La nuova Kenin del 2019
Invece che farsi abbattere dalle due sconfitte brucianti di Fed Cup, ancora una volta Kenin dimostra di avere un carattere di ferro: le trasforma in un momento di crescita in vista della stagione 2019. E subito, in gennaio, a Hobart, vince il suo primo torneo WTA, battendo Garcia, Jabeur, Flipkens, Martic e Schmiedlova.
Agli Australian Open costringe al terzo set la numero 1 del mondo Halep (Simona vince 6-3, 6-7, 6-4), ancora una volta dopo due ore e 31 minuti di lotta. In febbraio raggiunge la finale ad Acapulco, dimostrando che ormai è perfettamente a suo agio con il livello del circuito WTA. Ma l’aspetto a mio avviso più interessante è che Sofia nel giro di pochi mesi ha dato prova di essere progredita in modo significativo sul piano tecnico e tattico.
Raramente ho visto una evoluzione tanto rapida e profonda. Cerca di spingere di più con il servizio, avanza la posizione di gioco a ridosso della linea di fondo, prende più rischi con il dritto, accettando a volte di commettere qualche errore in più per poter essere lei l’artefice del proprio destino. E se ne ha la possibilità, non esista a prendere in mano lo scambio e perfino a cercare il vincente immediato.
Nel giro di pochi mesi si è lasciata alle spalle l’impostazione passiva, eredità dell’imprinting da junior, in favore di un tennis molto più propositivo e diretto. Non è più la giocatrice che si accontenta di rimanere nello scambio in attesa delle mosse (e dell’errore) altrui. No, la “nuova” Kenin aumenta la spinta e l’aggressività. E così se nel 2018 una avversaria che giocava corto poteva ancora pensare di cavarsela con pochi danni, nel 2019 tutto cambia: alla prima parabola meno profonda, Sofia mette i piedi in campo e carica il colpo definitivo.
In questo modo mette nel mirino avversarie di valore superiore. Probabilmente la partita che rivela al mondo la “nuova Kenin” è quella del terzo turno del Roland Garros, quando elimina in due set Serena Williams (6-2, 7-5).
Ci sono un po’ di dati da valutare in questo match, sintomatico dei suoi progressi stagionali. Il primo: al netto degli ace (10 per Serena, zero per Sofia), Kenin nello scambio mette a segno più vincenti di Williams: 23 a 20. Sofia mostra anche un miglioramento al servizio, in particolare sulla seconda palla; la sua velocità media sulla seconda è 139 km/h, non troppo distante dai 144 orari di Serena.
A queste novità Kenin affianca le qualità del passato: la sicurezza sul rovescio e un animus pugnandi quasi unico. Conferma il suo carattere anche di fronte a un mostro sacro come Williams. Riporto ciò che ho scritto qualche mese fa sul loro incontro: “Normalmente Serena incute così tanta soggezione da rendere difficilissimo chiudere i match contro di lei. Ma Sofia ha fatto eccezione, perché è una delle giocatrici più “impertinenti” del circuito attuale: scende in campo senza timore reverenziale verso chiunque. E lo ha dimostrato (almeno in questa occasione) anche contro una leggenda vivente come Williams.
Non solo. La grande carica nervosa ha spinto Sofia a mettere in dubbio diverse volte le chiamate arbitrali, un atteggiamento che non è piaciuto a una parte del pubblico. Ma anche con gli spettatori sempre più dalla parte di Serena, per Kenin non ha fatto differenza: ha continuato sulla stessa linea, impermeabile a tutto, spinta dalla incontenibile voglia di prevalere. E alla fine ci è riuscita”.
La Kenin di Parigi era numero 35 del mondo, fuori dalle teste di serie; ma era chiaro che continuando a giocare a quei livelli sarebbe salita nel ranking, perché il tennis che mostrava valeva più di quella classifica.
Il resto dell’anno lo conferma: vittoria sull’erba di Maiorca (salvando match point in finale contro Bencic) e le due semifinali nei Premier di Toronto e Cincinnati, arrivate grazie anche a quattro vittorie su Top 10 (due volte contro Svitolina e contro le numero 1 Barty e Osaka). Risultati che hanno significato l’ingresso in Top 20.
Sconfitta agli US Open da Madison Keys, Sofia vince il terzo torneo dell’anno (e della carriera) a Guangzhou, salendo fino all’attuale numero 15 del mondo. Ultimi dati significativi: al momento è quarta assoluta per numero di vittorie stagionali, con 48 (dietro alle 52 di Barty e le 50 di Pliskova e Bertens), e prima per successi sul cemento, con 37. Risultati che le hanno garantito la certezza di prendere parte al prossimo Masterino di Zhuhai.
a pagina 4: Le prospettive future