[PR] A. Murray vs U. Humbert 3-6 7-5 6-2
HE’S BACK! – Gli organizzatori del torneo di Anversa non potevano chiedere una finale migliore per la quarta edizione del rinato torneo belga. Una di quelle che non fa rimpiangere quelle leggendarie giocate qui negli anni ’80 e ’90.
Andy Murray completa il suo “comeback” e torna in finale in un torneo ATP dopo due anni abbondanti da incubo per i problemi all’anca che l’hanno costretto a finire sotto i ferri. Sarà il suo primo match per un titolo ATP dal 4 marzo 2017 quando vinse il titolo dell’ATP 500 di Dubai.
Andy ha superato in rimonta il francese Ugo Humbert e sfiderà un altro tre volte campione Slam nell’atto finale: Stan Wawrinka che come lui è tornato ad alti livelli dopo un intervento chirurgico. Certo entrambi sono ancora lontani dal livello mostrato nelle semifinali del Roland Garros 2016 e 2017, la seconda delle quali fu uno straordinario incontro vinto in 5 set dallo svizzero. Murray conduce 11 a 8 nei precedenti ma solo una volta si sono affrontati in finale nel lontanissimo gennaio 2008 a Doha.
Murray ha dovuto soffrire e non poco per avere la meglio su Humbert. Nel primo, lo scozzese è molto passivo. Si muove bene e senza paura, ma il palleggio è un po’ corto e soprattutto rimane molto dietro la riga di fondo.
Il francese invece tira su tutto con buone accelerazioni. Nonostante questo Murray è il primo ad avere palle break (due nel quinto game), ma non le sfrutta e perde poi il servizio nel turno successivo. Niente scossoni fino al 6-3.
Nel secondo, Humbert perde il servizio con una serie di errori nel quarto game, ma Murray gli rende subito il favore. Si seguono i servizi senza occasioni, finché ad un passo dal tiebreak Humbert si incarta e regala il set a Murray con una volée comodissima in rete (7-5).
Nel terzo è andato sotto 0-40 nel primo gioco, ma si è salvato e ora sta 3-0, sempre grazie ad un paio di accelerazioni lunghe del francese. Ora Murray gioca col pilota automatico e veleggia serena verso il 6-2 finale con un secondo break per festeggiare la finale ATP N.70 della carriera.
Forse la più dolce, la più attesa, la più emozionante. Dopo due anni e mezzo così, come potrebbe non essere diversamente?