un dritto e un rovescio) concedendo altrettante palle break, annullate con autorità. Fognini paga un po’ a livello nervoso e va sotto 0-30 nell’ultimo game che precede il tie-break, poi tira fuori un ace di seconda e uno smash complicatissimo a conclusione di uno scambio da applausi. Il tie-break è sostanzialmente deciso da un doppio fallo di Murray, che un paio di minuti più tardi si ritrova a giocherellare con la racchetta per ingannare la delusione. 7-4 Fognini, vantaggio meritato.
L’ORGOGLIO E LA RABBIA DI ANDY – Quella che stiamo vedendo in campo è comunque una buona versione di Murray, con i limiti del post-infortunio che sembrano riguardare meno del solito la mobilità. Lo scozzese corre e sbuffa da par suo, ma soprattutto fa sentire a Fognini la sua esperienza. Tiene in campo molte risposte e lo costringe a giocare 22 punti (con due palle break annullate e quattro doppi falli) nel game di servizio in apertura, poi è l’italiano a fallire una chance del 3-1 prima di perdere quasi d’incanto l’energia mentale per sostenere questa lotta spalla a spalla. Fognini subisce il primo break e scaglia una pallina nei cieli di Shanghai, poi ne subisce un altro senza replicare il gesto di stizza. Due ore di gioco e terzo set, con Murray che non sembra accusare la fatica.
In apertura di terzo i due si sfidano sulla diagonale di rovescio, che quanto a vincenti vede prevalere nettamente l’italiano (dopo i primi due set è 15-6 in favore di Fabio). S’amplifica la tensione in campo, nel terzo game arriva anche qualche goccia di pioggia che si ritrae immediatamente, forse consapevole di disturbare uno spettacolo di ottima fattura. La prima di Murray è sempre molto efficace e gli concede respiro dagli scambi lunghi cui spesso la seconda lo costringe, quantomeno quando Fognini non riesce a essere risolutivo sin dalla risposta. Si percepisce come Murray sia pienamente in partita dalla solita espressione corrucciata al cambio campo, che tende quasi alla disperazione: Fognini non manca di farglielo notare, ‘mimando’ il suo pianto con tanto di mano fanciullesche sotto gli occhi, a mezza bocca Murray sembra rispondere ‘che gentleman‘.
Lo scozzese forse se la lega un po’ al dito e pochi minuti più tardi va a segno. Fa le prove generali sul 3-3, ma Fognini annulla la palla break con un dritto a uscire; sul 4-4 invece un ottima palla corta inganna l’italiano a cui il recupero riesce solo dopo il secondo rimbalzo. Let’s go a pieni polmoni di Murray, che va a servire per il match.
Non è glaciale come l’Andy che ha saputo sopportare il peso imperiale dell’attesa britannica prima che vincesse Wimbledon, e ne dà un’idea il doppio fallo in apertura di decimo game. Lo confermano la maldestra volée che concede la prima palla break del set e l’ennesimo errore di dritto su palla senza peso, un cronico difetto di Murray che la convalescenza sembra aver esacerbato. Immediato contro-break di Fognini che però non tiene il punto. Murray spalanca ancora le fauci e morde, prima con il dritto (appena il quinto vincente da fondo della partita) e poi con una chiusura di volo che Fognini prova a disturbare urlando prima che Murray colpisca. Non un gesto troppo elegante, lo scozzese lo fa notare all’arbitro che non prende provvedimenti. Il break arriva ugualmente: questa volta il let’s go di Murray sul passante incrociato che vale la seconda opportunità di servire per il match arriva fin sul centrale, dove ormai non si gioca più.
Fognini però sa di non essere spacciato, perché nello scambio va sotto solo di rado. Attacca, prima con una risposta vincente e poi con volée a seguito di risposta aggressiva, e Murray deve ancora abdicare senza arrivare a match point. Dopo tre ore precise si va al tie-break decisivo: a nulla è valso il tentativo dello scozzese di farsi valere con l’arbitro. Fognini avrebbe anche tentato di innervosirlo rivolgendogli un ‘look at me‘ interpretato da Andy come gesto di sfida, che durante la breve discussione con l’arbitro ha anche zittito Fognini in modo abbastanza deciso.
Piuttosto inaspettatamente però per il bagaglio d’esperienza dei due giocatori, coetanei ma non certo protagonisti di due carriere paragonabili, non indirizza in alcun modo il game decisivo. Fognini lo apre con un paio di punti splendidi, tra cui un passante incrociato a risolvere il problema di una seconda tirata ad appena 103 km/h, e lo chiude con una stretta di mano glaciale all’avversario sconfitto.
Quarta vittoria in otto confronti diretti per Fognini, che in modo piuttosto inusuale è riuscito a ricavare energie positive dalle provocazioni che di solito gli si ritorcono contro. Forse è vero che il clima da corrida finisce per premiare il giocatore più forte sul campo, e quest’oggi quel giocatore è stato proprio Fabio Fognini. Potrà però riemergere presto dal suo rammarico, Andy, che ha confermato anche oggi di essere sulla via del (pieno? ce lo auguriamo tutti…) recupero.