L’indiscrezione arriva dal giornalista del Telegraph Simon Briggs: potrebbe essere Andrea Gaudenzi il successore di Chris Kermode alla presidenza dell’ATP. Nel mese di marzo è stato annunciato che il dirigente britannico avrebbe lasciato la guida del sindacato dei giocatori professionisti, senza che però la vicenda nei mesi successivi (qui lo snodo decisivo di Wimbledon) abbia acquisito contorni meglio definiti. Un gruppo di “rivoluzionari” capeggiato da Novak Djokovic. Costoro hanno intrapreso una vera e propria crociata in favore di un radicale ribilanciamento della distribuzione dei guadagni tra tornei e giocatori. Hanno quindi identificato in Chris Kermode, attuale capo della ATP, un ostacolo al raggiungimento del loro obiettivo, ritenendolo troppo attento alle esigenze degli organizzatori dei tornei e troppo poco verso quelle dei giocatori.
Kermode fino al termine del 2019 siede contemporaneamente sulle poltrone di presidente e amministratore delegato, situazione che dovrebbe adesso cambiare con l’individuazione di Gaudenzi soltanto per il primo incarico. La carica di CEO sarebbe quindi da affidare a un profilo ancora non individuato, anche se – come ricordato dallo stesso Briggs – fino a oggi sono confluite sulla stessa persona.
L’ex numero 18 del mondo (nel 1995) è oggi a 46 anni un manager e imprenditore di successo, operativo in vari settori dal betting al gaming on line (ha lavorato in B Win e Giocodigitale), fino alla musica. Laureato in giurisprudenza a Bologna e con un master in Business Administration in curriculum, fa base a Londra e ha mantenuto comunque una finestra aperta sul tennis tra i suoi interessi: è infatti membro del board di ATP Media, la società che commercializza i diritti tv di tutti i tornei a eccezione degli Slam. Anche se, ha tenuto a precisare di recente, il suo non è un ruolo esecutivo ma puramente consultivo: “Metto a disposizione la mia esperienza“. Al contrario, adesso entrerebbe in corsa per un posto nella stanza dei bottoni.
Il Gaudenzi giocatore ha appeso la racchetta al chiodo nel 2003, ad appena 30 anni. Da Junior ha vinto Roland Garros e US Open raggiungendo il numero uno del ranking. Tra i grandi, tre i successi a livello ATP (tutti sulla terra) con il grande rimpianto della finale di Davis 1998 persa in casa contro la Svezia, a Milano. Quando si è dovuto ritirare contro Norman per uno strappo al tendine della spalla. Proprio frequentando l’ambiente della Nazionale il faentino collaudò le sue doti da sindacalista: nel 1995 avviò quella che venne definita dal Corriere della Sera “la battaglia del grano” per garantire il giusto compenso ai giocatori azzurri convocati per la Davis.
Il suo nome sarebbe emerso come favorito di una short list – secondo la ricostruzione di Briggs – redatta in una riunione del Board of Directors avvenuta nei giorni scorsi in teleconferenza. L’organo presieduto a oggi da Kermode è composto da sette membri: tre rappresentanti dei giocatori (Alex Inglot, Weller Evans e David Edges) e tre dell’organizzazione dei tornei (Gavin Forbes, Herwig Straka e Charles Humphrey Smith). La settimana delle ATP Finals di Londra dovrebbe essere quella decisiva per l’annuncio del successore. Gaudenzi potrebbe diventare, così, il primo presidente non anglosassone della storia dell’ATP. Dando ulteriore lustro al momento d’oro che sta vivendo il tennis italiano, tra risultati politici e sul campo.
(il direttore Ubaldo Scanagatta sta provando in queste ore a mettersi in contatto con Andrea Gaudenzi)