[5] A. Zverev b. [2] R. Federer 6-3 6-7(7) 6-3
Arriva contro Roger Federer la vittoria più importante della stagione per Alexander Zverev, supportato da una grande giornata al servizio (17 ace e un solo doppio fallo) ed efficace anche in risposta, a fronte di uno svizzero poco brillante che mette a segno appena 3 ace ed è sovrastato negli scambi brevi. Resta comunque l’incredibile reazione di Roger a un passo dalla sconfitta in due set, a cui però non ha saputo dare seguito nella partita decisiva davanti a un avversario quest’anno forse mai così motivato.
Del resto, il confronto si preannunciava apertissimo.
Zverev arriva da un’annata deludente, a tratti tecnicamente tragica, ma il gioco mostrato in queste due settimane (semifinale a Pechino) rivela che sta recuperando fiducia ed è determinatissimo a centrare l’obiettivo ATP Finals: un obiettivo che forse considerava meno che minimo a inizio stagione, ma che ora diventa determinante per salvarla insieme ai 1.300 punti del titolo conquistato a Londra lo scorso anno. Federer può alzarsi dalla parte giusta del letto e mettere in campo cose da fenomeno qual è oppure dalla parte sbagliata (schiacciando quindi Mirka) e sbagliare gratis 40 volte in due set, peraltro vincendo o perdendo a prescindere. L’evoluzione dei precedenti (3-3), con ogni vittoria di Roger pareggiata da Sascha alla sfida successiva, suggerisce che tocca al numero 3 del mondo, ma la cabala viene prontamente smentita.
SASCHA IN PALLA – Federer decide di iniziare in risposta, ma il servizio di Zverev è caldo fin da subito e concede pochissimo. Roger appare lento negli spostamenti verso destra ed è così che concede il primo punto del sesto gioco; un attacco svizzero dalla parte sbagliata e una risposta micidiale spalancano la via del break a Sascha che conferma agevolmente il vantaggio. Il numero tre del mondo cerca qualche soluzione a rete per accorciare gli scambi nell’attesa di vedere se l’avversario avvertirà la pressione al gioco successivo. Se c’è pressione, è ben nascosta da quattro prime palle che mai permettono di iniziare lo scambio ed è 6-3 Zverev. Nettamente superiore la resa in battuta del tedesco (tre soli punti concessi) che stravince il confronto negli scambi sotto i cinque colpi e, ci illustra la grafica, ha avanzato rispetto ai primi due turni il punto di impatto con il dritto, lui che normalmente preferisce prendersi più tempo dal lato destro.
Approfittando del prevedibile calo di concentrazione di Zverev che commette anche il primo doppio fallo, Federer brekka con una deliziosa smorzata che fa dimenticare il colpo precedente, un dritto di palleggio quando aveva spazio per tentare lo sventaglio vincente. Sotto 0-3, Sascha riveste in fretta i panni del primo set e un gran passante di rovescio lo porta verso il controbreak, mentre Roger deve recriminare per un brutto errore a rete. Il ventiduenne di Amburgo torna a essere ingiocabile al servizio La poca brillantezza costa a Federer l’undicesimo gioco: scarico su un paio di errori, perde l’ultimo punto con una volée non semplicissima ma su cui doveva fare meglio, permettendo invece il bel passante di Sascha che può così servire per chiudere.
L’ILLUSIONE DEL RISVEGLIO – Zverev vola rapido al prevedibile triplo match point quando, viceversa tutt’altro che prevedibilmente, Roger si sveglia all’improvviso: se l’altro sbaglia come sa al volo, a rete lui regala perle da far venire giù lo stadio e si guadagna con gli interessi il diritto a giocarsi un tie-break dalle emozioni crescenti. Lo svizzero spreca il 5-3 seguendo una seconda troppo morbida, ma è perfetto il serve&volley con cui annulla il quarto match point. Il numero sei del mondo non sta a guardare e ottiene la quinta palla per la semifinale passando con il rovescio in corsa, un colpo da campione. Federer reagisce prima con una palla fuori dallo stadio prendendosi il warning, poi tenendo bene i due successivi punti fino all’errore dell’avversario e chiude con l’ace.
Uno sarà anche cliente dell’agenzia di management dell’altro e andranno anche in tour insieme, ma qui non si scherza e lo dimostra anche un certo nervosismo, inizialmente di Sascha che contesta un presunto ritardo nella richiesta di challenger. È comunque il suo turno per la ripartenza migliore e Federer deve addirittura affrontare due palle consecutive dello 0-4 quando viene sanzionato da Forcadell con il penalty point per un abuso di palla che evidentemente finisce fuori dal campo, ma non sembrava affatto colpita nel modo richiesto dal Codice per integrare l’abuso. Salva il turno di battuta, ma discute più volte con l’arbitro. L’ultima opportunità per Roger sfuma quando Zverev serve sul 5-3 con un dritto inside-in ben largo che gli avrebbe dato lo 0-30.
Sascha diventa una belva sul punto successivo quando non sente il let che gli nega momentaneamente l’ace, ma poi lo piazza davvero accompagnandolo da un “come on” che scuote il seggiolone di Forcadell e chiude indisturbato il game trasformando il sesto match point. Conferma così la semifinale dello scorso anno e, quel che più importa, anche una ritrovata sicurezza attesa alla riconferma di sabato contro Matteo Berrettini (1-1 i precedenti, entrambi a Roma).