La stagione 2020 inizierà con una grande novità, l’ATP Cup, ovvero una competizione per nazioni che si terrà dal 3 al 12 gennaio nelle tre città australiane di Perth, Sydney e Brisbane. Sono state già annunciate le prime diciannove squadre partecipanti, mentre le restanti cinque verranno stabilite il 13 novembre. Se da una parte c’è grande curiosità per questo nuovo evento, dall’altra non sono mancate le prime polemiche.
L’effetto della nuova competizione sul calendario maschile non sarà impercettibile, perché sarà una tappa quasi obbligata nella preparazione per l’Australian Open e soprattutto assegnerà punti ATP fino a un massimo di 750 per giocatore. Nonostante il formato a 24 squadre garantisca la possibilità di partecipare a molti dei giocatori di vertice, gli esclusi non mancano soprattutto nelle nazioni che possono vantare più di un giocatore in top 100; il formato, infatti, prevede soltanto due partecipanti per nazioni.
Tra i giocatori esclusi – e comprensibilmente delusi – c’è Reilly Opelka, n.37 del mondo ma terzo giocatore statunitense in ordine di classifica dopo Isner e Fritz. Opelka non ha criticato l’assegnazione dei punti, ha piuttosto manifestato perplessità riguardo alla decisione di far valere la competizione come “evento bonus”. In questo modo tutti i punti guadagnati dai partecipanti dell’ATP Cup si sommeranno ai diciotto migliori risultati della stagione, normalmente presi in considerazione per stilare la Race e la classifica di fine anno. “L’ATP Cup conta come un evento bonus in termini di punti per coloro che la giocano. Molto ingiusto nei confronti di chi non può parteciparvi e non ha le stesse possibilità di guadagnare punti.” Questa la risposta data su Twitter da Opelka ad un utente che chiedeva delucidazioni sull’ATP Cup.
A un altro utente che chiedeva quale potesse essere l’alternativa, Opelka ha prontamente risposto che “dovrebbero esserci pari opportunità per tutti i giocatori, quindi o non si dà nessun punto (come accade per la Laver Cup) o si contano gli altri tornei che si svolgono in quella stessa settimana (Pune e Doha) come diciannovesimo torneo da aggiungere alla propria tabella dei punti. In questo modo l’ATP Cup rende la situazione ancora più sbilanciata verso i top player di quanto non sia già adesso“.
Una protesta che ha qualche ragion d’essere dal momento che l’ATP ha già un altro evento categorizzato come evento bonus: le ATP Finals. L’ATP Cup infatti riceverebbe esattamente lo stesso trattamento del Masters di fine anno, i cui punti si sommano semplicemente a quelli ottenuti nei diciotto migliori tornei dell’anno. Stante così la situazione, chi partecipasse ad entrambi gli eventi potrebbe raccogliere punti da venti tornei invece che da diciotto. Tutto questo a meno che i regolamenti ATP del 2020, che verranno ufficializzati nelle prossime settimane, non stabiliscano diversamente.